Con due miliardi di dollari re Salman ha salvato il Rial
yemenita dal collasso causato proprio dai raid aerei della Coalizione a
guida saudita. Allo stesso tempo i suoi aerei continuano a lanciare
bombe sullo Yemen facendo strage di civili. Sale così a tre
miliardi di dollari l’importo totale in valuta fornito sino ad oggi da
Riyadh alla Banca centrale di Aden, alternativa a quella della capitale
Sanaa controllata dai ribelli sciiti Houthi. “Il Regno
dell’Arabia Saudita – ha scritto in un comunicato il governo di Riyadh –
riafferma il suo sostegno all’esecutivo yemenita. Il Regno continuerà
ad assistere lo Yemen nei suoi sforzi per riportare la sicurezza e la
stabilità”.
Tanta generosità nasconde un’amara realtà. Un totale di 9.245
persone sono state uccise in Yemen da quando la Coalizione saudita è
intervenuta nel 2015, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della
sanità. Più di 50.000 sono stati feriti e milioni sono sfollati dalle
loro case. In questo scenario di guerra e morte, il valore del
Rial yemenita è sceso del 50%. Di conseguenza i prezzi del cibo e di
altri generi di prima necessità sono andati alle stelle mentre centinaia
di migliaia di dipendenti dello Stato sono alla fame perché non vengono
pagati da circa un anno.
Qualche giorno fa 17 organizzazioni umanitarie
internazionali* operanti in territorio yemenita hanno chiesto la
riapertura completa e incondizionata del porto di Hudaydah – bloccato
dalla Marina militare saudita – per consentire l’ingresso ininterrotto
di cibo e carburante nel Paese.
Lo scorso novembre, in seguito al lancio di un missile verso Riyadh
da parte dei ribelli yemeniti, l’Arabia Saudita ha imposto il blocco di
tutti i punti di ingresso in Yemen. La recente concessione per
un periodo di trenta giorni della distribuzione di beni commerciali ha
solo attutito brevemente gli effetti del blocco. Inoltre le
incertezze per le compagnie di navigazione, per gli importatori e per i
venditori riguardo a cosa accadrà in futuro contribuisce ad aumentare
l’inflazione che rende inaccessibili l'acquisto di cibo e acqua
pulita per la maggior parte della popolazione. Nel Paese, inoltre, sono
stati individuati oltre un milione di sospetti casi di colera e
centinaia di persone sono affette dalla difterite.
Le Nazioni Unite da parte loro denunciano che oltre 8
milioni di yemeniti sono a rischio di carestia, contro i 6,8 milioni del
2017. Un totale di 22,2 milioni di persone, pari al 76% della
popolazione dello Yemen di 29 milioni, dipende da una qualche forma di
assistenza, con un aumento di 1,5 milioni di persone negli ultimi sei mesi.
*ACTED, Action Against Hunger, CARE International, Danish
Refugee Council, Global Communities, International Rescue Committee,
INTERSOS, Medecins du Monde, Mercy Corps, Norwegian Refugee Council,
Oxfam, Relief International, Save the Children, Search for Common
Ground, Vision Hope International, War Child UK e ZOA
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