Le forze di invasione turche e le milizie curde in Siria hanno accettato oggi pomeriggio di cessare i combattimenti. L'ha affermato il colonnello John Thomas, portavoce del Comando centrale Usa. "Nelle ultime ore, abbiamo ricevuto assicurazione che tutte le parte coinvolte fermeranno il fuoco reciproco, focalizzandosi sulla minaccia dell'Isis", ha detto Thomas. "E' – ha aggiunto – un accordo valido per almeno un paio di giorni e noi speriamo che si consolidi".
Durante la giornata di oggi le forze armate turche hanno bombardato numerosi obiettivi delle Ypg e delle Forze Democratiche Siriane e anche 21 obiettivi a Jarabulus nell'ambito dell'operazione "Scudo dell'Eufrate" che mira a indebolire tanto Daesh quanto soprattutto le milizie curde che erano ad un passo dal riunire i cantoni da loro controllati ad est e ad ovest del fiume Eufrate.
Obiettivo principale della operazione della Turchia nel Nord della Siria è quello di impedire la creazione di un corridoio da parte delle milizie curde che si estenda dall'Iraq al Mediterraneo ha riconosciuto il vice Primo ministro di Ankara Numan Kurtulmus. L'obiettivo dell'invasione è "di eliminare l'Isis dalla regione e impedire alle Unità per la Protezione del Popolo curdo (Yog) di "completare un corridoio" in Siria", ha detto Kurtulmus.
Dopo giorni di tentennamenti e di ambigue prese di posizione, e quando ormai alcuni degli obiettivi di Erdogan in Siria sembrano essere stati raggiunti grazie all'invasione del nord del paese da parte di varie unità di carri armati di Ankara, Washington ha definito "inaccettabili" gli attacchi della Turchia nei confronti delle milizie popolari curdo-siriane che da anni combattono contro lo Stato islamico con il sostegno degli Usa. Anche il presidente francese Francois Hollande ha messo in guardia dal "rischio di un'escalation generale" in Siria in seguito ai "molteplici interventi, contraddittori" della Turchia e della Russia ovviamente considerando legittimi solo quelli operati dai suoi caccia e da quelli dei propri alleati.
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