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06/10/2015

"Pronti a occupare le fabbriche", l'ultima risorsa di Landini

L'esempio dei dipendenti AIr France, che hanno – come sempre accade in Francia – "mostrato i denti" all'azienda che vuole licenziare e basta, sembra rianimare l'esangue dibattito italico su come resistere al declino e alla deindustrializzazione.

"Occupare le fabbriche? Sarei pronto a farlo per difendere il lavoro". Così Maurizio Landini, segretario generale Fiom, ai microfoni di Agorà, su Raitre. "Oggi qualsiasi azienda che chiude è persa per sempre. Per difendere posti di lavoro e crearne di nuovi siamo pronti ad utilizzare, democraticamente come abbiamo sempre dimostrato, determinate azioni."

"Il tema nel nostro Paese è creare nuovi posti di lavoro. Non lo si affronta rendendo più facili i licenziamenti o riducendo le tasse alle imprese. Per farlo occorrono un progetto industriale, investimenti pubblici e privati e politiche che incentivino l'occupazione come la riduzione dell'età pensionabile". E quindi "Se il governo ha 5 miliardi di euro faccia investimenti anziché cancellare la tassa sulla prima casa, spenda queste somme per un piano straordinario di investimenti sul territorio che genererebbe posti di lavoro".

Come si vede, il discorso è subito passato dal conflitto possibile alla domanda destinata a restare inevasa. Intanto in Francia i sindacati del trasporto aereo non mostrano di essere rimasti spiazzati dalla radicalizzazione della protesta, peraltro molto controllata e ben mirata (i dirigenti della compagnia raggiunti dai lavoratori sono stati – sì – spogliati dei loro abiti, ma non hanno preso neanche uno schiaffo).

I principali sindacati rappresentati nel gruppo Air France-Klm chiedono infatti al governo francese di intervenire e scongiurare i licenziamenti nella compagnia francese, prendendo "un impegno forte per il suo riassetto". "Solo un progetto industriale fondato su uno sviluppo ambizioso potrà suscitare l'adesione dell'insieme dei dipendenti Air France", scrivono in una nota comune, ricordando che lo Stato è azionista al 17% della compagnia.

L'unica forma di distinguo appare quella firmata dalla Cgt, in un intervento pubblicato dal quotidiano L'humanité, che condanna "le aggressioni fisiche" di ieri contro i dirigenti Air France, ma anche "i licenziamenti" che la società minaccia di effettuare. "Chi semina vento raccoglie tempesta", scrivono.

Viene da pensare a quel che avrebbero potuti dire Camusso et similia davanti a un episodio della stessa entità. O meglio, lo si è visto nelle stesse ore, con la segretaria della Cgil pronta a "dare il resto" ai cinque dirigenti che avevano improvvisato una ben più tranquilla protesta sul Decumano, all'Expo, e che sono stati fermati per l'intera giornata dalla polizia.

A proposito: avete notato che la polizia francese, invece, non si è nemmeno fatta vedere durante la protesta che ha bloccato il cda di Air France?

Giustamente, dunque, il principale sindacato di base, l'Usb, ironizza sulla possibile "occupazione delle fabbriche" evocata da Landini.

“Landini si dichiara pronto ad occupare le fabbriche in certe condizioni e per difendere il lavoro. Siamo d'accordo – afferma Paolo Sabatini, dell’Esecutivo Nazionale USB – ma basta con le roboanti enunciazioni in televisione che poi non vengono mai seguite da fatti concreti. Landini, poi, provi ad occupare una fabbrica e poi vedremo ciò che farà Camusso”.

Prosegue il dirigente USB: “La verità, in Italia come in Francia, è che è necessario praticare le lotte e rappresentare i lavoratori in modo adeguato e non semplicemente fare le passerelle in televisione”.

“Il segretario generale della Fiom si preoccupi anche di ciò che la sua Cgil, insieme a Cisl e Uil, sta valutando sul tema della contrattazione insieme a Confindustria e Governo e di cosa si prepara contro il diritto di sciopero. Detto questo, siamo pronti ad azioni sempre più determinate a livello sindacale e, se Landini è d'accordo, allora ci faccia un colpo di telefono, a telecamere spente”, conclude Sabatini.

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