Gruppi jihadisti vicini all'Isis hanno rivendicato l'assalto all'hotel Corinthia, a Tripoli. L'hotel non è solo una struttura turistica ma ospita il governo "ombra" di Omar al Hassi – non riconosciuto a livello internazionale – insieme a diplomatici e cittadini stranieri. Tra gli otto morti cinque, infatti, sono stranieri – tra cui uno statunitense – e tre sono agenti della sicurezza. Ci sarebbero poi i quattro assalitori che, secondo alcune fonti, si sarebbero suicidati per non farsi catturare. I feriti sarebbero decine.
Omar al-Hassi, 55enne professore universitario che si definisce “indipendente”, è stato posto alla guida del governo instaurato a Tripoli dalle milizie islamiche di Fajr Libia e votato dai deputati che formavano parte del Parlamento precedente alle elezioni del 25 giugno scorso. Ma il suo governo e il Congresso Nazionale che lo ha eletto, non sono riconosciuti dalla comunità internazionale. Un altro governo libico – riconosciuto invece dalle potenze occidentali – è stato insediato a Tobruk, vicino al confine con l'Egitto, e c'è poi l'Emirato islamico di Derna ritenuto una diramazione dell'Isis in Libia.
Immediatamente dopo l'attacco, è giunta la rivendicazione della "Provincia di Tripoli dello Stato Islamico" che ha collocato l'azione come una rappresaglia per la morte, il 3 gennaio scorso in un carcere americano di Al Libi, un alto esponente di Al Qaida ritenuto l'organizzatore degli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania negli anni '90.
Non è un mistero che da mesi l'Isis punti a consolidare e allargare la sua sfera di influenza sulla Libia, dove già ha conquistato Derna, in Cirenaica dove è stato fondato un “emirato” indipendente. L'Isis, secondo alcuni documenti resi noti dai servizi di intelligence occidentali, riterrebbe strategico conquistare la fascia costiera della Libia come testa di ponte verso l'Europa mediterranea (Italia inclusa quindi). Questo documento dell'Isis ha fatto scattare l'allarme sui flussi migratori verso l'Italia in quanto"facilmente raggiungibile con le semplici barche" dei migranti. "Se riusciremo a sfruttare questo canale, la situazione nelle città europee si trasformerà in un inferno", conclude il presunto documento dell'Isis.
Ma sull'assalto all'hotel di Tripoli circolano anche versioni diverse. Secondo il direttore della sicurezza centrale di Tripoli, Omar Khadrawi, l'Isis non c'entrerebbe niente con l'attacco al Corinthia. Ha accusato invece ex membri delle "guardie rivoluzionarie di Gheddafi", che punterebbero a minare la reputazione di Tripoli come città tranquilla e sicura.
Secondo invece i servizi segreti di Malta, dietro l'assalto potrebbe addirittura esserci la mano del governo “ufficiale” basato a Tobruk proprio per indebolire il governo rivale di Hassi che si è insediato a Tripoli.
A Ginevra intanto – riferisce l'Ansa – si è concluso il secondo round di negoziati tra i gruppi libici rivali, anche se molto parzialmente rappresentativi del complesso panorama libico, con una condanna unanime al terrorismo e la "determinazione" a trovare soluzioni per porre fine al conflitto che sta dilaniando la Libia.
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