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02/02/2024

Guerra in Ucraina - Nuovi sviluppi nella lotta di potere in corso a Kiev

di Francesco Dall'Aglio

Zalužnyj resta il Comandante in Capo delle FFAA ucraine, ma quello che è successo davvero tra lui e Zelensky non lo sappiamo e probabilmente ci vorrà un bel po' prima di avere qualche certezza. La versione che si considera più accreditata è che al generale sia stato proposto di dimettersi, per motivi non chiari: richiesta evidentemente respinta dall'interessato, al quale pare non sia stato prospettato alcun incarico sostitutivo (ieri si parlava di un posto da ambasciatore, ma col passare delle ore questa versione è venuta meno).

Oliver Carroll, il corrispondente da Kiev dell'Economist (non esattamente un foglio filoputiniano) mantiene il punto e viene per questo accusato da quello che resta dell'invincibile armata dei NAFO di essere al soldo della Russia (vedi qui). Mantiene il punto anche ZN, che continua a pubblicare nuovi dettagli sulla vicenda.

Che la notizia sia vera o sia falsa, è interessante che sia venuta fuori - paradossalmente, più interessante se fosse falsa - così come è interessante che l'Economist la sostenga: perché non scredita Zalužnyj, che ha incassato la solidarietà di buona parte dell'opinione pubblica, ma Zelensky. Se il presidente voleva tentare un colpo di mano contro il generale, non solo non c'è riuscito ma ha messo a rischio eventuali tentativi futuri. Ma poi perché proporgli le dimissioni, e proprio ora?

C'entra forse l'ondata di arresti appena effettuata dall'SBU per un caso molto eclatante di corruzione ai vertici dell'esercito (Zalužnyj non è minimamente implicato), accusati di avere intascato cifre pari a 40 milioni di $ (non mi pare da noi se ne sia parlato, qui l'articolo della Reuters)?

O forse, più probabilmente, l'arrivo proprio ieri a Kiev di tre ispettori statunitensi, uno del Dipartimento di Stato, uno del Dipartimento della Difesa e uno dell'USAID, per verificare che fine sta facendo l'assistenza degli Stati Uniti (qui ne da notizia l'ambasciatore USA a Kiev)?

Dal canto suo, Zalužnyj non ha commentato la vicenda, limitandosi a postare ieri su Facebook questa foto insieme al capo di Stato maggiore Sergii Šaptala, a riprova ulteriore del fatto che l'esercito è con lui e che se glielo vogliono levare di mano dovranno lavorare parecchio. Inutile dire che a Mosca non sono affatto dispiaciuti di tutto questo clamore.

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