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21/03/2016

La notizia di cui nessuno parla: l’abolizione del tribunale per i minorenni

Un ultimo colpo sta per essere inferto alla democrazia italiana dai nostri governanti. Questa volta letale, senza vie di scampo. Sì, perché, dopo aver cancellato lo Statuto dei Lavoratori, attuato politiche di respingimento dei migranti, approvato la cosiddetta riforma della Buona Scuola, che di buono non ha proprio niente per insegnanti e studenti, l’unica cosa che rimane da fare per scardinare il sistema democratico del nostro Paese è attaccare i deboli per antonomasia: i minori.

Già a livello linguistico il nostro Legislatore, nel definire i soggetti al di sotto dei diciotto anni di età, “minori”, aveva utilizzato, sia pure inconsapevolmente, un termine in re ipsa svalutativo. Tuttavia aveva previsto per i minori di età una tutela rafforzata attraverso l’istituzione del tribunale per i minorenni, incentrato esclusivamente sui minori. Una giurisdizione particolare, quella del tribunale per i minorenni, che, lungi dall’attuare misure meramente repressive, si pone come obiettivo quello del recupero dei minori e di garantire il loro benessere psicofisico. Ma con il ddl 2953/2015, approvato alla Camera il 10.3.2016, si è deciso di abolirlo definitivamente questo tribunale, cancellandolo dal nostro sistema giudiziario. In tal modo è stato eliminato un importantissimo presidio democratico, in cui magistrati ed avvocati specializzati in diritto minorile, psicologi, assistenti sociali, pedagoghi, attraverso un preziosissimo lavoro in rete, si adoperano per la tutela dei minori sia qualora questi ultimi siano vittime di condotte pregiudizievoli, ma anche quando sono essi stessi a delinquere, non limitandosi ad irrogare sanzioni meramente afflittive, ma aventi la funzione di emenda.

E a nulla vale a dire che saranno istituite sezioni specializzate presso i tribunali ordinari, non è la stessa cosa. Per intenderci, è come se eliminassero degli ospedali pediatrici come il Santobono o il Bambino Gesù, importantissimi poli di eccellenza per la salute dei bambini, e si limitassero a prevedere un semplice reparto pediatrico presso gli ospedali per adulti.

Chiunque comprende che non sarebbe la stessa cosa. Perché il tribunale per i minorenni non è un comune tribunale. È un meraviglioso non luogo, in cui professionisti con differenti competenze tecniche lavorano per bambini e ragazzi, ma anche un luogo studiato a misura di bambini e ragazzi per garantire la massima tutela quando essi sono esaminati. Vi immaginate i vostri figli a recarsi nell’affollato tribunale ordinario, dove non vi sono stanze idonee per il loro ascolto? È ciò che già accade dopo l’entrata in vigore della L. 219/2012, che ha trasferito alcune competenze dal tribunale per i minorenni al tribunale ordinario, dove spesso i minori vengono ascoltati da un collegio formato da tre giudici, oltre che dal PM, seduti dietro ad un grosso tavolo, manco se fosse una commissione di esame, mentre bambini e ragazzi presso il tribunale per i minorenni sono ascoltati da giudici onorari, psicologi o psichiatri specializzati, che li mettono a loro agio in ambienti idonei ad accoglierli. Come pure questa legge prevede l’eliminazione delle procure minorili che lavorano in strettissima sinergia con il tribunale civile, facendo segnalazioni, proponendo ricorsi. Ma di tutto questo la stampa e la maggior parte delle le televisioni non parlano. Solo qualche sparuta intervista a qualche magistrato, che si disperde nel marasma confuso delle altre notizie, spesso inutili. Invece  il nostro Paese dovrebbe essere travolto da un’onda di indignazione popolare. Perché se questa riforma dovesse passare al Senato si iscriverebbe una seria ipoteca sul futuro dei nostri giovani. E chi tace è complice!

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