Si moltiplicano le isteriche reazioni da parte di esponenti del mondo politico locale e nazionale al duro intervento di ieri dell’attuale primo cittadino partenopeo contro Matteo Renzi e il suo governo. “Video De Magistris contro governo istiga a violenza contro istituzioni e fomenta tensioni sociali inaccettabili. Intervenga prefetto Napoli” scrive su twitter Gianni Lettieri, imprenditore e candidato sindaco di Napoli per il centrodestra. “Con l’ultimo attacco del sindaco di Napoli contro il presidente del Consiglio siamo al delirio. De Magistris continua a utilizzare il rilancio di Bagnoli per fare campagna elettorale sulla pelle dei cittadini” afferma invece il segretario regionale del Pd Campania, Assunta Tartaglione.
A innescare l’ennesimo scontro, questa volta su Bagnoli, è stato Luigi de Magistris che è intervenuto attraverso un video di 11 minuti zeppo di accuse nei confronti di Matteo Renzi.
Sì al “dialogo istituzionale, nel rispetto della Costituzione”, no “ai soprusi e alle prepotenze” ha detto de Magistris al premier che alcuni giorni fa ha annunciato la sua presenza in città la prossima settimana per partecipare, il 6 aprile, ad una ‘cabina di regia’ nella sede della Prefettura di Napoli per il risanamento e il rilancio dell’area di Bagnoli. Un intervento che il sindaco di Napoli contesta frontalmente.
«Se lei pensa di mettere le mani sulla città sarà con fermezza e risolutezza respinto» ha dichiarato il sindaco rivolgendosi al “Signor presidente del Consiglio”, citando il noto film di Francesco Rosi sul sacco di Napoli.
“Se lei – ha detto il primo cittadino partenopeo – pensa di venire a Napoli, il 6 aprile, per riannodare un dialogo istituzionale nel rispetto della Costituzione, noi siamo molto felici di accoglierla. Se lei, però, pensa di espropriare la nostra città, di mortificare la dignità di questo popolo oppure di realizzare scempi, è bene che lei sappia che a Napoli c’è un popolo che – ha incalzato de Magistris – sa resistere alle prepotenze e ai soprusi”. “Questo popolo e questa città hanno come elemento costitutivo la resistenza a ogni forma di violenza e di occupazione. Questa città – ha ricordato il sindaco – sa respingere le occupazioni militari, mafiose e istituzionali. Quindi, sì al dialogo nel rispetto della Costituzione e della volontà popolare e della dignità di una comunità, se lei pensa invece di mettere le mani sulla città, signor presidente del Consiglio, sarà respinto con fermezza e risolutezza”, ha sottolineato.
Sabato scorso Renzi aveva scritto che su Bagnoli “nonostante il tempo che ci ha fatto perdere il Comune, abbiamo vinto mercoledì scorso al Tar contro l’amministrazione De Magistris e adesso possiamo finalmente partire: sarò personalmente a Napoli in Prefettura per la cabina di regia il prossimo mercoledì 6 aprile”. Deve essere “chiaro che noi andremo avanti comunque, con o senza il Comune. Perché quella è un’autentica vergogna nazionale”. La replica del sindaco: il Comune di Napoli “non ha fatto perdere tempo al governo”, ma è l’esecutivo che ancora “non ha fatto la bonifica”. “Se lei avesse tenuto fede al protocollo siglato il 14 agosto 2014 – ha ricordato il primo cittadino – in questo anno e mezzo avremmo fatto tante cose”. “Il Comune – ha aggiunto de Magistris – non le ha fatto perdere tempo perché, in questi cinque anni, abbiamo cercato di scrivere una pagina diversa”.
Intanto per oggi alle 17 a Villa Medusa le forze sociali, politiche e sindacali antagoniste e i movimenti cittadini hanno convocato un’assemblea pubblica proprio per discutere di Bagnoli e del suo futuro. “A Bagnoli è in atto una sfida nazionale: ricatto tra disoccupazione, malattie tumorali, devastazioni ambientali e precarietà sociale, autoritarismo o democrazia diretta, commissari straordinari o scelte della città, multinazionali e speculazioni finanziarie o nuova economia di comunità, accettazione delle politiche di macelleria sociale del governo Renzi o processo di liberazione e mobilitazione contro austerity, sfruttamento, repressione. A Bagnoli la partita è tra due modelli di sviluppo” recita il comunicato di indizione dell’iniziativa che annuncia una grande mobilitazione popolare contro il governo per il prossimo Primo Maggio.
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