Occorre impedire che si spengano i riflettori e le analisi sulla tragedia di Pioltello sul treno Cremona-Milano del 25 Gennaio.
Come potrebbe esserlo di fronte alla condizione, tragica e disastrosa, nella quale versa il sistema ferroviario nostrano, anche alla luce di quanto sta emergendo analizzando l’intera situazione dei trasporti locali in Italia.
Alcuni quotidiani vanno elencando i guasti, i ritardi, le mancate manutenzioni e, soprattutto, i morti, vittime di un una logica nel quale la svendita e la privatizzazione di parte del sistema ferroviario nostrano hanno contribuito in parte a queste tragedie.
E fin troppo evidente che si è preferito il profitto e gli investimenti nel “trasporto di lusso “ (le Frecce) a discapito dei treni Intercity e regionali, piuttosto che progetti strategici di potenziamento, manutenzione e intervento atti a rimettere in sesto tratte ferroviarie completamente dimenticate o, addirittura, chiuse.
Verrebbe da dire che gli oltre 3 milioni di passeggeri, a maggioranza pendolari, che usano le Ferrovie dello Stato a volte vanno “incontro”, a loro totale insaputa, ad un “destino cinico e baro”!
Il problema è come le Ferrovie dello Stato hanno utilizzato il denaro pubblico loro assegnato negli ultimi anni. Risorse pubbliche con le quali, oltre a finanziare opere “costosissime” (a volte inutili come la TAV); vengono stornate per favorire la privatizzazione di intere tratte ferroviarie piuttosto che una adeguata programmazione e specifica manutenzione delle tratte usate dai pendolari su treni regionali e periferici.
L’associazione Legambiente, tramite la sua inchiesta “Pendolaria” e relativo rapporto, ci comunica che “Sono pendolari circa 3 milioni di persone che ogni giorno viaggiano in treno”. E’ quella che viene definita l’Italia del binario unico e dei vagoni scassati, dei lavori di manutenzione mai fatti. E’ l’Italia delle stazioni chiuse e delle tratte saltate.
Quante volte abbiamo ascoltato questa frase proveniente dagli altoparlanti delle stazioni ferroviarie: “Per un guasto al materiale rotabile, si annuncia che”, avvisi che annunciano rilevanti ritardi o addirittura la soppressione dei treni regionali.
Secondo l’ultimo studio di Legambiente, le tariffe sono aumentate del 17,8% negli ultimi dieci anni. Ma i treni regionali sono sempre meno. E sempre più vecchi.
Nelle politiche d’intervento previste dal governo attraverso manovre legislative del tipo Sblocca Italia e legge di Stabilità, sono stati destinati quasi 5 miliardi di finanziamenti per le ferrovie (4.859 milioni).
Il problema riguardante lo strategico settore dei trasporti, è nei fatti un problema “sistemico”. Sul piano dei finanziamenti pubblici si può notare come il sistema ferroviario italiano abbia visto decrescere il flusso dei finanziamenti dal 2003 al 2017. Contemporaneamente 931 milioni (il 60,1% del totale dello stanziamento previsto per il settore ferroviario) sono andati a strade e autostrade; mentre solo 386 milioni cioè il 24,9% sono andati alle ferrovie.
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