L'esercito della Corea del Sud è stato posto in stato di massima allerta. La misura è stata ordinata dalla presidente Park Geun Hye, in relazione, ha comunicato Seoul, agli esperimenti missilistici nordcoreani e al lancio, lo scorso 23 agosto, di un missile balistico da un sommergibile.
“I militari devono essere pronti a rispondere in qualsiasi momento” ha detto Park; “dobbiamo esser sicuri che qualsiasi provocazione da parte della Corea del Nord, porterà il loro regime all'autodistruzione”. La settimana scorsa, Park aveva ispezionato uno dei reparti dislocati in prossimità della linea di demarcazione tra le due Coree e, definendo il leader nordcoreano Kim Jong Un “imprevedibile” e le sue decisioni “irrazionali”, aveva affermato che “la minaccia bellica nordcoreana non è più ipotetica”. E' così che 23 deputati del partito conservatore filogovernativo “Senuridan” sono tornati a insistere per la creazione di una flotta sottomarina atomica, “che permetterà di scoprire e attaccare i vascelli nordcoreani e contrastare le ambizioni missilistico-nucleari della RPDC”.
Pyongyang aveva proceduto al lancio di un missile balistico KN-11 con base in mare, nella notte tra il 23 e il 24 agosto, in risposta alle manovre congiunte USA-Corea del Sud “Ulji Freedom Guardian”, iniziate il giorno precedente. Lo StratCom USA aveva seguito tutte le fasi del lancio, dalla partenza al largo di Sinpo, fino alla caduta del razzo nel mar del Giappone, a circa 300 miglia marine dalle coste nordcoreane, mentre il North American Aerospace Defense Command aveva stabilito che il missile “non rappresentava una minaccia per l'America settentrionale”. Secondo gli esperti del Johns Hopkins di Baltimora, la RPDC sta continuando le ricerche per la messa a punto di missili balistici con base in mare, ma, vista la complessità tecnica e il costo, essi prevedono che a Pyongyang occorreranno “come minimo cinque anni per sviluppare il sistema”.
Da parte sua, il Rodong Sinmun aveva rilevato che la prova era stata “condotta con un sistema a elevata angolazione, dalla profondità massima di lancio, confermando la stabilità del sistema di lancio balistico sottomarino e del sistema di avviamento del motore a combustibile solido ad alta potenza”. L'esperimento, aveva anche “dimostrato che i principali indici tecnici del missile, il sistema di controllo e guida e la precisione della testata, hanno soddisfatto perfettamente tutti i requisiti”.
Ed evidentemente, per meglio testare vari tipi di armamento, Kim Jong Un, per l'ennesima volta, avrebbe fatto pubblicamente bersagliare con una batteria contraerea l'ex Ministro dell'agricoltura Hwan Min e un alto funzionario del Ministero della Pubblica istruzione Ri Yong Jin. La notizia, non poteva essere altrimenti, è stata diffusa dal quotidiano sudcoreano “JoongAng Ilbo”, che specifica come i due funzionari si fossero resi colpevoli di essersi addormentati (anche loro! Secondo Seoul, tutti i presunti fucilati nella Corea del Nord si sarebbero addormentati) durante un discorso di Kim. Non rimane che attendere il momento in cui qualche agenzia di stampa farà improvvisamente resuscitare i due (come è accaduto per altri ministri, zii e cugini di Kim) per conoscere nei dettagli le potenzialità tecniche dell'arma contraerea di Pyongyang.
Venerdì scorso, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva condannato il lancio del missile KN-11 come “una grave violazione” degli obblighi internazionali di Pyongyang, dati dalle cinque risoluzioni ONU del 2006, 2009, 2013 e 2016.
Ieri, il portavoce del Ministero degli esteri cinese Hua Chunying aveva invitato tutte le parti a mantenere la calma: "Ci auguriamo che tutte le parti si astengano da passi che possono irritare gli altri o innescare tensioni", aveva detto Hua, aggiungendo che la Cina continuerà a sostenere la denuclearizzazione della penisola coreana, proteggere la pace e la stabilità nella penisola e sostenere la soluzione delle divergenze attraverso il dialogo e il negoziato. Hua aveva anche detto che il segnale inviato dal Consiglio di Sicurezza "deve essere globale ed equilibrato", riferendosi probabilmente alle preoccupazioni cinesi per l'accrescimento della presenza nucleare USA nella regione e per la decisione di Washington di dislocare il sistema antimissilistico THAAD in Corea del Sud.
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