“Io li odio i nazisti dell’Illinois” dice uno dei mitici Blues Brother cercando di investirli. Ma a Sacramento, in California, i nazisti erano quelli locali supportati da bande provenienti da altri stati. Gli antifascisti si sono mobilitati insieme alle comunità di latinos per bloccare la marcia nazista. Il risultato sono stati sette accoltellati, nove ricoverati in ospedale, molti altri feriti che hanno evitato di recarsi al pronto soccorso. Questo il bilancio degli scontri di ieri pomeriggio davanti al Campidoglio di Sacramento, sede del Parlamento della California.
Protagonisti del confronto nazionalisti bianchi e militanti antifascisti. A rafforzare i due schieramenti gli Skinhead del Golden State da una parte e le associazioni di immigrati messicani dall’altra. Il rally, promosso dal Partito tradizionalista dei lavoratori, sostenitore del suprematismo bianco, è stato autorizzato per protestare contro gli incidenti avvenuti durante il comizio in California di Donald Trump. I nazisti hanno dovuto però fare i conti con centinaia di controdimostranti, convocati da Sacramento antifa. Questi hanno accolto i partecipanti al raduno, che arrivavano alla spicciolata, con lancio di bottigliette e insulti. Gli scontri sono cominciati immediatamente con una carica dei nazionalisti bianchi e si sono prolungati per una ventina di minuti.
Il Campidoglio di Sacramento è un luogo simbolo per i movimenti di liberazione delle minoranze negli Stati Uniti. Nel 1967 fu infatti teatro della prima clamorosa uscita pubblica delle Pantere nere, che invasero armati la sede del Parlamento, per contestare una legge statale volta a impedire le attività di ronda del movimento contro le brutalità poliziesche nei ghetti.
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