Ieri al Miur si è svolto un incontro interlocutorio sulla sentenza smaccatamente politica che ha travolto i Diplomati Magistrali, docenti che lavorano da anni per lo Stato italiano alcuni dei quali già immessi in ruolo.
L’amministrazione ci ha chiarito quali sono i numeri dei docenti interessati dalla sentenza e ha rimandato a data da destinarsi la ricerca di una soluzione, dopo aver sentito il parere dell’avvocatura dello Stato.
“Abbiamo con forza sottolineato che una assenza di risposte concrete immediate rappresenta la chiara volontà politica di rimandare alla prossima legislatura la risoluzione di una situazione che sfiora il caos, insomma una decisione pilatesca che è assolutamente inaccettabile” dichiara Luigi Del Prete dell’Esecutivo nazionale scuola dell’Unione Sindacale di Base. “Crediamo che a questo punto la mobilitazione debba essere unitaria, attraverso una piattaforma comune del sindacalismo alternativo” conclude Del Prete.
USB Scuola ritiene fondamentale costruire una piattaforma che sappia unire le lotte:
– degli abilitati della scuola primaria e della scuola dell’infanzia;
– dei docenti precari che protestano contro il percorso di reclutamento FIT;
– del personale ATA sfruttato, precarizzato, vessato e umiliato da una proposta di aumento salariale vergognosa a fronte di carichi di lavoro sempre maggiori;
– dei docenti esiliati dalla mobilità farsa sottoscritta dai sindacati complici negli ultimi due anni;
– di tutti i docenti e di tutto il personale ATA per contrastare le oscene e vergognose proposte liberticide che l’Aran in questi giorni sta portando al tavolo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale.
Occorre proclamare uno sciopero unitario e alternativo che riunisca le lotte di tutti per vincere la battaglia comune per la dignità del nostro lavoro. Chiediamo all’Anief di ritirare lo sciopero degli scrutini che non consente ai lavoratori di scendere in piazza insieme rendendo visibili le lotte di tutti. Solo ritirando lo sciopero degli scrutini sarà possibile consentire al sindacalismo alternativo di indire due giornate di sciopero consecutivo nei primi giorni di febbraio, a cui far seguire altri due giorni di sciopero dopo 10 giorni e così procedere a oltranza fino alle elezioni politiche.
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