In uno scenario internazionale più che mai segnato dall'instabilità e dalla svolta della politica Usa di Donald Trump, si è aperta a Monaco di Baviera la 53ma edizione della Conferenza sulla Sicurezza che si svolge annualmente nella città tedesca. Con 500 partecipanti e circa 1000 incontri bilaterali annunciati a margine dei lavori, la Conferenza della Sicurezza è stata blindata come sempre da un massiccio impiego di forze dell'ordine. Quattromila gli agenti di polizia mobilitati per proteggere la zona rossa. La conferenza si chiuderà domenica alle 13.
Quest'anno, la preoccupazione che incombe sulla conferenza è la consapevolezza che "l’ordine mondiale liberale" – un altro nome di comodo per definire la Pax Americana – può essere finito, e che occorrono nuove misure di sicurezza”. Secondo l’agenzia Bloomberg questa è la conclusione che si può trarre da questa edizione del Rapporto sulla sicurezza di Monaco, un documento annuale pubblicato ogni anno dagli organizzatori della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, la più prestigiosa concentrazione di geopolitica del mondo".
Alla Conferenza di quest'anno partecipano un’ottantina di ministri degli Esteri e della Difesa e 30 Capi di Stato. L’evento sul quale si concentrano molte attenzioni è il primo incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, e il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence. Si tratta del primo incontro bilaterale dopo i numerosi attacchi arrivati da Washington all'Europa e in particolare alla Germania,
Aprendo i lavori della Conferenza sulla sicurezza, Angela Merkel ha invitato a prendere atto che: "Il mondo è cambiato in modo drammatico, non abbiamo più un ordine internazionale stabile, e anche il rapporto con la Russia non è particolarmente buono. Possiamo controllare tutti questi pericoli solo insieme. Dobbiamo rafforzare le strutture internazionali, come l'Ue, la Nato e l'Onu. Sono convinta che i conflitti non possano essere risolti da nessuno stato da solo e da soli i Paesi europei non potrebbero venire a capo della lotta contro il terrorismo islamico, abbiamo bisogno degli Stati Uniti per questo".
Oggi nei lavori della Conferenza è intervenuto il vicepresidente statunitense Pence. "Il sostegno degli Usa alla Nato è incrollabile", ha detto, prendendo la parola dopo la cancelliera Angela Merkel.
Pence ha voluto rasserenare i partner della Nato preoccupati per alcune dichiarazioni di Donald Trump. "Il presidente mi ha chiesto di essere qui per trasmettere il messaggio che gli Stati Uniti appoggiano con forza la Nato e noi saremo fermi nel nostro impegno per l'Alleanza atlantica". Il vicepresidente Usa ha dato però anche un dispiacere ai suoi partner europei confermando le richieste dell’amministrazione Trump per un maggior impegno economico nelle spese militari in ambito Nato. "La difesa europea reclama il nostro impegno quanto il vostro ... e la promessa di condividere il peso non è stata mantenuta per troppo tempo", ha affermato Pence. "Il presidente Trump – ha proseguito – si attende che i suoi alleati mantengano la loro parola. È venuto il momento di fare di più".
Pence non ha risparmiato toni bellicisti sostenendo che "la pace viene solo attraverso la forza. Dobbiamo essere forti, in grado di confrontarci con tutti coloro che metterebbe in pericolo la nostra libertà e il nostro stile di vita". In particolare, ha aggiunto, "gli Stati Uniti sono impegnati a garantire che l'Iran non ottenga mai un'arma nucleare in grado di minacciare i nostri Paesi o gli alleati". Poi pagando la cambiale al discorso più scontato del mondo ha affermato che è l'Isis il male da sconfiggere: "L'Isis è il male maggiore, la sua malvagità non si vedeva dal Medioevo", aggiungendo che "il presidente ha ampi piani per distruggere Isis".
Per quanto riguarda la Russia, Pence ha detto anche che gli Usa continueranno a "incalzare il Cremlino affinché rispetti gli accordi di Minsk sull'Ucraina, anche se il presidente Donald Trump cerca un nuovo terreno comune con Mosca". Dichiarazioni che però non hanno affatto soddisfatto la Russia. Konstantin Kosachyov, presidente della commissione affari internazionali del Consiglio della Federazione, ha affermato all’agenzia Interfax che "La posizione ripetuta da Michael Pence in base al quale la Russia continua a dover assumersi la responsabilità esclusiva per l'attuazione degli accordi di Minsk è deludente. Tale approccio” ha spiegato Kosachyov, "permette al governo di Kiev di sabotare incessantemente gli accordi di Minsk, perché a quanto pare la soluzione della crisi nel Donbass è secondaria al desiderio di vendetta con la Russia e continuare a tenerla sotto scacco delle sanzioni e in un clima di scontro continuo con il mondo occidentale".
Emblematico invece l’intervento del l'Alto Rappresentante per la sicurezza dell'Unione europea, Federica Mogherini: "Voglio sorprendervi, siete abituati a collegare l'Unione Europea con la parola crisi. Invece io voglio parlare di un'Unione europea orgogliosa. L'Unione europea è in buone condizioni. È molto più forte e irrinunciabile di quanto sia chiaro a se stessa... L'Ue è un partner affidabile e prevedibile", ha aggiunto. Una rivendicazione e una ambizione molto più netta di quanto avesse fatto poco prima il segretario della Nato, Stoltemberg. Insomma non proprio una immagine di una Unione Europa con il cappello in mano verso il nuovo corso di Trump e la crisi del vecchio ordine mondiale fondato sulla egemonia Usa. La competizione globale ormai è in pieno svolgimento. L'escalation di spese militari e conflitti ne saranno una delle caratteristiche con cui dovremo fare i conti in ogni paese.
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