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15/06/2018

Allarmi son fascisti, quelli di adesso


Due notizie da Milano e da Roma, scoprono il coperchio sulla definitiva rivalutazione del neofascismo e dei suoi esponenti nella narrazione ufficiale del paese. Attenzione non stiamo parlando del fascismo del ventennio, quello che in tanti ritengono ormai materia per archivi polverosi e celebrazioni nella migliore delle ipotesi nostalgiche. No stiamo parlando del neofascismo, quello che dal dopoguerra agli anni ’70 è stato contiguo al potere democristiano e alle strategie stragiste dirette ad impedire anche con la violenza l’affermazione dei partiti della sinistra e del movimento operaio.


A Milano, alla Regione Lombardia è stata approvata una mozione secondo cui nelle scuole si dovranno ricordare le morti dei neofascisti Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, uccisi negli anni ’70 nel capoluogo lombardo. Questa decisione senza precedenti è stata presa dal Consiglio regionale della Lombardia che ha votato una mozione presentata da Fratelli d’Italia. Hanno votato a favore tutte le forze di maggioranza, mentre Pd e Lombardi, e Civici europeisti hanno votato contro. L’M5S non ha partecipato al voto.

A Roma invece, al consiglio comunale è stata approvata una mozione presentata anche qui da Fratelli d’Italia, per dedicare una strada della capitale a Giorgio Almirante, per anni segretario del Msi e figura di riferimento del neofascismo italiano. In serata però l’iniziativa è stata stoppata dalla sindaca Raggi. “Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante. Presenterò una mozione a mia prima firma” ha scritto la sindaca Raggi in un tweet notturno dopo la decisione del Consiglio Comunale di ieri di votare la mozione.

Siamo dunque ben oltre lo sdoganamento storico del fascismo, siamo alla legittimazione del neofascismo nella fase repubblicana e costituzionale del paese. Appare doveroso ricordare come negli stessi anni a Milano i fascisti uccisero militanti di sinistra come Claudio Varalli e Gaetano Amoroso e negli anni più recenti Davide Cesari “Dax”.

Sulle responsabilità di Almirante si può andare ancora più indietro, quando era un fucilatore di partigiani e di soldati sbandati (vedi il manifesto seguente firmato da Almirante).


Se questa diventa la narrazione sulla storia recente del paese e la legalità avallata dalle istituzioni, disobbedirvi sarà un dovere, nelle scuole della Lombardia come nelle strade di Roma. Con ogni mezzo necessario.

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