Soldati italiani operativi in Siria? Militari assegnati all’operazione ‘Prima Parthica’ – addestramento militare in Iraq – sarebbero impegnati in Siria nell’offensiva della Coalizione internazionale a guida Usa contro lo Stato islamico ad al Hasakah, governatorato nella Siria nord-orientale, a circa 56 chilometri dal confine con l'Iraq, Paese dove dovevano operare.
Lo ha riferito ieri l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), organizzazione non governativa con sede a Londra, vicina ai ribelli anti-Assad sostenuti dalla Coalizione, fonte molto discussa ma spesso utilizzata dalla stampa occidentale.
In particolare, riferisce Analisi Difesa, reparti italiani, francesi e statunitensi sarebbero impegnati al fianco delle Forze Democratiche Siriane (SDF) composte da milizie arabe e soprattutto curde, nelle operazioni che puntano a liberare dall’Isis gli ultimi lembi di territorio siriano orientale.
Smentita dallo Stato Maggiore Difesa
Lo Stato maggiore della Difesa, contattato dalle agenzie di stampa Nova e Askanews, ha tuttavia smentito categoricamente quanto affermato dall’Ondus. «L’Italia partecipa alla coalizione anti-Isis con una missione di addestramento delle forze di sicurezza in Iraq».
A differenza di Usa, Gran Bretagna e Francia, l’Italia ha finora limitato l’intervento delle sue forze aeree e terrestri assegnate alla Coalizione al territorio iracheno perché, a differenza di quello di Baghdad, il governo di Damasco non ha mai né richiesto né accettato l’intervento della Coalizione sul suo territorio nazionale, anche se americani e francesi sono pubblicamente presenti in Siria senza alcuna legittimazione.
La smentita della smentita
Contattato da Askanews, il direttore dell’Ondus, Rami Abdul Rahman, ha però rilanciato. «Ho con me fotografie con soldati regolari italiani che marciano a fianco di uomini delle FDS nell’operazione in corso da stanotte a Sud della provincia orientale siriana al Haskah», ha detto il direttore. Salvo poi aggiungere, «ma non sono autorizzato a pubblicare queste foto».
Quesito chiave, CHI CONTA BALLE?
Fonte Ondus inaffidabile – opinione diffusa e condivisa da Remocontro – ma troppe volte usata a convenienze alterne. I gas governativi siriani sì e i soldati italiani no? Da insistere nell’accertamento delle verità.
Ipotesi militari italiani in Siria 2017
Luglio 2017, ‘Soldati italiani in Siria: ma Damasco che ne dice?’. Non è l’inaffidabile Ondus, ma la solida stampa italiana. Roberta Pinotti, ministro della Difesa, in un’intervista a La Stampa.
«Per allargare la nostra azione bisognerà vedere se si chiarisce la questione politica in Siria, quali truppe addestrare, e su che base. Nell’ambito di una possibile chiarificazione delle condizioni, le forze in campo, e il percorso politico, potremmo valutare un contributo». Sempre di addestramento si tratta, ma non solo in Iraq. Come? «In Siria il mandato Onu di sconfiggere il terrorismo esiste, ma la situazione politica è confusa, e non tutti considerano il governo legittimo».
Interventismo italiano
Dichiarazioni successive dal Corriere della Sera, sempre luglio 2017. «Avevamo scelto di non andare in Siria perché c’era una situazione molto confusa. Ad oggi non si è messa in ordine», Pinotti da New York. E aggiunge: «Se tutte le forze che stanno operando per sconfiggere l’Isis avranno una strategia comune e si individua un percorso per la Siria come avvenuto in Iraq, in una condizione diversa, in futuro, si potrebbe fare. Ma oggi purtroppo non vedo questo passaggio come imminente». ‘Niente Siria, per il momento’, la conclusione del Corsera allora.
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