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28/06/2016

Libano - Quattro attacchi suicidi vicino al confine siriano

Torna il terrore in Libano. Stamane all’alba una serie di attentati suicidi ha colpito il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa che si trova sulla strada principale che collega la città siriana di al-Qusayr con la Valle della Beka’a nell’est del Paese dei Cedri. Secondo una fonte militare, sarebbero stati quattro gli attentatori suicidi che si sarebbero fatti saltare in aria. “Il primo ha bussato ad una delle case del villaggio, ma dopo che il proprietario della casa è diventato sospettoso, si è fatto esplodere” ha detto un ufficiale all’Afp. Gli altri tre, invece, sarebbero entrati in azione una volta che un gruppo di persone è accorso per curare il ferito.

Intervistato dall’Afp, George Kettaneh della Croce Rossa libanese ha detto che l’esplosione ha causato almeno otto vittime (tre sono gli attentatori). Bilancio parziale perché alcuni dei 15 feriti (4 sono soldati) versano in condizioni critiche.

Al momento nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi. Tuttavia, la tv al-Manar, vicina ad Hezbollah, ha puntato il dito contro l’autoproclamato Stato Islamico (Is).

Il confine tra Libano e Siria è stato più volte teatro di attentati, scontri e colpi di mortaio da quando è iniziata la guerra civile siriana nel marzo del 2011. Bersaglio degli attacchi sono stati per lo più checkpoint e istallazioni militari, ma le esplosioni hanno avuto luogo anche in aree densamente popolate di Beirut. Il Libano sta pagando a caro prezzo le ripercussioni del sanguinoso conflitto siriano.

Accanto al numero di rifugiati (oltre un milione i siriani registrati) e al coinvolgimento militare degli sciiti di Hezbollah libanesi a fianco del presidente siriano al-Asad, il Paese è stato in più circostanze territorio di battaglia tra l’esercito e i gruppi jihadisti. Nell’agosto del 2014 i militari si sono scontrati con l’Is e i qa’edisti del Fronte an-Nusra nella cittadina di Arsal a confine con la Siria. L’attacco dei due gruppi jihadisti causò il rapimento di 30 tra soldati e poliziotti libanesi (16 dei quali sono stati rilasciati solo dopo 18 mesi di negoziazioni). L’ultimo sanguinoso attentato rivendicato dallo Stato Islamico è avvenuto lo scorso 12 novembre nel sud di Beirut: allora a perdere la vita furono 40 persone.

Ieri, intanto, sulla sua agenzia Amaq lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco avvenuto la scorsa settimana al confine tra Giordania e Siria in cui hanno perso la vita 7 soldati giordani (13 i feriti).

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