Blocchi stradali, sparatorie e colpi d’arma da fuoco hanno accolto ieri a Tripoli il premier libico designato Fayez al Sarraj, che era dovuto arrivato via mare nella capitale insieme con altri membri del cosiddetto governo di unità nazionale.
Al Sarraj si è dovuto rifugiare nella base militare navale di Abusita senza poter entrare nella città. Le arterie principali di Tripoli erano state bloccate da membri di gruppi armati a bordo di mezzi militari. In serata, un gruppo armato ha fatto irruzione con la forza nella sede di al Nabaa, un’emittente satellitare libica vicina alle autorità islamiche che controllano Tripoli, sospendendo le trasmissioni e cacciando i dipendenti.
Secondo un giornalista di al Nabaa, citato dall’agenzia Askanews, gli uomini che hanno occupato la sede dell’emittente “sembravano favorevoli al governo di Sarraj”. Il Congresso libico, cioè il governo di Tripoli (Gnc), ha lanciato un “appello a tutti i rivoluzionari a schierarsi contro questo gruppo di intrusi, che infiammerà la situazione a Tripoli e ci imporrà la tutela internazionale”. L’appello è leggibile in un comunicato emesso dal Gnc, che bolla come “illegale” l’ingresso di Fayez al Sarraj, il premier designato del governo di unità nazionale sotto egida Onu.
Intanto il premier del governo di Tripoli, Khalifa Ghwell, in una conferenza stampa ha detto che Sarraj “ha due opzioni: consegnarsi alle autorità oppure tornare a Tunisi”. Sarraj – ha aggiunto Ghwell – “è pienamente responsabile del suo ingresso illegale” a Tripoli. “Coloro che sono entrati illegalmente e clandestinamente devono ritirarsi o tornare indietro sui loro passi” se non vogliono “assumersi le conseguenze legali” delle loro azioni, ha minacciato in un discorso televisivo.
Lo stesso Khali Ghwell ha annunciato ieri sera che l’aeroporto della capitale, continuerà a rimanere chiuso come ha fatto a più riprese negli ultimi due giorni. Lo scrive il sito Libya Herald riferendo sulle tensioni a Tripoli seguite all’arrivo del premier designato del governo di unità nazionale, Fayez Al Sarraj. Tutti i voli vengono dirottati su Misurata.
Secondo il corrispondente de La Stampa, la prima delle richieste che Tripoli potrebbe avanzare alla comunità internazionale, è il dispiegamento su territorio libico del “Liam” ossia, il Libya International Assistance Mission, prevista dalle Nazioni Unite nell’ambito della missione Unsmil.
Una misura che significa l’invio di “addestratori militari” sul terreno da parte di circa trenta Paesi (Usa, europei, arabi) ufficialmente “per ricostruire le forze armate e di polizia della Libia”.
L’operazione è stata pianificata due settimane fa a Roma, nella sede del COI (Comando Operativo Interforze situato nell’ex aereoporto di Centocelle).
Secondo fonti raccolte da La Stampa, in quella riunione, presenti i rappresentanti militari di una trentina di paesi, molti si espressero sulla necessità di «fare presto», dichiarando di essere pronti a rispondere immediatamente alle prime richieste di al-Sarraj.
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