Tre attacchi armati hanno sconvolto ieri il tranquillo distretto di
Karak (140 km a sud della capitale giordana Amman) causando la morte di
10 persone. A provocare gli attentati, affermano fonti della sicurezza,
sarebbero stati 4 “terroristi” di cui al momento non si conoscono molte
informazioni. Nessun gruppo ha finora rivendicato gli attacchi.
Proseguono, intanto, le ricerche nell’area teatro delle violenze di ieri.
Finora, fanno sapere da Amman, è stato sequestrato “un ingente
quantitativo di armi”. La Sicurezza pubblica giordana ha riferito che il
primo attacco è avvenuto ieri pomeriggio quando una pattuglia della
polizia ha ricevuto una chiamata per una sparatoria in corso nella città
di Qatraneh (distretto di Karak). Giunti sul posto, gli agenti sono
stati oggetto dei colpi di arma da fuoco sparati da una casa. Nello
scontro armato, due poliziotti sono rimasti feriti mentre gli aggressori
sono riusciti a darsi alla fuga a bordo di una macchina.
Ma le violenze non si sono fermate qui. Successivamente, infatti, una
pattuglia della polizia è stata colpita da proiettili sparati da
ignoti. Illesi gli uomini della sicurezza presenti nel veicolo. Grave, invece, il bilancio nel terzo attacco verificatosi nei pressi della stazione di polizia della fortezza crociata di Karak. Qui la sparatoria – si legge in un comunicato della Sicurezza giordana – ha provocato l’uccisione di sette membri delle forze dell’ordine, di due giordani e di una turista canadese. Ferite anche 34 persone
(15 agenti di polizia, 17 giordani e due stranieri). Non è ancora
chiaro cosa sia effettivamente accaduto nel castello. La nota ufficiale
si limita a dire che i “cinque o sei aggressori” si sarebbero barricati
all’interno del castello mentre i media locali riferiscono che gli
attentatori avrebbero tenuto in ostaggio le persone presenti nella
fortezza.
Quello che è certo, però, è che l’attacco di ieri – aggravato dall’uccisione della cittadina straniera – avrà conseguenze negative sul settore turistico locale
già in difficoltà da quando l’autoproclamato “Stato Islamico” (Is) ha
conquistato nel 2014 ampie porzioni di territorio in Iraq e Siria.
Negli attentati di ieri il Paese straniero più colpito è stato il
Canada con un morto e un ferito. “Le autorità canadesi stanno lavorando
attivamente con quelle locali per raccogliere ulteriori informazioni [su
quanto accaduto] e per fornire assistenza consiliare ai nostri
connazionali in questi momenti difficili” ha detto il portavoce degli
Affari globali del Canada, John Babcock.
Da due anni la Giordania sta affrontando il grave problema del terrorismo di matrice jihadista.
Centinaia di giordani, infatti, combattono a fianco dei miliziani
dell’Is in Siria e Iraq mentre migliaia di loro appoggiano la formazione
jihadista all’interno del regno. A peggiorare il malcontento di ampie
fette di popolazione giordana sono le politiche messe in campo da Amman:
la Giordania è infatti uno strenuo alleato Usa in Medio Oriente
ed è membro della coalizione che combatte lo Stato Islamico nei due
stati arabi confinanti.
Attacchi simili a quelli avvenuti ieri a Karak non sono una novità
nel Paese. A inizio anno, ad esempio, scontri a fuoco tra forze di
polizia e sostenitori jihadisti hanno provocato alcune vittime nel nord.
Lo scorso novembre 3 militari Usa sono stati uccisi nel corso di una
sparatoria avvenuta fuori una base aerea nel sud del Paese.
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