di Davide Lemmi
Dopo oltre un mese e
mezzo di consultazioni, il Primo Ministro disegnato, Saad Hariri, ha
raggiunto l’accordo tra le parti e ufficializzato la nascita del nuovo
Governo. L’annuncio è avvenuto nella serata di domenica di fronte alle
telecamere della televisione di Stato. Larghe intese e priorità
stringenti, l’esecutivo presieduto dal leader del Movimento
Futuro è composto da 30 ministri e dalla totalità delle forze politiche
dell’Assemblea Nazionale, eccetto il partito cristiano falangista che ha rigettato la proposta di ministero offerta dal neo Premier Hariri.
Gebran Bassil, del Movimento Patriottico Libero, Ministro degli
esteri, Ali Hassan Khalil, Amal, Ministro delle finanze e Nouhad
Machnouk, della coalizione futuro, Ministro degli Interni, la
ripartizione delle cariche ha seguito il copione dell’inclusione. Anche
Yacoub al-Sarraf e Cesar Abou Khalil rientrano nella squadra di Governo,
rispettivamente con le cariche di Ministro della Difesa e Ministro
dell’energia e dell’acqua. “Un nuovo Governo è stato formato”, così il
Premier Saad Hariri davanti alle telecamere della televisione di Stato, “Un
esecutivo di unità nazionale che si metterà a lavoro immediatamente sui
problemi legati all’energia, alla spazzatura e alla distribuzione
dell’acqua”. Il Governo d’intenti, come lo ha definito il
leader del Movimento Futuro, includerà anche tre novità: il ministero
con portafoglio dell’anti-corruzione, il ministero per gli affari
femminili e il ministero per i diritti dell’uomo.
“In cooperazione con il Parlamento, cercheremo di trovare una legge elettorale che soddisfi tutto lo spettro politico”
ancora Hariri, durante il discorso inaugurale, “in cima alle priorità
ci sarà anche la questione sicurezza e la stabilità del paese”. La
guerra civile in Siria torna al centro del dibattito e l’obiettivo
dichiarato è quello di “isolare il paese da influssi negativi
provenienti dall’esterno”. Nel nuovo Governo spazio anche a Hezbollah.
Nonostante in passato Saad Hariri abbia dichiarato numerose volte di
ritenere il “Partito di Dio” responsabile diretto della morte del padre
nel 2005, assegna due ministeri al movimento sciita e perpetua la causa
di Governo di unità nazionale. Un saluto di vicinanza ai cittadini di
Aleppo e la volontà di intervenire sulla questione rifugiati siriani in
Libano, il Primo Ministro annuncia un ministero speciale per i profughi e
compie un appello alla comunità internazionale affinché “si prenda le
responsabilità per aiutare il paese a sopportare il peso dei rifugiati”.
Vero fulcro dell’iniziativa di Governo sarà però la legge elettorale.
Le ultime elezioni in Libano si sono svolte nel giugno del 2009, ma
superati i cinque anni di vita, naturale scadenza per l’organo
rappresentativo, il Parlamento ha avuto due deleghe per affrontare
problemi contingenti, quali rischio jihadismo e stagnazione economica.
Passati due anni dalla normale decadenza dell’Assemblea Nazionale, i
partiti spingono verso nuove elezioni. “Organizzeremo le elezioni a metà
del prossimo anno”, ancora Hariri, “in questo senso il nuovo esecutivo
può essere considerato un Governo ponte”.
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