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18/09/2014

Afghanistan perduto: i potentati, l’oppio, le vite spezzate


L’ex ministro delle finanze Ashraf Ghani Ahmadzai avrebbe vinto il ballottaggio presidenziale con un vantaggio di circa 800mila voti sull’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah che contesta però i risultati. Stallo istituzionale per la spartizione dei poteri tra clan mentre il Paese affonda.

In un Paese di 30 milioni di persone piegato dalla povertà di oltre 9 milioni di cittadini, con un 40% della popolazione che non ha accesso all’acqua e un 70% senza elettricità, continuare a vivere senza direzione politica rischia di portare l’Afghanistan a subire nuove pressioni talebane. La coltivazione dell’oppio, in continua crescita dal 2009 a oggi, consente a una larga parte di contadini di campare. Ma soprattutto aiuta i talebani a controllare il territorio e finanziarsi come gli altri Signori della Guerra.

L’ex ministro delle finanze Ashraf Ghani Ahmadzai sarà, o meglio, dovrebbe essere il nuovo presidente dell’Afghanistan dopo Karzai. Avrebbe vinto il ballottaggio presidenziale con un vantaggio di circa 800mila voti sull’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah. Lo sostiene l’agenzia di stampa Pajhwok, citando fonti della Commissione elettorale indipendente. Questo sarebbe il risultato della lunga e complessa verifica chiesta da Abdullah e realizzata sugli 8,1 milioni di voti espressi dagli elettori il 14 giugno. Ovviamente Abdullah Abdullah accusa di brogli.

Intanto nel Paese alla vigilia dell’uscita dei militari Usa e Nato, si continua a morire. Almeno tre soldati Nato morti e 16 civili feriti per una bomba nella capitale Kabul. Un quarto soldato sarebbe gravemente ferito. Fonti locali riferiscono che un attentatore suicida talebano ha speronato un convoglio militare dell’Alleanza Atlantica lungo la strada che conduce all’aeroporto, nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti e non lontano dalla Corte Suprema afgana. Una esplosione molto forte che è risuonata in tutta la città. Non sono state ancora rese note la nazionalità delle vittime.

Sono stati gli stessi talebani a rivendicare l’attacco sui social network. È facile per i talebani approfittare dell’incertezza sulle elezioni presidenziali e sfruttare il vuoto di potere per creare il caos e lanciare nuovi attacchi. I precedenti parlano chiaro: una settimana fa le forze di sicurezza hanno respinto un attacco talebano all’aeroporto di Kabul, mentre a luglio sono morte tre guardie di sicurezza straniere e un quarto uomo, sempre nell’area dell’aeroporto. A giugno, lo stesso candidato presidente Abdullah è sopravvissuto a un attacco suicida che ha provocato 6 morti e 22 feriti.

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