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20/09/2014

F 35, ancora polemica tra la Rete Disarmo e la ministra Pinotti


La campagna ‘Taglia le ali alle armi’ della Rete Disarmo. ‘Ministro Pinotti, i dati sui contratti dei caccia sono fondamentali e vanno rivelati’. La ministra Pinotti parla al Senato ma non convince gli agguerriti pacifisti che contestano alcune sua affermazioni. Chi racconta bugie o mezze verità?

Partiamo dalla cronaca parlamentare. Nel corso della seduta di “Question Time” di giovedì al Senato la Ministra della Difesa Roberta Pinotti è tornata sulla questione dei cacciabombardieri F35. Quesiti posti da alcuni senatori, i dettagli sui contratti in corso e quelli già conclusi per l’acquisto dei costosissimi cacciabombardieri. Trasparenza e dettagli, la questione posta dai parlamentari al governo. Ovviamente i punti di vista tra pacifisti e ministero della Difesa su un tema tanto delicato divergono. A stupire però non sono le differenze di opinione ma la narrazione controversa dei fatti.

Sentiamo la ministra. «Sugli F-35 smentisco categoricamente che il Governo abbia disatteso o proceduto disattendendo quanto contemplato o deciso dalle mozioni approvate dal Parlamento nel giugno e luglio 2013 [.] una serie di altre domande trovano risposta nella relazione che il Governo ha fatto il 24 giugno presentando il Documento programmatico pluriennale. In questo programma si trova tutto: a che lotto siamo, che numeri ci sono, quali sono i contratti firmati. Basta riguardare la relazione fatta al Parlamento». Categorica la signora ministro ma categoriche anche le smentite.

“Nonostante quanto affermato ieri dalla Ministra Pinotti, tali dettagli non sono in realtà mai stati forniti con la completezza necessaria - scrive la Rete disarmo - Il Dpp della Difesa riporta solo indicazioni generali e pure gli allegati tecnici contengono solo informazioni sulla situazione degli avanzamenti e delle ripartizioni dei soldi al 31 dicembre del 2012, cioè oltre un anno e mezzo fa!”. Un po’ troppo anche per la burocrazia ministeriale con le stellette. Dati vecchi e superati anche alle Commissioni Difesa, salvo conferma senza documenti, del blocco di qualsiasi ulteriore pagamento.

Uno Stop deciso a metà 2013 dal Parlamento. C’è qualche trucco? L’ipotesi di aggiramento di tale prescrizione era stata avanzata a seguito di informazioni ufficiali del Dipartimento della Difesa statunitense. Documenti e ‘report’ pubblicati da Rete Disarmo sul programma degli F-35. Da quelle informazioni l’Italia avrebbe formalmente sottoscritto accordi per lotti e avanzamenti successivi a quelli già completati e decisi al tempo delle Mozioni della Camera. Se quei documenti statunitensi dicevano il vero, qualcuno ha beffato il Parlamento e certamente violato molte regole di correttezza.

In realtà è difficile capire, perché si debbano avere maggiori informazioni sia da una comunicazione pubblica del governo Usa sia da informazioni da parte del governo italiano. ‘Al Ministro Pinotti - dichiara per la Rete Francesco Vignarca - ribadiamo la disponibilità ad un incontro per spiegare i motivi per cui un’acquisizione più approfondita di dati e documenti da parte del Parlamento e dell’opinione pubblica sarebbero opportuni. Una necessità di trasparenza riferita a programmi pubblici tanto delicati e costosi, anche per dare al Parlamento strumenti utili a prendere una decisione.

‘Quindi, non una polemica politica su eventuali non ottemperanze delle mozioni parlamentari – conclude Vignarca – ma poter conoscere con certezza costi, tempi e prospettive di acquisizione degli F-35. Il programma Joint Strike Fighter è molto complesso e presenta passaggi di acquisto articolati (con triangolazione tra nostro paese, Governo Usa e Lockheed Martin) che si possono comprendere solo avendo accesso a tutti i documenti. Forniteceli e completate un passo di trasparenza. Chiediamo troppo?’.
Noi di RemoContro diciamo di No, che non chiedono troppo.

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Campagna Taglia le ali alle armi. I motivi per cui il programma F-35 dovrebbe essere cancellato:

1) ETICAMENTE – in un momento di acuta crisi economica i fondi pubblici andrebbero spesi per lavoro, scuola, welfare, sanità e non per armamenti

2) COSTITUZIONALMENTE – si tratta di un cacciabombardiere pensato principalmente per l’attacco in profondità, non di uno strumento votato alla difesa aerea

3) ECONOMICAMENTE – la spesa per i caccia già oggi ammonterebbe a 14 miliardi complessivi, senza contare i costi di mantenimento

4) SOCIALMENTE – la sicurezza degli italiani non può derivare dall’aiuto alle lobby armiere ma deriva dalla soluzione dei problemi sociali

5) TECNOLOGICAMENTE – il programma non è maturo e affidabile, i problemi e gli incidenti recenti lo dimostrano, eppure il nostro Governo sta procedendo ai primi acquisti

6) POLITICAMENTE – sondaggi d’opinione e prese di posizione sui territori (anche da parte di Enti Locali) dimostrano la contrarietà dell’opinione pubblica a questi caccia

7) INDUSTRIALMENTE – i favoleggiati ritorni tecnologici per l’Italia non si concretizzeranno mai e saranno residuali

8) OCCUPAZIONALMENTE – i posti di lavoro derivanti da così tanti miliardi sono pochi e molto meno di quanti promessi: non è la maniera più efficiente per usare fondi pubblici

9) MILITARMENTE – il programma F-35 non assolve ad alcuna necessità di difesa territoriale e ci mette sotto lo scacco di un paese estero in qualsiasi esigenza operativa futura

10) STRATEGICAMENTE – il programma JSF è servito ad indebolire l’Europa e le sue prospettive di politica estera e di difesa comune

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