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09/09/2020

USA - I sindacati verso lo sciopero per la giustizia sociale

È raro che nei media nostrani, quando si parla di Martin Luther King, si faccia riferimento al suo tentativo di coniugare la questione dei diritti civili con l’organizzazione di classe.

Come riporta l’articolo che abbiamo tradotto: «Nonostante molti sindacati abbiano una lunga storia di esclusione di lavoratori a causa del loro genere o della loro razza, l’unione fra la giustizia razziale e il movimento dei lavoratori va avanti da decenni. Quest’alleanza è stata storicamente messa in rilievo durante la Marcia per il Lavoro e per la Libertà del 1963, che portava avanti la visione del Rev. Martin Luther King e del Rev. John Lewis e che era organizzata da A. Philip Randolph, un’icona nera nel movimento dei lavoratori.»

Questa battaglia dei leader neri continua fino ad oggi, considerando due fattori rilevanti. Da un lato la condizione specifica degli afro-americani non ha fatto che aggravarsi durante la pandemia, e dall’altro tra i lavoratori Neri vi è un tasso di sindacalizzazione tra i più elevati: «Oggi i lavoratori di colore sono molto più sindacalizzati di qualsiasi altro segmento della forza lavoro a causa dei decenni di collaborazione fra i lavoratori e gli attivisti del movimento per i diritti civili» riporta l’articolo citando T. Sugrue.

«“Quella connessione si è solo intensificata per via dell’importanza dei lavoratori di colore, in modo particolare gli afroamericani, nel movimento dei lavoratori”», riferisce questo storico dell’Università di New York.

Insieme alla violenza sistemica di cui sono vittime gli afro-americani – che si tratti dell’incarcerazione di massa o delle continue aggressioni poliziesche – la disoccupazione ha fatto perdere loro la copertura sanitaria ed aumentato la vulnerabilità abitativa, mentre chi ha mantenuto il lavoro si è trovato nelle posizioni più esposte al contagio: dalle lavoratrici del settore sanitario ai lavoratori che operano nei magazzini della grande distribuzione, oppure nella ristorazione, agli insegnanti.

In questo quadro, da fine maggio, si sono sviluppate sia le mobilitazioni di Black Lives Matter sia quelle di un “nuovo movimento sindacale” rank and file che l’avevano precedute, che per certi versi ricordano gli albori del movimento sindacale industriale – la CIO – durante la Grande Depressione.

Oltre a queste, una parte importante è stata svolta dagli scioperi dei detenuti a marzo, essi stessi lavoratori ridotti ad una condizione di semi-schiavitù e tra i più esposti, per le condizioni di prigionia, al rischio contagio.

Abbiamo visto quattro momenti importanti in cui le rivendicazioni della parte più cosciente del movimento operaio si sono intrecciate a quelle di Black Lives Matter, da fine maggio.

Il primo avvenimento è stato lo sciopero degli autisti degli autobus a Minneapolis, la città del Minnesota in cui è stato ucciso George Floyd e dove per primi sono scoppiato i riots: «Circa 400 sindacalisti hanno sottoscritto una petizione online, aprendo la pagina FB Union members for #justiceForGeorgeFloyd e gli autisti degli autobus aderenti all’Union Bus Drivers si sono rifiutati di trasportare agenti e persone arrestate, non volendo collaborare con la macchina repressiva contro i manifestanti. Particolarmente solidali si sono dimostrati gli insegnanti e i lavoratori dei magazzini di Amazon.»

Il secondo momento importante è stato lo sciopero dei lavoratori portuali della Costa Ovest organizzato il 19 giugno – il giorno in cui si festeggia la fine della schiavitù a conclusione della guerra civile nel 1865 – mentre dopo più di un mese dopo, il 20 luglio, una coalizione di sindacati e di gruppi che si muovono su campagne specifiche ha organizzato lo “strike for black lives”.

L’ultimo avvenimento è stato lo sciopero politico dei giocatori delle leghe professionistiche nord-americane, che ha lasciato un segno profondo e ha ispirato una ripresa di iniziativa da parte di quell’arco di forze che avevano organizzato scioperi e manifestazioni del 20 luglio.

Uno sciopero – erroneamente definito “boicottaggio” da alcuni commentatori sportivi – che ha direttamente influenzato la parte più cosciente del movimento operaio nord-americano, è stato ferocemente attaccato dai Repubblicani mentre i democratici – per iniziativa dello stesso Obama – hanno tentato velocemente di farlo rientrare.

“Ci hanno ricordato che quando scioperiamo astenendoci dal lavoro abbiamo il potere di paralizzare un ingiusto stato di cose presenti”, ha dichiarato un leader sindacale.

Abbiamo quindi tradotto questo articolo dell’Associated Press del 5 settembre, ripreso da differenti testate statunitensi, per cercare di far comprendere il livello di dibattito in una parte del movimento sindacale, l’efficacia delle azioni fino a qui intraprese, e le nuove iniziative che si profilano all’orizzonte.

Considerando che tali organizzazioni rappresentano milioni di lavoratori, cià da l’idea di come sia un movimento di massa, e quindi un tassello fondamentale per comprendere lo scontro in atto che sta assumendo sempre più il profilo di una vera e propria “guerra civile” a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali.

Buona lettura

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NEW YORK (AP) – Prima della Festa del lavoro, i sindacati che rappresentano milioni di persone in diversi settori della classe operaia stanno minacciando di autorizzare uno sciopero del lavoro a supporto di Black Lives Matter in mezzo agli appelli per misure concrete che rispondano all’ingiustizia razziale.

In una dichiarazione inviata alla Associated Press, i leader dei lavoratori che rappresentano gli insegnanti, gli operai del settore auto, i camionisti e gli impiegati, fra gli altri hanno dichiarato che per la giornata di venerdì saranno disponibili ad intensificare le tattiche di protesta per forzare i legislatori locali e federali a prendere decisioni concrete per riformare la polizia e il razzismo sistemico. Hanno detto che gli scioperi, se dovessero essere obbligati a continuarli, dureranno per tutto il tempo necessario.

“Lo status quo – ovvero la polizia che uccide persone di colore, i nazionalisti bianchi armati che uccidono i dimostranti, i milioni di malati e i crescenti disperati – è chiaramente ingiusto, e non può continuare”, fa presente una dichiarazione. È stato indicato da diversi rami della Federazione dei Dipendenti degli stati americani, delle contee e dei municipi, dal sindacato internazionale dei dipendenti dei servizi, e affiliati dell’Associazione nazionale dell’Educazione.

Il più ampio movimento dei lavoratori è stato esplicito sin dal 25 maggio, giorno dell’uccisione di George Floyd, un afroamericano ammanettato che è morto dopo che un poliziotto bianco ha schiacciato il proprio ginocchio sul collo di Floyd per circa otto minuti, in seguito ad un arresto per denaro contraffatto.

La morte di Floyd a Minneapolis ha dato inizio a una marea di proteste e agitazioni senza precedenti da costa a costa durante quest’estate. A luglio, i sindacati hanno indetto un’intera giornata di sciopero con i lavoratori del settore terziario, delle catene di fast-food e della gig economy (l’economia delle piattaforme) per denunciare la mancanza di protezioni contro la pandemia da coronavirus per i lavoratori essenziali, che sono sproporzionatamente ispanici e afro-americani.

Ora, sulla scia della sparatoria di Jacob Blake ad agosto, che è stato ferito gravemente da un poliziotto bianco a Kenosha, Wisconsin, i leader dei sindacati stanno dicendo che seguiranno l’esempio degli atleti professionisti che la scorsa settimana hanno scioperato dopo la sparatoria.

I campionati di Basket, baseball e tennis sono stati posticipati. Alcuni giocatori hanno ripreso il gioco solo dopo aver parlato con la lega ufficiale sui modi per supportare le pressioni per la riforma della polizia e per ricordare le vittime della violenza poliziesca e di quella dei vigilantes.

“Ci hanno ricordato che quando scioperiamo astenendoci dal lavoro abbiamo il potere di paralizzare un ingiusto stato di cose presenti” ha detto il leader sindacale in una dichiarazione.

“Facciamo da megafono alla richiesta ai governi locali e federali di togliere i finanziamenti alla polizia, di ridistribuire la ricchezza rubata dalla classe dei miliardari, e di investire in quello di cui ha bisogno il nostro popolo per vivere in pace e in abbondanza, con dignità: l’assistenza sanitaria e le politiche abitative che si rivolgano a tutti, i programmi di lavoro pubblici e l’assistenza finanziaria, e sicure condizioni lavorative” si legge nella dichiarazione.

Fra i sindacati di supporto uno rappresenta gli insegnanti della scuola pubblica del Wisconsin che, prima della regolare apertura delle scuole per metà settembre, spinge con urgenza i legislatori dello stato a varare le riforme della polizia e contro il razzismo sistemico.

“Esprimiamo la nostra solidarietà a Jacob Blake e alla sua famiglia, e a tutte le comunità che stanno lottando per difendere le vite delle persone di colore dalla violenza della polizia e dei vigilantes”, ha detto all’AP la presidente dell’Associazione degli insegnanti di Milwaukee Amy Mizialko.

“Sciopereremo domani? No,” ha detto la presidente degli educatori uniti di Racine Angelina Cruz, che rappresenta gli insegnanti nella comunità che confina con Kenosha. “Stiamo discutendo con i nostri membri e con il movimento nazionale dei lavoratori su come intensificare le nostre tattiche per fermare il fascismo e vincere l’ingiustizia? Sì.”

Il sindacato dei lavoratori delle imprese no-profit, che rappresenta diverse centinaia di professionisti che collaborano con più di 25 gruppi per i diritti civili e di organizzazioni per la ricerca sulle questioni pubbliche, ha detto all’AP che sottoscrive le dichiarazioni del sindacato perché “la lotta per i diritti dei lavoratori, per i diritti civili e per la giustizia razziale sono strettamente connesse”.

A livello federale, la Camera dei Rappresentanti controllata dai Democratici ha già cercato di fare giustizia per George Floyd modificando il regolamento della Polizia, che proibirà l’uso da parte delle forze dell’ordine di manovre che stringono la gola e farà finire l’immunità per gli agenti, insieme ad altre riforme. La misura sta attendendo il passaggio in Senato.

Un progetto di legge sulla riforma della polizia fatta dai Repubblicani, introdotto a giugno dal senatore della Carolina del Sud Tim Scott, non ha passato l’iter di voto al Senato perché i Democratici sentivano che la misura non faceva passi avanti nelle considerazioni sulla responsabilità degli agenti.

Nel frattempo i funzionari – che prestano servizio in corpi governativi in più di una dozzina di città americane, incluse Seattle, San Francisco, New York City e Austin, Texas – hanno votato per abbassare il finanziamento ai loro dipartimenti di polizia e ricollocare quei soldi presso i servizi per la salute mentale, per i senzatetto e l’educazione.

Nonostante molti sindacati abbiano una lunga storia di esclusione di lavoratori a causa del loro genere o della loro razza, l’unione fra la giustizia razziale e il movimento dei lavoratori va avanti da decenni.

Quest’alleanza è stata storicamente messa in rilievo durante la Marcia per il Lavoro e per la Libertà del 1963, che portava avanti la visione del Rev. Martin Luther King e del Rep. John Lewis e che era organizzata da A. Philip Randolph, un’icona nera nel movimento dei lavoratori.

Oggi i lavoratori di colore sono molto più sindacalizzati di qualsiasi altro segmento della forza lavoro a causa dei decenni di collaborazione fra i lavoratori e gli attivisti del movimento per i diritti civili, ha detto il professore della New York University e storico dei diritti civili Thomas Sugrue.

“Quella connessione si è intensificata per via dell’importanza dei lavoratori di colore, in modo particolare gli afroamericani, nel movimento dei lavoratori”, ha detto Sugrue.

I dipendenti pubblici e privati stanno affrontando un momento alla “which side are you on?” a causa del sempre maggiore supporto al movimento BLM, ha fatto presente Maurice Mitchell, direttore nazionale dell’organizzazione delle famiglie dei lavoratori e dirigente dell’organizzazione nel Movimento per le Vite di Colore, una coalizione nazionale di 150 organizzazioni dirette da persone di colore.

“Se fossi un dirigente che dovesse decidere se accettare o meno le richieste dei sindacati, sarei spaventato”, ha detto Mitchell. “Questo Movimento si sta espandendo. Siamo stati costantemente nelle strade, ci stiamo costruendo una rappresentanza, e ora stiamo vedendo questa discussione ai vertici dei sindacati”.

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