Tra i tanti strali più o meno sobri con cui viene ricordato l'artista, l'unico al di fuori di ogni retorica è quello che posiziona l'inglese come ultimo tassello di 12 mesi che hanno funestato l'arte quasi quanto il resto dei comuni mortali.
A far data dal 4 dicembre 2015 con il decesso di Scott Weiland, infatti, l'anno che si avvia a conclusione è stato uno stillicidio che ha messo il punto su una quantità impressionante di carriere: da Lemmy a David Bowie, da Leonard Cohen a Keith Emerson, ce n'è stato per tutti.
Archiviata la contabilità nera, i pezzi si diluiscono nelle consuete celebrazioni stantie, che dipingono il personaggio di turno come icona del proprio decennio di riferimento e vale la pena notare che, quando si tratta di anni '80, si mette immediatamente in moto un meccanismo nostalgico tanto in chi scrive, quanto in chi legge e commenta che non ha proprio alcuna ragion d'essere, soprattutto per la stragrande maggioranza di quel pubblico che, se oggi vive in condizioni materiali precarie o addirittura miserevoli, lo deve proprio alle politiche nate nei rampanti anni '80, quelli del superamento (apparente) della contrapposizione di classe, soppiantata dal "sogno borghese per tutti", perfettamente incarnato dal brano con qui, sorte beffarda, giornalisti e pubblico hanno dato l'ultimo saluto a George Michael:
Una pacchianata borghese che quanto a spessore fa il paio soltanto con l'irrilevanza artistica del brano stesso, la cui unica dimensione può giusto essere quella dell'accompagnamento a uno dei tanti filmacci dei Vanzina di quel periodo e non solo purtroppo.
Il paradosso è che nonostante l'iconografia assolutamente "mainstream", Michael non ebbe mai in simpatia il governo conservatore della Lady di Ferro e in anni più recenti si sia espresso con toni critici nei confronti dell'asse Bush jr. – Blair.
Personalmente mi sarebbe piaciuto fosse stato ricordato per questi fatti e queste interpretazioni
in cui consacrò ai posteri una voce pazzesca, piuttosto che per le canzonette degli Wham.
Evidentemente troppa roba per la nostra stampa.
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