Secondo quanto raccontano i media turchi, almeno una delle esplosioni sarebbe stata causata da un attentatore suicida. A quanto si apprende dalle prime testimonianze, due attentatori (forse tre, come riporta il governatore di Istanbul Vasip Sahin) si sono avvicinati all’ingresso dell’aeroporto, probabilmente con l’intenzione di farsi saltare in aria all’interno. Ma l’intervento della polizia ne ha modificato i piani: ne sarebbe seguito uno scontro a fuoco (gli attentatori hanno usato kalashnikov sulla folla) e solo dopo avrebbero attivato gli ordigni che avevano con sé. Altre fonti parlano di tre esplosioni, due allo scalo degli arrivi internazionali e una terza allo scalo delle partenze internazionali.
Sui social network stanno comparendo foto e video associati all’attacco, alcune però sono da attribuire a precedenti attentati, tra cui quello di Bruxelles. In una delle foto più condivise, si vedono persone con sciarpe e giacche invernali: improbabile che si tratti della giornata di oggi. Intanto il governo turco, come spesso accaduto in precedenza per eventi simili, avrebbe vietato alla stampa nazionale di pubblicare immagini fotografiche o video dell’attacco.
Numerose ambulanze sono presenti sul luogo dell’attentato. A trasportare i feriti negli ospedali più vicini sono anche i numerosi taxi. Nessuno gruppo ha finora rivendicato l’attentato. L’aeroporto Ataturk è tra i più trafficati al mondo: nel 2015 circa 60 milioni di persone sono transitate in questo scalo.
Il primo ministro Yildirim ha subito nominato un’unità di crisi per seguire la questione, mentre tutti gli ingressi e le uscite dallo scalo sono state bloccate. Tutti i voli diretti all’Ataturk sono stati momentaneamente sospesi.
Nel mirino, quindi, torna la “capitale” culturale turca e il settore turistico del paese che ha visto crollare gli ingressi di visitatori stranieri negli ultimi sei mesi. In particolare da gennaio di quest’anno quando fu colpito il luogo simbolo della città, Sultanahmet, dove morirono 10 persone, per lo più turisti tedeschi.
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