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15/02/2024

12 paesi chiedono alla FIFA di escludere Israele dal Mondiale

La Federazione Internazionale delle Associazioni di Calcio (FIFA) ha rivelato giovedì 8 febbraio di aver ricevuto una richiesta avanzata pochi giorni fa da 12 federazioni facenti parte dell’ente che difendevano l’esclusione di Israele dalle competizioni calcistiche nelle selezioni fintanto che durano i bombardamenti e gli attacchi militari di terra contro la Striscia di Gaza.

Il sito Sky News ha pubblicato l’elenco della metà dei firmatari del documento, tra cui figura la Federcalcio Palestinese – riconosciuta dalla FIFA e con diritto a partecipare ai tornei organizzati dall’ente – oltre ad Arabia Saudita, Giordania, Qatar, Iran ed Emirati Arabi.

Il testo presentato alla FIFA è stato redatto dal presidente della Federcalcio Giordana, Ali bin Al Hussein, che è anche presidente della Federcalcio dell’Asia Occidentale (WAFF).

Il documento esorta il massimo organo del calcio mondiale ad “assumere una posizione decisiva contro le atrocità commesse in Palestina e i crimini di guerra a Gaza, condannando l’uccisione di civili innocenti, inclusi giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti“.

“Tendiamo anche a vedere la distruzione delle infrastrutture calcistiche come stadi e sedi dei club. È necessario creare un fronte unito per isolare la Federcalcio israeliana da tutte le attività legate al calcio fino alla fine di questi attacchi di aggressione“, ha aggiunto il dirigente giordano.

Inoltre, la richiesta evidenzia che l’offensiva militare israeliana ha ucciso quasi 30.000 civili palestinesi, tra cui più di 13.000 bambini. “La crisi umanitaria a Gaza richiede una risposta inequivocabile e decisiva da parte della comunità calcistica mondiale. Come membri, soggetti allo statuto della FIFA, rimaniamo uniti nella nostra promessa di difendere tutti i diritti umani riconosciuti a livello internazionale”, ha affermato Al Hussein.

L’ente sportivo però non si è espresso sul caso, menzionando solo l’esistenza della richiesta. Se la richiesta verrà accettata, le squadre israeliane saranno automaticamente escluse da tutte le principali competizioni calcistiche mondiali.

In questo ipotetico scenario, Israele non potrebbe disputare le eliminatorie ai prossimi Mondiali maschili, il che impedirebbe al paese anche di raggiungere la fase finale del torneo, che si disputerà negli Stati Uniti, Messico e Canada nel 2026.

Si tratta, di fatto, della stessa punizione applicata dalla FIFA alla Russia, poco dopo l’inizio dell’invasione militare dell’Ucraina, nel febbraio 2022. Quella decisione era stata presa su richiesta della Unione Europea di Calcio (UEFA) e della Federazione degli Stati Uniti.

Il divieto russo funge ora da precedente per l’iniziativa contro Israele. Nel documento presentato alla FIFA, i 12 paesi firmatari sostengono che applicare la stessa sanzione a Tel Aviv sarebbe “la cosa più coerente” e suggeriscono che l’ente sportivo sarebbe marcato negativamente se decidesse di assumere due posizioni diverse rispetto a questi due casi.

Questa è la seconda petizione a favore dell’esclusione di Israele dalle principali competizioni sportive.

Nel gennaio di quest’anno, la Conferenza d’Emergenza Palestina, tenutasi a Londra, ha proposto una serie di sanzioni volte a costringere Tel Aviv non solo a cessare il fuoco nella Striscia di Gaza, ma anche a porre fine al regime di apartheid contro i palestinesi e ad accettare la creazione di uno Stato palestinese sovrano.

Tra le sanzioni richieste nel documento finale di quell’evento c’è l’esclusione di Israele dalla FIFA e anche dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Questo secondo atto significherebbe escludere gli atleti israeliani dai Giochi Olimpici che si terranno quest’anno a Parigi.

La risposta di Israele

Il direttore esecutivo della Federcalcio israeliana, Niv Goldstein, ha rilasciato giovedì le sue dichiarazioni, ripudiando quella che ha classificato come “l’implicazione di questioni politiche in temi che dovrebbero essere puramente sportivi”.

“Ci concentriamo esclusivamente sulle missioni calcistiche. Sogniamo di qualificarci per gli Europei del 2024 e mi auguro con ansia che si possa raggiungere la pace in altri settori”, ha detto il dirigente israeliano, che si è detto tranquillo riguardo alla partecipazione del suo paese ai tornei FIFA e UEFA in questo e nei prossimi anni.

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