Torna il terrore in Libano. Stamane all’alba una serie di attentati
suicidi ha colpito il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa che si
trova sulla strada principale che collega la città siriana di al-Qusayr
con la Valle della Beka’a nell’est del Paese dei Cedri. Secondo una fonte militare, sarebbero stati quattro gli attentatori suicidi che si sarebbero fatti saltare in aria.
“Il primo ha bussato ad una delle case del villaggio, ma dopo che il
proprietario della casa è diventato sospettoso, si è fatto esplodere” ha
detto un ufficiale all’Afp. Gli altri tre, invece, sarebbero entrati in
azione una volta che un gruppo di persone è accorso per curare il
ferito.
Intervistato dall’Afp, George Kettaneh della Croce Rossa libanese ha detto che l’esplosione ha causato almeno otto vittime (tre sono gli attentatori). Bilancio parziale perché alcuni dei 15 feriti (4 sono soldati) versano in condizioni critiche.
Al momento nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi. Tuttavia, la tv
al-Manar, vicina ad Hezbollah, ha puntato il dito contro
l’autoproclamato Stato Islamico (Is).
Il confine tra Libano e Siria è stato più volte teatro di
attentati, scontri e colpi di mortaio da quando è iniziata la guerra
civile siriana nel marzo del 2011. Bersaglio degli attacchi
sono stati per lo più checkpoint e istallazioni militari, ma le
esplosioni hanno avuto luogo anche in aree densamente popolate di
Beirut. Il Libano sta pagando a caro prezzo le ripercussioni del sanguinoso conflitto siriano.
Accanto al numero di rifugiati (oltre un milione i siriani
registrati) e al coinvolgimento militare degli sciiti di Hezbollah
libanesi a fianco del presidente siriano al-Asad, il Paese è stato in
più circostanze territorio di battaglia tra l’esercito e i gruppi
jihadisti. Nell’agosto del 2014 i militari si sono scontrati con l’Is e i
qa’edisti del Fronte an-Nusra nella cittadina di Arsal a confine con la
Siria. L’attacco dei due gruppi jihadisti causò il rapimento di 30 tra
soldati e poliziotti libanesi (16 dei quali sono stati rilasciati solo
dopo 18 mesi di negoziazioni). L’ultimo sanguinoso attentato rivendicato
dallo Stato Islamico è avvenuto lo scorso 12 novembre nel sud di
Beirut: allora a perdere la vita furono 40 persone.
Ieri, intanto, sulla sua agenzia Amaq lo Stato Islamico ha
rivendicato l’attacco avvenuto la scorsa settimana al confine tra
Giordania e Siria in cui hanno perso la vita 7 soldati giordani (13 i
feriti).
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