I sindacati – in particolare Cgt, FO e Sud – e le organizzazioni studentesche sono impegnate oggi nella dodicesima giornata di contestazioni in Francia contro la Loi Travail, la controriforma del lavoro che ha scatenato una reazione popolare senza precedenti nel paese governato dai socialisti.
Oggi la mobilitazione andrà avanti proprio mentre il testo legislativo torna all’esame dell’Assemblea nazionale. Non godendo di una maggioranza nella ‘camera bassa’ del Parlamento, visto che alcune decine di deputati socialisti sono indisponibili a votare un testo che precarizza e flessibilizza il mercato del lavoro, rende i licenziamenti più facili e meno onerosi per le aziende e concede priorità ai contratti aziendali rispetto a quelli di categoria, il governo Valls ha già annunciato di aver deciso di ricorrere per la seconda volta in poche settimane all’odioso articolo 49.3 della Costituzione, ovvero alla scorciatoia normativa che permette all’esecutivo di far adottare un testo senza il voto dei deputati.
Il primo ministro socialista Manuel Valls ha fatto trapelare stamattina la decisione tramite il suo entourage: “Non c’è ragione di perdere altro tempo” ha detto il capo del governo di Parigi. Che poi ha aggiunto, rivolgendosi al Parlamento: “Questo Paese è troppo abituato alla disoccupazione di massa”, lo facciamo “nell’interesse generale” del popolo francese, non per intransigenza”. All’annuncio di Valls i deputati delle opposizioni hanno reagito abbandonando l’aula parlamentare.
Se nessuna mozione di censura sarà depositata entro le prossime 24 ore, il progetto di legge, nonostante quattro mesi di manifestazioni e scioperi, sarà adottato dall’Assemblea Nazionale in seconda lettura. Poi però dovrà comunque tornare al Senato e infine alla Camera bassa a fine luglio per l’approvazione definitiva e la tramutazione in legge.
I deputati dell’opposizione di destra hanno annunciato che non presenteranno nessuna mozione come invece era avvenuto a maggio contro il primo ricorso all’articolo 49.3. L’iniziativa però, stando ad alcune indiscrezioni diffuse dalla stampa, potrebbe essere presa addirittura dai deputati socialisti dissidenti. Il leader dei socialisti “frondisti”, Christian Paul, ha avvertito che Valls rischia di allontanare ulteriormente gli elettori di sinistra dal PS a neanche un anno dalle elezioni legislative e presidenziali del 2017. “È triste, il compromesso sarebbe stato possibile”, ha dichiarato Laurent Baumel, un altro dei deputati socialisti dissidenti, che ha tacciato Valls di intransigenza.
Questo, mentre i sindacati che contestano il progetto di legge El Khomri, dal nome della giovane ministra del Lavoro che l’ha presentato, stanno manifestando a Parigi ed in numerose altre regioni del paese. Nella capitale francese, nel solito percorso da Place d’Italie verso la Bastiglia, hanno sfilato circa 45 mila lavoratori (una settimana fa erano stati 55 mila) mentre altre manifestazioni si stanno tenendo a Rennes, Tolosa, Grenoble, Marsiglia e Bordeaux.
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