Avere vent'anni anni e finire nel braccio della morte insieme ai peggiori criminali dello stato del Mississipi.
Questa la sorte di Joan Mulholland, che non era né un assassina né una delinquente seriale, ma soltanto una ragazza, una ragazza bellissima e piena di coraggio.
Era il 1961 e Joan, originaria della Virginia e figlia di genitori razzisti, aveva scelto di passare dall'altra parte della barricata e lottare contro la segregazione degli afroamericani. Per questo aveva aderito al movimento per i diritti civili e si era unita ai Freedom Riders, gli attivisti che per far rispettare la legge che vietava la segregazione sugli autobus, avevano deciso di attraversare in pullman tutti gli stati del sud.
Il viaggio era stato bloccato in Mississipi dove i Freedom Riders vennero prima duramente malmenati da alcuni appartenenti al Ku Klux Klan armati di mazze e tubi di ferro e poi arrestati dalla polizia locale. Condotti in carcere furono sottoposte a trattamenti profondamente umilianti. Le donne in particolare vennero denudate e costrette a subire invasivi esami vaginali. Divisi uno dall'altro gli attivisti vennero poi condotti nelle celle del braccio della morte e qui tenuti per quasi un mese in condizioni inumane.
Ma per Joan il carcere fu soltanto una palestra di vita. Ne uscì ancora più rafforzata nelle sue convinzioni. Negli anni seguenti fu la prima donna bianca ad iscriversi ad una scuola per afroamericani, si sedette al fianco dei neri in un ristorante per soli bianchi a Jackson e partecipò in prima linea alla marcia di Washington. Nella cosiddetta Freedom Summer, durante la quale il movimento dei diritti civili lanciò una grande campagna per far iscrivere gli afroamericani alle liste elettorali, divenne uno dei bersagli conclamati del KKK, che uccise tre attivisti a Neshoba.
Venne insultata, malmenata, ricevette minacce, fu sottoposta ad esami psichiatrici dalle pubbliche autorità ma non mollo mai di un centimetro.
Per anni nel suo portafoglio portò un pezzo di vetro delle finestre della chiesta battista di Birmingham, fatta saltare in aria dal Klan, per non dimenticare mai i 4 bambini innocenti che erano morti nell'attentato.
Oggi Joan ha 75 anni e non ha smesso di lottare, fedele alla massima che si è imposta secondo cui "nessuno è libero, se tutti non sono liberi."
(da Cannibali e Re)
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