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29/01/2018

“Perchè uscire dall’euro è internazionalista”. Un libro per discuterne

Uscire dall’euro è un anacronistico ritorno al nazionalismo o un passaggio necessario per ricostruire una vera solidarietà tra i lavoratori europei? Lo stato nazionale è una anticaglia da relegare al museo della storia o il contesto all’interno del quale la democrazia e i diritti del lavoro possono essere difesi più efficacemente? Obiettivo del libro di Domenico Moro* di prossima uscita, è rispondere a tali domande.

Per farlo, l’autore ripercorre le ragioni dello scetticismo verso lo Stato nazionale e della diffusione del sentimento europeista, dimostrando come l’Europa attuale sia stata edificata in opposizione a quelle aspirazioni. L’integrazione europea si pone in rotta di collisione con le Costituzioni antifasciste e con le garanzie democratiche e i diritti sociali che in oltre due secoli di storia si erano concretizzati nello stato nazionale. Non è un caso, quindi, che si assista all’indebolimento dello stato e al rafforzamento degli organismi sovranazionali.

Lo Stato e i meccanismi decisionali politici, siano essi nazionali o sovranazionali, non sono mai neutrali dal punto di vista degli interessi che difendono. La questione, dunque, è affermare non tanto la sovranità della nazione quanto la sovranità popolare e democratica, contrastando il progetto della élite economica di un governo democratico solo in apparenza e oligarchico nella sostanza. Sono proprio i trattati europei e l’euro ad aver contribuito in modo determinante al ritorno del nazionalismo e della xenofobia a livello di massa per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, accentuando i divari economici e di potere tra i Paesi europei e la polarizzazione sociale all’interno di questi. In questo senso, uscire dalla gabbia dell’euro non significa assumere una posizione nazionalista, al contrario è l’unica strada per ricostruire un concreto internazionalismo.

*Domenico Moro (1964), sociologo ed economista, è ricercatore presso l’Istat. Ha pubblicato diversi volumi sull’economia italiana e internazionale, sulle trasformazioni del sistema politico e sul fondamentalismo islamico, che sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo, portoghese, e croato. Collabora con diverse riviste europee.

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