Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

12/11/2023

Il fascino indiscreto della schedatura di massa

C’era una volta la stampa anglosassone, scuola di formazione liberaldemocratica, che insegnava – o pretendeva con successo di farlo – a “separare i fatti dalle opinioni”, acciocchè il lettore potesse formarsi la propria opinione, anche se differente da quella dell’articolista.

È forse utile ricordare che “il lettore” di quel tempo – prima della seconda guerra mondiale, diciamo – era quasi sempre un membro della borghesia, nelle sue innumerevoli figure (imprenditore, insegnante, commerciante, professionista, ecc.), e dunque parte consapevole della “classe dirigente”, ancorché in posizione gerarchicamente dipendente dalla ricchezza posseduta.

Non è più così, evidentemente.

Uno dei templi dell’informazione liberale è arrivato al punto da invitare i propri lettori a riempire quella che da sempre è una “scheda segnaletica” in formato questura, ad uso degli informatori infiltrati nei movimenti anche solo un poco “alternativi”.

Le domande sono assai poco equivocabili:

Parteciperai alla manifestazione per la Palestina?

Perché?

Come ti chiami?

Dove abiti?

Che lavoro fai?

Ci lasci una tua foto?

Ci lasci telefono e mail?

Possiamo pubblicare la tua risposta?


Più o meno quelle che la Fiat chiedeva ai suoi “guardioni” dentro gli stabilimenti per schedare illegalmente i dipendenti più attivi nel sindacato.

Visto lo stato delle lotte operaie, ora la preoccupazione dei liberal-imperialisti ha cambiato “item”: la Palestina.

Attendiamo con pazienza analoghi “scoop” sul tema Ucraina, Cina, Africa, ecc.

È forse utile che i (sempre meno) lettori contemporanei dei quotidiani generalisti sono ormai socialmente “generici”. I ceti borghesi, infatti, si sono spostati sulle testate specializzate (Financial Times, Economist, Bloomberg, ecc.).

Dunque per sapere che tipo di lettore hanno i primi, bisogna per forza schedarli.

E condividere i dati con Scotland Yard, MI6, Mossad, Cia, ovviamente...

I media hanno cambiato funzione, in qualche misura: dall’ammaestramento dell'”opinione pubblica” alla caccia all’uomo contro chi pensa con la propria testa.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento