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07/01/2018

Antifascismo e PD. Due strade totalmente divergenti

Ricostruire un fronte antifascista significa innanzitutto denunciare chi oggi fomenta il fascismo.

Le stampe locali ci informano di una prossima “manifestazione antifascista” a Pisa, promossa dal PD e da altre forze politiche, sociali e sindacali.

Dall’elenco di sigle che compongono il cartello che scenderà in piazza mancano una serie di realtà politiche e sindacali ben radicate sui nostri territori, nelle lotte di tutti i giorni contro le politiche neoliberiste del PD e delle sue propaggini sindacal/imprenditoriali, ma anche sul fronte dell’antifascismo militante, quel fascio/leghismo che negli ultimi anni a Pisa è stato ripetutamente cacciato indietro da forti manifestazioni di piazza.

A una lettura superficiale, questo dato potrebbe preoccupare chi ha memoria storica. Nel ‘900 l’unità delle forze democratiche contro il fascismo è stato un dogma.

Ma la storia non è sufficiente a legittimare la ricomposizione di un “fronte” che non è più nella realtà del secolo XXI.

Il PD che oggi tenta cinicamente di arrogarsi l’egemonia dell’antifascismo, in città e a livello nazionale, è lontano anni luce da qualsiasi titolarità sul tema, quindi non può certo essere il collettore dei sinceri antifascisti.

Le scelte politiche e soprattutto economiche portate avanti da quel partito negli ultimi 20 anni, sono l’humus nel quale hanno attecchito e ora prosperano gruppi nazi fascisti, razzisti, xenofobi e nazionalisti.

I motivi politici sono presto detti: i massimi esponenti di quel partito, a livello nazionale e locale, sostengono e legittimano forze nazi fasciste nel nostro paese e a livello europeo.

Nessuno dimentica l’europarlamentare del PD Gianni Pittella che il 4 gennaio 2014 arringava i manifestanti antigovernativi in piazza Maidan a Kiev, la capitale dell’Ucraina, portando «il saluto dell’Europa che crede nella libertà e nella democrazia» in un comizio nel quale l’esponente del PD era protetto dal servizio d’ordine dell’ucraino Svoboda, partito nazionalsocialista sostenuto in Italia da Forza Nuova.

Nessuno dimentica le dichiarazioni della dirigente del PD Debora Serracchiani sui migranti del 10 maggio 2016, riprese e pubblicate da manifesti di Forza Nuova con tanto di ringraziamento.

Nessuno dimentica la frase di Renzi sui migranti: “aiutiamoli a casa loro”

Nessuno dimentica la partecipazione di Minniti al recente congresso di Fratelli d’Italia, partito che ha rispolverato la fiamma tricolore del Movimento sociale italiano, fondato dal fucilatore di partigiani Almirante.

La lista di queste prese di posizione e partecipazioni attive di esponenti del PD ai contenuti e alle iniziative di gruppi fascisti nel nostro paese è ormai lunghissima, e trovano origine in quella legittimazione dei “ragazzi di Salò” da parte di Luciano Violante nel 1996, all’atto del suo insediamento come Presidente della Camera.

A Pisa gli amministratori del PD hanno praticato e praticano politiche discriminatorie, razziste e repressive degne della peggiore estrema destra. Come dimenticare l’allontanamento dei bambini Rom dalla scuola di Marina di Pisa nel 2013, da parte dell’allora assessora al sociale Ciccone, che alle stampe dichiarava essere quello il miglior modo per allontanare le famiglie? Oppure l’attuale assessora al sociale Capuzzi, che nel giustificare uno dei tanti sgomberi con le ruspe di un campo Rom quantificava numericamente il “grado di tolleranza” dei nostri territori per una etnia? Le politiche “securitarie” della Giunta Filippeschi fanno impallidire quelle degli amministratori fascio/leghisti.

Sul terreno delle politiche economiche chi ha creato il terreno fertile per i rigurgiti nazi fascisti a livello continentale ed italiano?

Per rispondere a questa domanda ci avvaliamo di una intervista all’economista Emiliano Brancaccio, uscita recentemente sul sito di Potere al Popolo.

Una frase per tutti di quell’intervista chiarisce il concetto “...Se ti dichiari antifascista, non puoi essere un ‘deflazionista’ che invoca nuove ondate di austerity e di privatizzazioni, sostiene le deregolamentazioni del lavoro e promuove la gara al ribasso dei salari e dei prezzi, perché proprio queste politiche favoriscono l’avanzata delle destre estreme...”

Negli ultimi 25 anni queste politiche economiche, indicate dall’Unione Europea, sono state messe in pratica dai governi di centro sinistra a guida PD, con maggiore capacità incisiva della destra berlusconiana. Privatizzazioni forzate, distruzione progressiva dello Stato Sociale (sanità, trasporti, scuole, università, asili nido...), Jobs Act, Legge Fornero, attacco sistematico al diritto di sciopero, abolizione dell’Art. 18...

Alla luce di questa inoppugnabile realtà, qualsiasi tipo di “fronte antifascista” lo si potrà costruire CONTRO il PD, non certo al fianco di un partito espressione della destra liberista. Chi lo affianca è complice di quelle politiche.

È insopportabile quindi che questo partito, fomentatore dei rigurgiti reazionari che attraversano la società, a fini biecamente elettoralistici utilizzi oggi quel fenomeno per ergersi a custode dell’antifascismo.

Le forze antifasciste presenti sul territorio pisano devono reagire a questa provocazione, organizzando un percorso di riaggregazione contro i rigurgiti reazionari che rischiano di attecchire nei settori popolari colpiti dalla crisi economica e dalle suddette politiche.

Facciamo appello a tutte le forze genuinamente antifasciste pisane per costruire un Coordinamento Antifascista Territoriale, che metta al centro della propria azione una lotta senza quartiere contro il fascismo di oggi e contro chi lo fomenta, attraverso scelte politiche ed economiche che abbiamo schematicamente evidenziato in questa nota.

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