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14/10/2013

Pisa: in mare rifiuti radioattivi militari


Cosa hanno seppellito le forze armate italiane sotto l'ordine dello Stato Maggiore e del ministero della Difesa tricolore nella pineta del parco di Migliarino San Rossore?



Bentornati in riva al mar Tirreno, all'interno di un'area naturalistica "protetta" solo sulla carta, dove sorge una centrale nucleare militare sottoposta a segreto di Stato, esclusa un decennio fa dalla contabilità nucleare dell'Italia.



Nella solita disattenzione e distrazione generale che caratterizza la repubblichetta degli omissis, va in onda il disastro nucleare, ed al contempo si tranquillizza l’opinione pubblica con menzogne più o meno spudorate riverniciate dagli epigoni locali della scienza sotto il controllo del potere militare. Addirittura lo scarico a mare di rifiuti radioattivi ora diventa normale, anzi una routine. Del resto lo Stato italiano - come altre nazioni occidentali e non - ha iniziato ad affondare scorie atomiche in mare nel remoto 1967 (atti ufficiali dell'Unione europea alla mano).


 Recita il lancio Ansa del 9 gennaio 2013: «Le acque contaminate della piscina di raffreddamento dell'ex reattore nucleare del Cisam (Centro interforze studi per le applicazioni militari) di San Piero a Grado (Pisa) saranno depurate e poi smaltite nel Canale dei Navicelli - che collega Pisa a Livorno - ma "i parametri radiologici saranno ben al di sotto dei limiti di legge". Lo ha detto, in un'intervista al quotidiano Greenreport.it, l'ammiraglio Domenico De Bernardo, responsabile del procedimento di smaltimento, che si concluderà nel 2020. L'uranio che alimentava il reattore non c'é più da anni e di contaminato a San Piero a Grado ci sono le acque e il materiale interno della piscina. Dovranno essere trattati e smaltiti 750 mila litri d'acqua, che verranno depurati al Cisam e successivamente smaltiti nel Canale dei Navicelli. "Il progetto - spiega Di Bernardo - è stato redatto con l'Università di Pisa e sono stati richiesti requisiti tecnici e finanziari molto precisi alle ditte invitate alla gara". "Prima di tutto - ha spiegato - installeremo al Cisam un impianto di depurazione. I fanghi residui, se necessario, verranno ulteriormente condizionati, successivamente posti in monoliti di acciaio e riempiti di cemento, poi collocati nel deposito temporaneo del Cisam". Questo lavoro, hanno assicurato al Cisam, sarà certificato da un ente terzo. Poi si procederà alla 'pulizia' della piscina e dei suoi materiali: tonnellate di detriti di diversi materiali, fino allo smantellamento della piscina stessa. "L'ultimo passaggio sarà l'eliminazione degli impianti dei servizi ausiliari - ha concluso - fino ad arrivare, nel 2020, al rilascio incondizionato del sito"».



Origini a stelle e strisce - Il Centro di sperimentazione militare nasce nel 1956 con il nome di C.A.M.E.N. (Centro per le Applicazioni Militari dell'Energia Nucleare) all'interno  dell'Accademia Navale di Livorno. La Marina Militare stava infatti pensando all'impiego dell'energia nucleare nel campo della propulsione navale, sia di superficie che subacquea. Dalla collaborazione fra Governo degli Stati Uniti d’America, ministero della Difesa e Università di Pisa spunta l'idea di dotare il centro di un reattore nucleare sperimentale, costruito poi a San Piero a Grado, vicino a Pisa, ove nel 1961 si trasferisce il Centro. Nella nuova sede, il CAMEN viene dotato di laboratori e di attrezzature sperimentali, quali appunto il Reattore Nucleare RTS-1 “Galileo Galilei”. Così attrezzato il Centro ha sviluppato programmi di ricerca nucleare anche in collaborazione con Università, altri Centri di Ricerca ed Industrie Nazionali. Nel 1985 viene trasformato in C.R.E.S.A.M. (Centro Ricerche, Esperienze e Studi per Applicazioni Militari), e poi dal 1994 viene istituito il C.I.S.A.M. (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari). Oltre all’attività di ricerca nel campo dell’energia nucleare, il CISAM ospita il deposito di rifiuti radioattivi dell’Amministrazione della Difesa. In questo centro militare nucleare nel corso degli anni si sono verificati gravi incidenti nascosti all’opinione pubblica con ripercussioni ambientali.

Versione ufficiale (di comodo) - Quanto ad attendibilità scientifica e serietà, basta solo far notare che controllori e controllati si confondono nei ruoli.
“Le prime fasi del decommissioning hanno riguardato il trasferimento del combustibile all’impianto di Saluggia a metà degli anni ottanta, e quello del combustibile mai utilizzato in Francia all’inizio degli anni duemila. Successivamente (2007) è stata smantellata una piccola parte secondaria dell’impianto, e in seguito avviate le procedure di reperimento dei fondi per lo smantellamento completo dell’impianto e la messa in sicurezza del sito. L'attuale fase del decommissioning riguarda lo svuotamento della piscina di raffreddamento del reattore, con il trattamento delle acque contaminate e lo smaltimento delle stesse acque trattate entro i limiti previsti dalla normativa.
Le acque della piscina del reattore sono state preventivamente caratterizzate anche dall’ENEA, oltre che dal Cisam, e contengono in concentrazioni relativamente basse i radionuclidi a vita lunga caratteristici degli impianti nucleari: 3H (trizio), 241Am (americio), 137Cs (cesio), 90Sr (stronzio), 238U e 235U (uranio), isotopi del plutonio. I 750 metri cubi di acqua presenti nella piscina, pari a 750.000 litri, verranno trattati all’interno dell’area del Cisam per ridurne il contenuto di radionuclidi, e successivamente smaltiti a valle del depuratore di Pisa Sud, fino a confluire nel Canale dei Navicelli. L’attività è stata affidata dal CISAM, a seguito di una gara pubblica, alla ditta spagnola Lainsa. L’autorizzazione allo smantellamento (decommissioning) dell’impianto nucleare è rilasciata dallo Stato Maggiore, secondo quanto previsto dalla normativa specifica per i gli impianti nucleari militari. Dal momento che lo scarico avviene al di fuori dal sito del Cisam, la Provincia, acquisita la disponibilità del gestore dell'impianto di depurazione di Pisa sud (Acque S.p.A.e Acque Industriali) per lo stoccaggio temporaneo presso l'impianto e lo scarico a valle dello stesso (considerata anche la vicinanza dell'impianto di depurazione con il sito CISAM), convoca varie Conferenze di servizio per esaminare la questione arrivando al rilascio, nel maggio 2012, dell’autorizzazione con Determinazione dirigenziale n. 2021. In base a tale autorizzazione provinciale, lo scarico potrà essere effettuato nel rispetto di una serie di condizioni, tra le quali la principale è che le acque siano preventivamente trattate per l'abbattimento della radioattività fino a determinati limiti. Lo Stato Maggiore dell’Esercito, che è l’organo preposto al rilascio dell’autorizzazione al Cisam per il decommissioning, ha sottoposto ad ISPRA (a nomina e controllo politico, ndr) - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - la valutazione di tutta l’operazione e in particolare dell’impatto sull’ambiente e sulla popolazione potenzialmente coinvolta”.
Un’assurdità: “i limiti di concentrazione per i radionuclidi sono stabiliti in modo da garantire che lo scarico sia non rilevante da un punto di vista radiologico, ovvero, non provochi una dose alla popolazione potenzialmente interessata superiore a 10 microSievert/anno (µSv/a), secondo quanto previsto dalla normativa”.

Enti locali a difesa della popolazione locale? Encefalogramma piatto a partire dal silente presidente della Regione Martini, fino ai sindaci ed ai presidenti delle province di Pisa e Livorno. 
L’Amministrazione comunale di Pisa risponde che “per gli abitanti di Porta a Mare non sussiste alcun pericolo in quanto il canale ha una sua corrente. In caso di pioggia l’acqua del canale scorre diretta verso il mare. Nei periodi in cui non ci sono queste condizioni, l’acqua del canale procede in modo rallentato ma continuo verso il mare. Inoltre, l’immissione delle acque trattate della ex piscina del reattore vengono inserite nel canale nella zona di Camp Darby, quindi lontano da Porta a Mare”.
In sintesi, il Comune di Pisa non si prende neanche la briga di spiegare che le acque del Cisam sono innocue, ma si limita a rispondere che per i pisani non ci sono problemi perché queste dai Navicelli finiranno nello Scolmatore e poi in mare, dalle parti di Livorno. Ma da parte di quest'ultimo "primo cittadino" labronico, non è pervenuto un fiato all'opinione pubblica.

Segreto di Stato - Nell’ordinanza di nomina del generale Carlo Jean a commissario con poteri speciali sul nucleare (7 marzo 2003, numero 3267) l’allora primo ministro Berlusconi elenca gli impianti atomici che devono essere smantellati, con il successivo stoccaggio delle scorie in un deposito unico. Eppure nell’atto ufficiale non è menzionato il reattore militare Galilei, né il Cisam e neppure la Toscana.

Infatti l'Ordinanza 11 aprile 2003 n. 4, stabilisce:

"Commissario Delegato per la Sicurezza dei Materiali Nucleari. Piano delle misure preliminari di adeguamento della protezione fisica e delle attivita' finalizzate alla progressiva riduzione del livello di rischio degli impianti nucleari.
(GU n. 98 del 29-4-2003)
IL COMMISSARIO DELEGATO PER LA SICUREZZA DEI MATERIALI NUCLEARI
Visto:
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2003 di dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alle attivita' di smaltimento dei rifiuti radioattivi dislocati nelle regioni Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Basilicata e Piemonte, in condizioni di massima sicurezza, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 12 marzo 2003, serie generale, n. 59;
l'ordinanza n. 3267 del 7 marzo 2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 17 marzo 2003, serie generale, n. 63;
l'ordinanza n. 1 del 21 marzo 2003 del Commissario delegato, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 2 aprile 2003, serie generale, n. 77;
Considerato che sebbene l'eliminazione di ogni rischio possa avvenire solo con lo smantellamento completo delle centrali e degli impianti e con la messa in sicurezza del materiale radioattivo, e' tuttavia urgente realizzare le prime misure dirette a limitare il rischio;
Ritenuto:
necessario adeguare le centrali e gli impianti oggetto dell'O.P.C.M. n. 3267/2003 a standard di sicurezza rispondenti alla nuova situazione internazionale, riportati nell'ordinanza n. 2 del 21 marzo 2003 del Commissario delegato, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 2 aprile 2003, serie generale, n. 77, nonche' progredire nel processo di riduzione del livello di rischio delle centrali e degli impianti accelerando lo smantellamento degli impianti stessi e la messa in sicurezza dei materiali radioattivi...".

Fino all'ultimo rapporto dell'Enea sulla contabilità nucleare italiana, la centrale nucleare militare del Cisam era ricompresa nel bilancio ufficiale. Poi con l'avvento del Governo Berlusconi, ed il silenzio della cosiddetta opposizione del centro sinistra, il reattore militare Galilei diventa un fantasma. Perché?


Dati ufficiali truccati!
Come sanno gli scienziati liberi e indipendenti, il limite biologico all’inquinamento è zero, altre indicazioni non hanno nulla di scientifico, ma sono esclusivamente dettate dalle legge del profitto economico e dell’interesse politico. In compenso, cancro e malformazioni garantite a norma di legge.

Infine, ai sensi della Convenzione europea di Aarhus, tutta la documentazione tecnica, amministrativa e militare su questo folle progetto di scarico in mare di liquidi radioattivi, dovrebbe essere di dominio pubblico, anche in virtù del decreto legislativo numero 4 dell'anno 2008.
Una situazione del genere «E’ un invito al disastro, perché gli elementi radioattivi depositati nel mare non sono più recuperabili. Gli errori che vengono compiuti ora sono compiuti per sempre»: parola di Rachel Carson la più importante biologa marina del mondo.

A proposito: i pericolosi rifiuti chimici affondati nel dicembre 2011 da una nave della compagnia Grimaldi al largo dell'isola di Gorgona, seppure individuati, non sono stati ancora recuperati.


L’inquinamento non conosce limiti economici né tantomeno riconosce confini territoriali o amministrativi. Il problema è di tutti noi, i figli di Gaia, cetacei compresi (le prime vittime)!
Morbillo? Scherzi a parte, quel è la vera causa della moria che ha colpito i delfini nell'arcipelago toscano?

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