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05/01/2020

I progetti militari europei passano da 34 a 47. Spese belliche e riarmo mettono tutti d’accordo

L’Unione Europea accelera l'integrazione politico militare e nell’industria degli armamenti. La riunione del consiglio della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) in materia di sicurezza e difesa del 12 novembre scorso ha portato infatti dai 34 previsti a ben 47 i progetti comuni in questo campo.

La Pesco (Politica comune di sicurezza e difesa) è stata istituita ufficialmente nel dicembre 2017 e comprende 25 dei 28 degli Stati membri dell’UE. La sua priorità è lo sviluppo congiunto di capacità per la Difesa da mettere a disposizione delle operazioni militari dell’UE, rafforzando in tale modo la capacità dell’Unione quale attore internazionale e la massimizzazione dell’efficacia della spesa per la Difesa. Lo scorso 12 novembre, il Consiglio dell’UE ha aggiunto 13 nuovi progetti alla serie iniziale di 17 progetti approvati il 6 marzo 2018 ed alla seconda seri di 17 progetti approvati il 20 novembre 2018. I sette nuovi progetti della politica militare europea approvati lo scorso 12 novembre, coprono diversi settori avanzati.

I principali progetti militari dell’Unione Europea

Il Consiglio ha inoltre approvato il programma UE Collaborative Warfare Capabilities (ECoWAR) definito anche come “guerra collaborativa” coordinato dalla Francia e che comprende Belgio, Ungheria, Romania, Spagna e Svezia. Il progetto serve “per affrontare collettivamente ed efficacemente le minacce imminenti che sono sempre più diffuse, rapide e difficili da affrontare individuare e neutralizzare”. Gli obiettivi prefissati da questo progetto consentiranno alle forze armate all’interno dell’UE di impegnarsi in azioni che richiedono strette interazioni e interconnessioni tra diverse piattaforme di guerra attuali e future, dai sensori agli ‘effector’, “al fine di promuoverne l’efficienza, l’interoperabilità, la complementarità, la loro reattività e la loro capacità di recupero”.

Approvato anche il programma Twister di allarme tempestivo ed intercettazione con sistema di sorveglianza di teatro basato nello spazio, coordinato dalla Francia e coinvolgente Finlandia, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Il programma (Timely Warning and Interception with Space Teathre Survellaince) punta su un sistema missilistico intercettore. Secondo quanto riferisce il gruppo industriale MBDA (boss della missilistica europea, ndr) “il nuovo intercettore multiruolo endo-atmosferico è destinato a contrastare una vasta gamma di minacce tra cui missili balistici di portata intermedia, missili da crociera ipersonici o supersonici, sistemi non-propulsi (o plananti meglio identificati internazionalmente come ‘glider’) ipersonici, missili antinave e bersagli più convenzionali come aerei da caccia di prossima generazione. Questo intercettore (multiruolo) integrerà i sistemi terrestri e navali esistenti e futuri”. Sempre secondo MBDA, la ‘componente intercettore’ del progetto TWISTER diventerà un elemento chiave del contributo dato dai Paesi Europei alla missione di difesa territoriale, della popolazione e delle Forze Armate della NATO, soddisfacendo al contempo il livello di ambizione dell’Unione Europea nel campo della difesa missilistica.

L’altro importante programma che l’Unione Europea ha approvato è rappresentato dall’acquisizione della capacità d’attacco elettronico dall’aria o Airborne Electronic Attack (AEA). Coordinato dalla Spagna comprende Francia e Svezia. Secondo quanto dichiarato, il programma mira a consentire alle forze aeree europee e NATO di operare in sicurezza all’interno dei territori dell’UE, nonché la proiezione delle medesime forze in altre potenziali aree di operazioni. Il forte interesse verso i programmi Airborne Electronic Attack è emerso in tutta la sua importanza nel corso dell’International Fighter Conference 2019 del gruppo IPQC tenutasi a Berlino fra il 12 ed il 14 novembre, dove le principali industrie militari europee hanno presentato le loro proposte in questo settore. Airbus insieme ad un gruppo di industrie e centri di ricerca tedeschi che comprende la società Hensoldt, hanno presentato una proposta che comprende una versione ECR dell’Eurofighter Typhoon con sistema podizzato AEA per soddisfare i requisiti richiesti dal Ministero della Difesa tedesco per un programma a più ampio respiro che comprende piattaforme e soluzioni per lo stand-off jamming, escort-jamming e stand-in jamming. Il forte interesse dell’Unione Europea e della NATO verso la capacità AEA e la risposta industriale da parte dei principali gruppi industriali europei indica anche che questo settore ambisce ad un importante potenziale mercato internazionale al riguardo.

C’è poi il progetto per il drone militare europeo che coinvolge l’Italia come coordinatore insieme a Francia e Romania. Il programma per il drone europeo è definito in sigla ‘Global RPAS (Remotely-Piloted Air Systems) Insertion Architecture System’ ed è destinato a sviluppare un drone con “una architettura solida e persistente di modellazione e simulazione (M&S) per analizzare, valutare e definire procedure innovative legate ai sistemi aerei a pilotaggio remoto o RPAS, compreso l’inserimento e l’integrazione nel Sistema del Cielo Unico Europeo (Single European Sky, SES)”. Scopo del programma è anche quello di istituire un centro di competenza multinazionale in grado di garantire lo sviluppo di concetti, dottrine e standardizzazione per l’uso di aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System o UAS) e sistemi di contrasto dei medesimi o Counter-UAS, nonché una formazione di base e avanzata su RPAS selezionati.

Ci sono poi i droni sottomarini previsti nel programma Maritime Unmanned Anti Submarine System (MUSAS) coordinato dal Portogallo e la partecipazione di Francia, Spagna e Svezia, che ha come obiettivo lo sviluppo e la realizzazione di un’architettura di sistema avanzata di comando, controllo e comunicazione (C3) di mezzi autonomi per la lotta antisommergibile (ASW). Il sistema punta a rafforzare la protezione delle infrastrutture sottomarine di elevata importanza come i cavi, le condotte e l’impiantistica dei giacimenti energetici, fornendo una pronta risposta con adeguati livelli di forza alle intrusioni o alle minacce alle linee di comunicazione marittime. Il programma MUSAS mira a sviluppare e fornire un’architettura di sistema avanzata di comando, controllo e comunicazione (C3) di differenti sistemi senza pilota operanti nel contesto marittimo, integrando assetti e sensori multipli nell’ambito di un network distribuito che possa offrire una ‘superiorità informativa’ per la lotta contro minacce subacquee a forze navali, infrastrutture e traffico commerciale.

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