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22/01/2018

Germania. Il congresso approva il suicidio dell’Spd

Alexander Dobrindt, imprenditore ultracattolico bavarese e ministro dei Trasporti federale in carica dal dicembre 2013, ha definito l’opposizione dei giovani socialdemocratici alle trattative per la formazione di un nuovo governo di coalizione una «rivolta dei nani». Al congresso straordinario della SPD di domenica il loro presidente, Kevin Kühnert, ha dichiarato, invitando i delegati a non aver paura di dire no, che il motto dei giovani è «essere un nano oggi, per poter essere di nuovo dei giganti in futuro». Lui ci crede.

La votazione si è conclusa con un 56,4% di favorevoli, un 43,5% di contrari e 1 astenuto. Ha pesato l’opinione dei dirigenti dei sindacati e quella del gruppo parlamentare, preoccupato per la sorte delle proprie comode e ben retribuite poltrone, oltre che degli interessi dei propri mandanti e delle loro clientele. Le trattative con i democristiani possono iniziare, per concludersi, prevedibilmente, entro febbraio. Resta da vedere se il voto dei 440.000 iscritti alla SPD convaliderà l’accordo di coalizione.

Il presidente del partito, Martin Schulz, fiero avversario di una riedizione della Grosse Koalition in novembre, si è trasformato, in meno di due mesi,in uno strenuo difensore della partecipazione della SPD al governo. In un discorso di mezz’ora, che non ha particolarmente entusiasmato i congressisti, ha dichiarato che “in questo momento la repubblica guarda a noi” e “non si deve governare a qualsiasi costo, è giusto. Ma non si deve neppure non voler governare a qualsiasi costo.” A noi italiani suona un po’ come il «non aderire né sabotare» del PSI all’epoca della I Guerra mondiale.

Il discorso più appassionato è stato quello della presidente del gruppo parlamentare socialdemocratico Andrea Nahles, ministra del Lavoro nel 3° governo Merkel dal dicembre 2013 al settembre 2017. La donna, 25 anni di carriera nel partito, dalla presidenza dei giovani alla direzione, un tempo avversaria della politica neo-liberista di Gerhard Schröder ma compagna di Horst Neumann, membro del Comitato di direzione di Volkswagen, ha dichiarato alla tribuna del congresso che la scelta della SPD di andare a nuove elezioni, malgrado i buoni risultati delle pre-trattative con i democristiani, sarebbe considerata dai tedeschi una follia.

Nella prossima legislatura, la SPD continuerà a fare da ruota di scorta del governo, come dicono i tedeschi. Come questo possa servire a recuperare, almeno in parte, i 10 milioni di elettori che il partito ha perso in meno di 20 anni è un rebus che l’attuale direzione è incapace di risolvere. La fine dell’assistenza sanitaria a due velocità e dei licenziamenti arbitrari e il ricongiungimento familiare dei profughi restano nel libro dei sogni. La SPD ha avviato il «progetto 15%» (alle ultime elezioni ha superato a fatica il 20%) ha affermato il presidente del gruppo parlamentare della «Die Linke», Bartsch.

I 7 milioni di tedeschi che si arrabattano con i minijobs per mettere insieme il pranzo con la cena erano assenti...

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