Introduzione:
il principale appoggio ideologico che assicurava un sostegno
finanziario e politico massiccio al nazismo da parte dei più importanti industriali
tedeschi era la minaccia comunista e sovietica. La maggiore spinta
militare nazista, che assorbiva i due terzi delle sue migliori truppe,
era diretta verso oriente per conquistare e distruggere la Russia.
La "minaccia russa" giustificò la conquista e l'occupazione
dell'Ucraina, dei Balcani, dell'Europa orientale e degli stati del
Baltico [1], da parte della Germania nazista, con l'aiuto di una parte sostanziale di collaboratori locali nazisti.
Dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, la divisione e il disarmo della Germania e
l'estensione del potere sovietico, gli USA ripristinarono i giganti
industriali e bancari nazisti, gli ufficiali e il personale dei servizi
segreti. All'inizio essi furono coinvolti nella ricostruzione della loro
economia domestica e nel consolidamento del potere politico, in
collaborazione con le forze di occupazione militare statunitensi.
Nei tardi anni Sessanta del Novecento la Germania [2]
riacquistò il primato economico in Europa e fu all'avanguardia nell'
"integrazione europea", in associazione con la Francia e l'Inghilterra [3].
Presto essa arrivò a dominare le principali istituzioni decisionali
dell'Unione Europea (UE). L'UE è servita come strumento di conquista
tedesco "in segreto" [4].
Anno dopo anno, attraverso "aiuti" e prestiti a basso interesse, l'UE
ha facilitato la penetrazione del mercato capitalistico tedesco e
l'espansione finanziaria, verso l'Europa meridionale e centrale. La
Germania ha fissato l'agenda dell'Europa occidentale, guadagnando il
predominio economico, mentre beneficiava del sovvertimento e
dell'accerchiamento statunitense dell'Europa orientale, della Russia e
degli stati baltici e balcanici.
Il grande balzo in avanti della Germania: l'annessione della Germania Orientale e la fine dell'Unione Sovietica [vedi anche]
La proiezione della potenza tedesca su una scala mondiale non sarebbe
mai avvenuta se essa non avesse annesso la Germania orientale [5].
Nonostante le pretese di beneficenza ed "aiuti" della Germania
occidentale all'Est, il regime di Bonn si procurò parecchi milioni di
ingegneri preparati, lavoratori e tecnici, rilevò fabbriche, fattorie
produttive e soprattutto i mercati dell'Europa dell'Est e della Russia
per i prodotti industriali, dal valore di miliardi di dollari. La
Germania fu trasformata da partner emergente ed influente
nell'UE nella più dinamica potenza espansionista in Europa, specialmente
nelle economie dell'ex Patto di Varsavia [6].
L'annessione della Germania dell'Est [7]
e il rovesciamento dei governi comunisti all'Est permise ai capitalisti
tedeschi di dominare i mercati del precedente blocco orientale. Come
principale partner commerciale, esso prese il controllo delle
principali imprese industriali attraverso le privatizzazioni corrotte
decretate dai regimi clienti filo capitalisti appena creati. Quando la
Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia, l'Ungheria, la Bulgaria, gli
stati baltici "privatizzarono", "denazionalizzarono" i settori
economici strategici, il commercio, i mezzi di comunicazione e i servizi
sociali, la Germania "unificata" fu in grado di riassumere una
posizione privilegiata. Quando la Russia cadde nelle mani di gangsters,
di oligarchi emergenti e fantocci politici dei capitalisti occidentali,
la sua intera infrastruttura industriale fu decimata e la Russia fu
convertita in una gigantesca regione di export di materie prime.
La Germania convertì le sue relazioni commerciali con la Russia da
relazioni tra pari ad uno schema "coloniale": la Germania esportava
prodotti industriali di alto valore e importava gas, olio e materiali
grezzi dalla Russia.
Il potere tedesco si espandeva esponenzialmente, con l'annessione dell'
"altra Germania", la restaurazione del capitalismo nell'Europa orientale
e l'ascesa di regimi clienti, disponibili e volenterosi a
sottomettersi ad un'Unione Europea dominata dalla Germania e ad un
comando militare NATO diretto dagli Stati Uniti.
L'espansione politica-economica tedesca attraverso "sollevamenti
popolari", controllati da clienti politici locali, fu presto
accompagnata da una offensiva militare guidata dagli USA, innescata da
movimenti separatisti. La Germania intervenne in Jugoslavia, aiutando ed
incitando i separatisti in Slovenia e Croazia. Essa sostenne il
bombardamento USA-NATO sulla Serbia e sostenne il sedicente Esercito di
Liberazione del Kossovo (UCK) [8],
di estrema destra, coinvolto in una guerra terroristica in Kossovo.
Belgrado fu sconfitta e il cambio di regime portò ad uno stato cliente
di tipo neoliberale. Gli USA costruirono in Kossovo la più grande base
militare in Europa. Il Montenegro e la Macedonia divennero satelliti
dell'UE.
Mentre la NATO si espandeva e aumentava la presenza militare
statunitense fino ai confini della Russia, la Germania diventò la
principale potenza economica del continente.
La Germania e il nuovo ordine mondiale
Mentre i Presidenti Bush e Clinton stavano annunziando un "nuovo ordine
mondiale" basato sulla supremazia militare unipolare, la Germania
avanzava il suo nuovo ordine imperiale, esercitando le sue leve
politiche ed economiche. Ognuno dei due centri di potere, la Germania e
gli Stati Uniti, condivideva la comune ricerca di rapido inserimento dei
nuovi regimi capitalistici nelle loro organizzazioni regionali,
l'Unione Europea (UE) e il Trattato Nord Atlantico (NATO), estendendo la
loro portata globalmente. Date le origini reazionarie e la traiettoria
verso il vassallaggio dei regimi orientali, baltici e balcanici e dati i
loro timori politici di una reazione popolare alla perdita di
occupazione, benessere sociale ed indipendenza in seguito
all'applicazione di selvagge "politiche d'urto" neoliberali, i
governanti clienti [9]
immediatamente "fecero richiesta" per l'ammissione come membri
subordinati dell'UE e della NATO, commerciando la sovranità, i mercati, e
la proprietà nazionale dei mezzi di produzione, in cambio di elemosine
economiche e il "libero" movimento dei capitali, una valvola di sfogo
per i milioni di nuovi lavoratori disoccupati. Il capitale inglese e
tedesco ottennero milioni di lavoratori immigrati preparati, pagati con
salari inferiori a quelli normali del mercato [10] e libero accesso a mercati e alle risorse [11].
Gli USA si assicurarono basi militari NATO e reclutarono forze militari
per le loro guerre imperiali in Medio Oriente e nel Sud dell'Asia.
Il predominio militare ed economico di USA e Germania sull'Europa fu
preceduto dalla riduzione della Russia ad un debole stato quasi vassallo
e dalla crescita continua delle loro economie [12] oltre il saccheggio iniziale delle economie un tempo comuniste.
Per gli USA la supremazia militare indiscussa su tutta l'Europa fu il
trampolino per la recente espansione imperiale nel Medio Oriente, Asia
meridionale, Africa ed America Latina. La Nato fu "internazionalizzata"
in una alleanza militare globale offensiva: prima in Somalia ed in
Aghanistan poi in Iraq, Libia, Siria e Ucraina.
L'ascesa della Russia, la resistenza islamica e la nuova guerra fredda
Durante il "decennio dell'infamia" (1991-2000) le estreme misure di
privatizzazione da parte dei governatori clienti della Russia, condotte a
nome degli investitori UE e USA e degli oligarchi-gangster,
risultarono in un vasto saccheggio dell'intera economia, del tesoro
pubblico e del patrimonio nazionale. L'immagine e la realtà di un
gigantesco stato vassallo prostrato e incapace di condurre una politica
economica indipendente e incapace di fornire la minima parvenza di
un'economica moderna funzionante e mantenere l'ordine legale, divenne la
visione caratteristica della Russia da parte di UE e USA. La Russia
post comunista, uno stato fallito da ogni punto di vista, fu qualificata
come "democrazia liberale" da ogni politico capitalista occidentale e
così fu ripetuto da tutti i loro mezzi di comunicazione asserviti.
La casuale ascesa di Vladimir Putin e la graduale sostituzione di alcuni dei più egregi ufficiali neoliberali "svenduti" [13]
e, soprattutto, la ricostruzione dello stato russo con un bilancio
adatto e istituzioni nazionali funzionanti, fu immediatamente percepita
come una minaccia alla supremazia militare USA e all'espansione
economica tedesca. La transizione della Russia, da uno stato vassallo
dell'Occidente verso il recupero del suo status come stato
indipendente e sovrano, mise in moto un'aggressiva contro-offensiva da
parte di UE-USA. Essi finanziarono un'opposizione politica sostenuta da
un'oligarchia neoliberale nel tentativo di ricondurre la Russia al
vassallaggio, attraverso manifestazioni di piazza ed elezioni. I loro
tentativi di cacciare Putin e ristabilire uno stato vassallo fallirono.
Ciò che funzionò nel 1991 con la presa del potere di Eltsin su Gorbacëv
fu inefficace contro Putin. La grande maggioranza dei russi non volle
ritornare nel decennio dell'infamia.
All'inizio del nuovo secolo, Putin e il suo gruppo fissarono nuove
regole base entro le quali gli oligarchi potevano mantenere la loro
ricchezza illecita e i gruppi economici, purché essi non usassero le
loro leve economiche per impossessarsi del potere statale. In secondo
luogo Putin ravvivò e ristabilì le istituzioni scientifiche, tecniche,
militari, industriali e culturali, e centralizzò il commercio e le
decisioni di investimento entro un ampio cerchio di decisori pubblici e
privati, non controllati dagli strateghi politici occidentali. In terzo
luogo egli cominciò a valutare e rettificare la distruzione delle
agenzie di sicurezza russe, con particolare riguardo alle minacce
derivanti dai movimenti "separatisti" sponsorizzati dall'Occidente nel
Caucaso, in particolare in Cecenia e dall'attacco delle "rivoluzioni
colorate", sostenute dagli USA, in Ucraina e Georgia.
All'inizio Putin suppose ottimisticamente che, essendo la Russia uno
stato capitalista e senza alcuna ideologia in competizione, la
normalizzazione e la stabilizzazione dello stato russo sarebbe stata
benvenuta negli USA e nell'UE. Egli persino pensò che essi avrebbero
accettato la Russia come partner economico, politico e persino nella
NATO. Putin fece persino aperture all'unione e alla cooperazione con la
NATO e con l'UE. L'Occidente non provò a dissuadere Putin dalle sue
illusioni. Infatti esso lo incoraggiò, anche mentre aumentò il sostegno
all'opposizione interna di Putin e preparò una serie di guerre imperiali
e sanzioni in Medio Oriente, andando a colpire i tradizionali alleati
russi in Iraq, Siria e Libia.
Quando la strategia sovversiva "interna" fallì nell'intento di
rovesciare il Presidente Putin e lo stato russo prevalse sui
neo-vassalli, la demonizzazione di Putin divenne costante e acuta.
L'Occidente passò con decisione ad una "strategia esterna" per isolare,
accerchiare e minare lo stato russo, insidiandone gli alleati e i
partner commerciali.
Gli Stati Uniti e la Germania affrontano la Russia: la creazione dalla "minaccia russa"
La Russia fu indotta a sostenere le guerre USA e NATO in Iraq,
Afghanistan e Libia in cambio della promessa di una più profonda
integrazione nei mercati occidentali. Gli USA e l'UE accettarono la
cooperazione russa, incluse le vie di rifornimento e basi militari per
la loro invasione ed occupazione dell'Afghanistan. Le potenze NATO si
procurarono il sostegno russo nelle sanzioni contro l'Iran. Essi
sfruttarono l'ingenuo sostegno russo per una "no fly zone" [14]
sulla Libia per lanciare una guerra aerea su larga scala. Gli USA
finanziarono apertamente le cosiddette "rivoluzioni colorate" in Georgia
e Ucraina, una prova generale per il putsch del 2014. Ogni
violenta presa del potere permise alla NATO di imporre governanti anti
russi, pronti e volenterosi a servire come stati vassalli della Germania
e degli USA.
La Germania fu la punta di lancia dell'avanzata imperiale europea nei
Balcani e in Moldavia, regioni con forti legami economici con la Russia.
Alti ufficiali tedeschi "visitarono" i Balcani per sostenere i loro
legami con i regimi vassalli in Slovenia, Bulgaria, Slovacchia e
Croazia. Sotto la direzione tedesca, l'Unione Europea ordinò al regime
vassallo bulgaro di Boyko Borisov detto "lo sciocco" di bloccare i
passaggio del gasdotto South Stream, di proprietà russa, diretto verso
la Serbia, l'Ungheria, la Slovenia e oltre. Lo stato bulgaro perse 400
milioni di dollari di rendita annua... la Germania e gli USA
foraggiarono i clienti politici pro NATO e pro UE in Moldavia,
assicurandosi l'elezione di Iurie Leanca come primo ministro. Come
conseguenza della ricerca servile di Leanca di un vassallaggio UE, la
Moldavia ha perso 150 milioni di dollari di esportazioni verso la
Russia, il maggior partner economico della nazione moldava.
Circa il 40% della popolazione moldava in età da lavoro lavora in Russia
e il 25% del PIL di 8 miliardi di dollari della Moldavia è costituito
da rimesse di migranti [15] .
I costruttori dell'impero tedesco e statunitense passano come un rullo
compressore sulle voci che dissentono in Ungheria, Serbia e Slovenia,
così come in Moldova e Bulgaria, le cui economie e popolazioni soffrono a
causa dell'imposizione del blocco dell'oleodotto e gasdotto russo. Ma
la guerra economica totale della Germania contro la Russia ha la
precedenza sugli interessi degli stati vassalli: tocca a questi sacrificarsi per il "Bene Superiore" dell'emergente impero economico
tedesco e l'accerchiamento militare USA-NATO della Russia. I dettami
estremamente brutali degli interessi imperiali tedeschi articolati
attraverso l'UE e la volontà dei regimi balcanici e baltici di
sacrificare interessi economici fondamentali, sono i migliori indicatori
dell'emergere di un impero tedesco in Europa.
Parallelamente alla violenta campagna economica antirussa, gli USA,
tramite la NATO, sono impegnati in una vasta costruzione militare lungo
tutta la lunghezza ed estensione della frontiera russa. La marionetta
USA, Jens Stoltenberg, capo della NATO, si vanta che nell'anno corrente
la NATO ha aumentato di cinque volte gli aerei da guerra e i
cacciabombardieri che controllano le frontiere di mare e di terra della
Russia, ha condotto esercitazioni militari ogni due giorni ed ha
enormemente aumentato il numero di navi da guerra nel Mar Baltico e nel
Mar Nero.
Conclusione
Ciò che è assolutamente chiaro è che gli USA e la Germania vogliono far
tornare la Russia allo stato di vassallaggio degli anni '90. Essi non
vogliono "relazioni normali". Dal momento in cui Putin si è mosso per
ristabilire lo stato russo e la sua economia, le potenze occidentali si
sono impegnate in una serie di interventi politici e militari,
eliminando alleati russi, partner commerciali e stati indipendenti.
L'emergere di regimi estremisti, visceralmente anti russi in Polonia,
Lettonia, Estonia e Lituania è servito come scudo anteriore per
l'avanzamento della NATO e per l'invasione economica tedesca. Il "sogno"
di Hitler di realizzare la conquista dell'Est per mezzo di una
conquista militare unilaterale ha ora, sotto il primo ministro Merkel,
preso la forma di una conquista in segreto nell'Europa settentrionale e
centrale, attraverso il ricatto economico nei Balcani e per mezzo di putsch violenti in Ucraina e Georgia [16].
La classe economica dominante in Germania è divisa tra un settore
prevalente filo-statunitense che è disponibile a sacrificare il
commercio lucrativo con la Russia oggi, nella speranza di dominare e
saccheggiare l'intera economia russa in una Russia post-putiniana
(dominata da "rinati cloni di Eltsin"), e un minoritario settore
industriale, che vuole la fine delle sanzioni e il ritorno a normali
relazioni economiche con la Russia.
La Germania teme che i suoi governatori clienti nell'Est, specialmente
nei Balcani, siano vulnerabili di fronte ad una sollevazione popolare
dovuta ai sacrifici economici che essi impongono alla popolazione. Di
conseguenza la Germania è totalmente a favore di una nuova forza di
dispiegamento rapido della NATO, apertamente studiata per controbattere
una non esistente "minaccia russa", ma in realtà per tenere in piedi
barcollanti regimi vassalli.
La "minaccia russa" è l'ideologia che guida l'offensiva statunitense e
tedesca attraverso l'Europa e il Caucaso, è la replica della stessa
dottrina che Hitler usò per assicurarsi il sostegno da parte dei
banchieri industriali interni [17] e collaboratori esteri, conservatori di destra, scelti tra gli estremisti in Ucraina, Ungheria, Romania e Bulgaria.
La presa del potere USA-UE attraverso clienti politici vassalli con
oligarchi corrotti e combattenti di strada nazisti in Ucraina ha
detonato la crisi attuale. La presa del potere in Ucraina ha posto una
minaccia di altissimo grado all'esistenza stessa della Russia come stato
indipendente. Dopo la presa di Kiev, la NATO ha mosso il suo regime
fantoccio a Kiev in avanti per eliminare militarmente le regioni
indipendenti nel Sud-Est e prendere la Crimea, per eliminare così la
posizione strategica russa nel Mar Nero.
La Russia, vittima della presa del potere della NATO è stata etichettata
come "aggressore". L'intero apparato ufficiale e i mezzi di
comunicazione hanno ripetuto come un eco la grande menzogna.
Due decenni di avanzamenti militari USA-NATO verso i confini della
Russia e l'espansione economica tedesco-statunitense nei mercati russi
sono stati offuscati. L'Ucraina è la piattaforma strategica militare più
importante da quale il blocco USA-NATO può lanciare un attacco al cuore
della Russia e il più grande mercato unitario per la Germania
dall'annessione della Germania dell'Est [18].
Gli USA e la Germania vedono la conquista dell'Ucraina di estremo valore
in sé, ma anche come una chiave per lanciare un'offensiva a tutto campo
per strangolare l'economia russa attraverso sanzioni e abbassamento del
prezzo del petrolio e minacce militari verso la Russia. L'obiettivo
strategico è ridurre in povertà la popolazione russa e riattivare la
quasi moribonda opposizione per rovesciare il governo Putin e far
ritornare la Russia ad uno stato di vassallaggio permanente.
L'élite imperiale USA e tedesca, guardando oltre la Russia,
ritiene che se essa controlla la Russia, può accerchiare, isolare ed
attaccare la Cina dall'Occidente così come dall'Oriente.
Costoro non sono dei selvaggi fanatici. Ma come rabbiosi sostenitori di
una guerra permanente per terminare la presenza russa in Europa e minare
l'emergere della Cina come potenza mondiale, intendono arrivare alle
soglie di una guerra nucleare.
Il nucleo ideologico centrale dell'espansione e della conquista
tedesco-statunitense in Europa e nel Caucaso è "la minaccia russa". È la
pietra di paragone per definire avversari ed alleati. Le nazioni che
non sostengono le sanzioni sono colpite. I mezzi di comunicazione di
massa ripetono la menzogna. "La minaccia russa" è diventato un grido di
guerra per i vassalli urlanti – la falsa giustificazione per imporre
sacrifici spaventosi per servire i loro "padroni" imperiali a Berlino e
Washington – nel timore della ribellione della popolazione
"sacrificata". Senza dubbio, sotto assedio, la Russia sarà costretta a
fare sacrifici. Gli oligarchi fuggiranno ad Occidente, i liberali
strisceranno sotto i loro letti. Ma così come i sovietici cambiarono la
marea della guerra a Stalingrado [19],
il popolo russo, passati i primi due anni dell'operazione di riavvio,
sopravviverà, avrà successo e diventerà ancora una volta un faro di
speranza per tutti i popoli desiderosi di liberarsi dalla tirannia del
militarismo USA-NATO e dai dettami economici tedesco-UE.
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