di Michele Giorgio
Annunciato a metà mese da Benyamin Netanyahu,
si è svolto ieri a Cipro il vertice a tre con il primo ministro
israeliano, il premier greco Tsipras e il presidente cipriota
Anastasiades. Un summit preceduto dalla firma due giorni fa di importanti accordi bilaterali tra Atene e Tel Aviv. Tsipras
da uomo di sinistra ha stretto un’alleanza con Israele, dall’economia
alla cooperazione militare, che non avevano saputo o voluto raggiungere
neppure i leader greci di destra. La parola chiave del vertice
di Cipro è stata “gas”. I tre Paesi hanno annunciato la costituzione di
un comitato per studiare la possibilità di portare il gas naturale che
si trova nelle acque al largo di Israele e Cipro, in Europa attraverso
la Grecia.
Nonostante la prevalenza dei temi economici, le intese raggiunte a Nicosia sono molto più ampie e riguardano anche la sicurezza.
E se la vicinanza tra Cipro e Israele, in funzione anti-Turchia, è nota
da tempo, invece la stretta cooperazione tra Grecia e Stato ebraico
rappresenta una novità.
Per decenni la Grecia è stata apertamente filo-palestinese
e il suo cambio di rotta genera preoccupazione ai vertici dell’Olp,
tanto che l’ex ministro degli esteri Nabil Shaath, sulle pagine del
quotidiano Haaretz, si è domandato se «la Grecia tradirà la Palestina».
Atene ha bisogno di rilanciare la sua disastrata economia ma, ha
scritto Shaath, «vantaggi economici a breve termine non devono
danneggiare una profonda e preziosa amicizia». Una amicizia tra
i popoli, ha sottolineato, «tra greci e palestinesi…purtroppo questo
rapporto ha iniziato a cambiare».
A metà gennaio la Grecia e alcuni Paesi dell’Europa
dell’Est, sollecitati da Netanyahu, hanno tentato di bloccare una
risoluzione dei ministri degli esteri dell’Ue che ribadisce la
separazione territoriale tra Israele e le colonie che ha costruito nei
Territori occupati.
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