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01/05/2024

La Corte Penale Internazionale è a Gaza per indagare sui crimini di guerra. Panico nel governo israeliano

I procuratori della Corte Penale Internazionale (Cpi) hanno cominciato a interrogare come testimoni il personale dei due maggiori ospedali di Gaza. È quanto hanno riferito due fonti a Reuters, in quella che è la prima conferma che gli inquirenti della Corte hanno parlato con i medici di possibili crimini nella Striscia di Gaza.

Secondo le fonti gli inquirenti della Cpi hanno raccolto testimonianze dal personale che ha lavorato nell’ospedale principale di Gaza, nel nord dell’enclave, Al Shifa, e nell’ospedale principale di Khan Younis, nel sud, Nasser.

Le fonti non hanno voluto fornire ulteriori dettagli, dimostrandosi preoccupate per la sicurezza dei potenziali testimoni.

Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan ha dichiarato lunedì di essere profondamente preoccupato per le notizie di bombardamenti e potenziali incursioni a terra da parte delle forze israeliane nella città meridionale di Gaza, Rafah. Khan ha postato su X dopo gli attacchi aerei nella città che è l’ultimo rifugio di circa un milione di civili sfollati.

Il procuratore ha dichiarato che il tribunale sta “indagando attivamente su qualsiasi crimine presumibilmente commesso” a Gaza e che “coloro che violano la legge saranno chiamati a risponderne”.

Le parole e le azioni avviate dalla CPI stanno seminando il panico nel vertice di governo israeliano per la paura di essere incriminati per crimini di guerra.

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha dato istruzione alle delegazioni diplomatiche all’estero di “prepararsi a una grave ondata di manifestazioni antisemite, antiebraiche e anti-israeliane a livello globale” nel caso che la Corte Penale Internazionale emetta nei prossimi giorni dei mandati d’arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi.

Katz ha esortato la Corte Penale Internazionale a non emettere tali mandati e a respingere le false premesse su cui si baserebbero.

“Se verranno emessi, quei mandati colpiranno i comandanti e i soldati delle Forze di Difesa israeliane impegnati nella difesa del paese e sproneranno ulteriormente l’organizzazione terroristica Hamas e l’asse islamista estremista capeggiato dall’Iran contro il quale stiamo combattendo. Israele – ha proseguito il ministro israeliano – opera nel pieno rispetto di tutte le leggi di guerra, accompagnato da un sistema legale solido e indipendente, e fornisce estesi aiuti umanitari alla popolazione di Gaza in collaborazione con organismi internazionali, nonostante Hamas usi la popolazione civile come scudi umani, aggredisca e complichi la consegna degli aiuti”.

Una dichiarazione, quella del ministro Katz, che contrasta fortemente con i fatti emersi in questi sei mesi di stragi e punizioni collettive contro la popolazione palestinese a Gaza.

Occorre rammentare che la Corte Penale Internazionale ha giurisdizione solo nei paesi che vi aderiscono, e Israele e Stati Uniti non sono tra questi. Vi ha aderito invece l’Autorità Palestinese ed altri 123 paesi. Non hanno aderito neanche Russia e Cina. Altri 32 paesi hanno aderito ma non hanno ancora ratificato il trattato.

È bene infine sottolineare che l’indagine presso la Corte penale internazionale (CPI) – che processa persone accusate di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio – è una indagine parallela ma separata dall’accusa di genocidio avviata contro Israele dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia (CIG), anch’essa con sede all’Aia.

Proprio quest’ultima non procederà, per ora, contro la Germania per la vendita di armi a Israele, ma non chiude neanche il caso.

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja, ha infatti respinto la richiesta del Nicaragua di ordinare alla Germania di sospendere gli aiuti militari e di altro tipo a Israele. La Corte ha affermato che le condizioni legali per emettere un simile ordine non erano soddisfatte ma ha anche precisato di non aver respinto la richiesta e di volerla approfondire. Il collegio di 16 giudici ha infatti rifiutato di respingere del tutto il caso, in cui il Nicaragua sostiene che la Germania sta permettendo il genocidio a Gaza, il che significa che continuerà ad essere ascoltato in tribunale.

Il Nicaragua con il suo esposto ha cercato di persuadere la Corte Internazionale di Giustizia che le vendite di armi tedesche rendevano la Germania complice del genocidio dei palestinesi (sul quale la Corte deve però ancora pronunciarsi, ndr).

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