18/12/2016
Turchia - Autobomba contro bus militare, morti e feriti
Ad una settimana esatta dall’attacco contro un convoglio militare fuori dallo stadio del Besiktas a Istanbul, in cui 44 persone sono morte – tra loro 7 civili – stamattina un’altra esplosione ha investito la Turchia. Stavolta al centro, nella città di Kayseri. Di nuovo nel mirino ci sono le forze armate: un’autobomba è saltata in aria al passaggio di un autobus militare uccidendo 13 soldati e ferendone 48.
Si trattava, dice il comando, di reclute e soldati in licenza, nessun ufficiale è stato coinvolto. Per ora il bilancio non è certo e nessun gruppo ha rivendicato l’azione, avvenuta a poca distanza dall’università Erciyes. Il governo non è ancora intervenuto come fatto in passato, ma ci si attende a breve una qualche dichiarazione che attribuisca al Pkk l’esplosione dell’autobomba.
Una procedura ormai nota, sebbene in tutti i casi precedenti a rivendicare siano stati altri soggetti: l’Isis o il Tak, gruppo nato dentro il Partito Kurdo dei Lavoratori ma fuoriuscito anni fa per divergenza di vedute sulle modalità della lotta. Generalmente il Tak prende di mira soggetti militari, polizia, forze armate, anche se in alcuni casi – come lo scorso sabato – anche civili sono stati coinvolti negli attacchi. Attacchi ripresi dopo la fine del processo di pace, ucciso dal governo dell’Akp che ha preferito l’instabilità alla pacificazione come strategia di consenso.
La guerra lanciata contro il Kurdistan turco, le uccisioni barbare, i raid aerei, gli arresti indiscriminati e la creazione di decine di migliaia di sfollati insieme alla distruzione di intere città kurde a sud est hanno condotto alla ripresa della lotta armata dei gruppi kurdi.
Immediato il divieto per la stampa a mostrare immagini dell’attentato: come accaduto in passato, le autorità turche impediscono di mostrare video e foto del luogo dell’attacco, una vera e propria censura che spesso si allarga anche ai social media, bloccati dai vertici per giorni.
AGGIORNAMENTO ore 12.45 – ERDOGAN: RESPONSABILITA’ KURDA. ATTACCATA SEDE DELL’HDP
A poche ore dall’attacco di questa mattina ad un autobus militare, il presidente Erdogan ha rilasciato una dichiarazione scritta, imputando la responsabilità dell’azione a “l’organizzazione separatista”, aggiungendo che “questo attacco è connesso con gli eventi in Siria e Iraq, la Turchia sta affrontando attacchi congiunti da vari gruppi terroristi”.
Erdogan stavolta non fa direttamente il nome del Pkk, come in passato, seppure l’espressione “organizzazione separatista” sia usata proprio per indicare il Partito Kurdo dei Lavoratori. Ma potrebbe identificare anche il Tak, responsabile degli ultimi attacchi contro le forze armate.
Basta comunque a creare un clima di paura e tensione e ad accendere gli animi di chi imputa ai kurdi e alla sinistra la crisi interna: pochi minuti fa la sede a Kayseri dell’Hdp, partito di sinistra preso di mira con arresti di massa dal governo, è stata assaltata da un gruppo di persone che ha dato alle fiamme gli interni.
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