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02/02/2020

La primadonna barbuta

di Alessandra Daniele

Matteo Salvini è il prodotto finale del berlusconismo, di quella politica-spettacolo nella quale le due categorie s’identificano completamente. Più che alla famiglia sovranista, Salvini appartiene alla famiglia Kardashian del reality omonimo. È una Kardashian barbuta.

Il suo fallimento in Emilia Romagna non è un incidente di percorso, è l’effetto inevitabile del suo limite strutturale.

Capace d’una sola modalità espressiva, Salvini è quello che si definisce “one trick pony”, un cavallo da circo che sa fare un solo numero, un solo trucco.

Quindi, se il suo trucco fallisce, se il suo numero ha davvero rotto i coglioni, il suo declino è irreversibile, perché non sa e non può cambiarli senza cancellare la sua stessa identità.

Un Salvini “moderato” è impossibile, com’è impossibile una Kardashian sobria e riservata.

E un Salvini perdente alla destra non serve più. Fratelli e Forzisti stanno già affilando i lunghi coltelli, se il Capitone dovesse perdere anche Toscana, Puglia, Campania, sarà lui a finire sul menù.

Se Matteo Salvini è in crisi come acchiappavoti, è però ancora efficiente come spaventapasseri, come spauracchio. La sua campagna elettorale in Emilia Romagna è stata infatti molto efficace nello spingere la maggioranza degli astensionisti, degli elettori grillini superstiti, nonché di quelli berlusconiani a votare il renziano Bonaccini, aggiornando il classico appello di Montanelli in un “Tappatevi il naso e votate PD”.

La reazione di Salvini finora è stata cercare di usare l’epidemia in Cina contro i migranti africani.

È irrecuperabile.

L’effetto Salvini-citofono-casa però non basta a spiegare la totale disfatta del Movimento 5 Stelle, sparito anche dalla Calabria dove nel 2018 aveva superato il 40%.

Perché è strutturale anche il crollo del M5S, un castello di carte costruito su iperboliche false promesse di cambiamento epocale completamente tradite, e ormai ridotto a una poltiglia trasformista annidata negli interstizi del potere, a sostegno dell’ennesimo governo PD.

Meno di due anni dopo le elezioni politiche del 4/3/18, della “grande ondata sovranista” è rimasta solo una risacca catramosa, che sta riportando a galla proprio quei polpi renziani e berlusconiani che prometteva di affondare.

Buon due febbraio, il Ģiorno della Marmotta continua.

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