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09/02/2024

Quante balle sul traffico marittimo nel Mar Rosso. Il problema è l’eccesso di offerta

Le azioni del colosso danese delle spedizioni marittime Maersk sono crollate. Colpa degli Houthi dello Yemen? No, tutt’altro. Le azioni sono crollate dopo che si sono palesate prospettive di utili incerte per il 2024 legate a un eccesso di offerta di navi portacontainer e solo in parte agli attacchi dei ribelli yemeniti nel Mar Rosso.

La previsione negativa è arrivata dopo che gli utili della Maersk del 2023 hanno dovuto fare i conti con un eccesso di capacità nel settore marittimo, il che ha causato un calo delle tariffe di trasporto dopo gli anni della “pacchia” a seguito della pandemia di Covid.

Il gruppo Maersk ha registrato un calo di oltre sette volte del suo utile netto lo scorso anno, sceso a 3,8 miliardi di dollari, rispetto ai 29,2 miliardi di dollari del 2022. Le sue entrate sono scese a 51 miliardi di dollari rispetto agli 81,5 miliardi di dollari dell’anno precedente.

Il prezzo delle azioni di Maersk ha chiuso giovedì in ribasso di quasi il 15% alla borsa di Copenaghen, danneggiato anche dall’annuncio della società di sospendere il suo piano di riacquisto di azioni.

Le tariffe del trasporto marittimo erano aumentate vertiginosamente nel 2022 a causa della carenza di capacità determinata dell’elevata domanda a seguito della fine delle restrizioni dovute alla pandemia di COVID.

“L’elevata domanda alla fine ha iniziato a normalizzarsi quando le congestioni si sono attenuate e la domanda dei consumatori è diminuita, portando a un eccesso di scorte”, afferma la Maersk nel suo report sugli utili aziendali.

Questa “correzione” ha portato “a un rapido e forte calo dei volumi e delle tariffe spedite” a partire dalla fine del terzo trimestre del 2022. Nel report si prevede che le “sfide dell’eccesso di offerta” nel settore del trasporto marittimo “si materializzeranno pienamente” nel corso del 2024, afferma la Maersk.

Il gigante dei trasporti marittimi ha così abbassato le sue previsioni per il 2024 per il suo utile core – utili prima di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento – a un intervallo compreso tra 1 e 6 miliardi di dollari.

“Rimane un’elevata incertezza sulla durata e sul grado dell’interruzione del Mar Rosso, con la durata da un trimestre a un anno intero riflessa nell’intervallo di riferimento”, afferma il report della Maersk.

Il presidente della compagnia, Robert Maersk Uggla e l’amministratore delegato Vincent Clerc affermano nel report che “il 2023 si è concluso con molteplici attacchi angoscianti a navi da carico nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden”, sottolineando che due navi della compagnia erano state prese di mira. “Siamo inorriditi dall’escalation di questo sfortunato conflitto”, dicono i due amministratori.

L’agenzia Reuters fa sapere che l’amministratore delegato di Maersk, Vincent Clerc, ha dichiarato ai giornalisti che il numero di nuove navi in arrivo sul mercato è circa il doppio rispetto alla capacità extra necessaria per inviare le navi in Africa. La spinta della pandemia sui profitti del trasporto marittimo ha portato a un’ondata di nuovi ordini di navi portacontainer. Le navi consegnate alla fine dell’anno scorso sono state utilizzate per coprire i vuoti creati da navigazioni più lunghe intorno all’Africa, ma l’eccesso di capacità si concretizzerà completamente solo nel 2024, per poi farsi sentire nel 2025 e forse nel 2026, ha affermato Clerc. “Vedremo che ci sono troppe navi nel mondo rispetto al numero di container che devono essere trasportati”, ha detto. “Anche se tra un anno navigheremo ancora a sud dell’Africa, l’eccesso di capacità e la pressione sui prezzi persisteranno”.

Nel Mar Rosso di solito transita circa il 12% del commercio marittimo globale. La Maersk e altre compagnie di navigazione hanno deviato le navi lontano dal Mar Rosso, prendendo la rotta più lunga e costosa intorno alla punta meridionale dell’Africa.

A fine febbraio una flotta militare europea andrà nel Mar Rosso con la missione “Aspides” per tutelare i traffici marittimi di compagnie come la Maersk, ma accollare ai miliziani houthi dello Yemen i guai di un settore che ha fatto affari d’oro a seguito della pandemia di Covid ed ora sta facendo i conti con un eccesso di offerta di navi per i trasporti marittimi, è una ennesima e sanguinosa bugia dei governi occidentali.

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