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05/12/2018

Francia: ed ora qualcosa di completamente diverso

Il movimento politico-sociale in Francia sta mutando il suo segno. Così come il caro-benzina ha innescato il movimento dei Gilets Jaunes, così i GJ hanno fatto da “innesco” a loro volta ad un magma sociale in ebollizione, che vomita tutte le contraddizioni dell’ultimo ciclo di sviluppo capitalista, la governance targata UE e l’impalcatura istituzionale pregressa della Quinta Repubblica.

Il giorno prima, non è come il giorno dopo e quello successivo non ricorda i precedenti. Gli studenti delle medie-superiori dovevano, dopo la seconda tappa della mobilitazione, questo lunedì, ritornare a bloccare questo venerdì, ma hanno deciso di farlo anche oggi in numerosi istituti superiori, e a Marsiglia e Tolosa la mobilitazione ha toccato la sua punta massima.

Nella città fenicia 21 istituti sono stati occupati, e gli studenti medi si sono riversati in strada cantando: “c’est la, c’est la, c’est la revolution”, scontrandosi con la polizia; il servizio d’ordine della CGT è intervenuto per difendere gli studenti, che sono ripiegati dentro i locali dell’Università vicino alla stazione Saint Charles ed hanno votato all’unanimità per proseguire il blocco tutta la settimana.

A Parigi 3, come in molte altre facoltà, è stato votata la partecipazione alla mobilitazione dei GJ sabato con un corteo interfacoltà, per protestare contro la decuplicazione della retta agli studenti stranieri (non europei), prevista dal governo, rendendo così inaccessibile l’università francese ai ceti sociali che non siano parte delle élite economiche: dopo gli studenti marocchini, e prima di quelli cinese, sono gli studenti algerini che costituiscono il maggior gruppo di studenti stranieri nell’Esagono.

Si profila dunque una giornata di mobilitazione in cui porre al centro la questione giovanile. Intanto a Tolosa gli universitari hanno raggiunto i medi. Continuano gli incontri tra i Gilets Jaunes ed esponenti del mondo sindacale, come in Piccardia, dove il responsabile sindacale ha dichiarato ad un incontro con i Giltes Jaunes: “voi state facendo oggi quello che noi stiamo facendo da anni”. O nei porti, dove l’azione di GJ e CGT è sempre più congiunta e mirata ad un blocco generalizzato degli scali. O ancora – come non citarlo – il rinforzo delle giacche gialle agli operai del deposito Amazon in sciopero.

Ma il dato più importante uscito dalla giornata di martedì è la dichiarazione congiunta di “sciopero illimitato” a cominciare dalle ore 22:00 di questa domenica fatta da CGT e FO del settore del trasporto stradale; nel mentre il traffico di merci sta subendo un significativo calo.

Intanto, sul fronte politico, le parzialissime concessioni governative non hanno minimamente convinto le forze dell’opposizione e i GJ stessi, che hanno semplicemente visto dilatare nel tempo – dopo le elezioni europee – gli aumenti delle accise sul carburante. E sembra che i socialisti, titubanti – in un primo momento – di fronte all’ipotesi di dare le proprie firme per una mozione di sfiducia al governo, propugnate da FI e PCF, siano disposti ora ad allinearsi, così com’è successo per la “motion de censure” allo scoppio dello scandalo Benalla, questa estate.

Il ministro dell’interno Castaner, assicurando che per sabato verrà rafforzato il dispositivo poliziesco e che si richiederà uno sforzo senza precedenti alle forze dell’ordine, ha chiesto agli organizzatori dell’importante marcia per il clima di rinunciare alla mobilitazione parigina di sabato.

Una richiesta e delle esternazioni che sono sembrate più un monito, visto tra l’altro le voci sempre più pressanti di alcuni sindacati di polizia di avere “carta bianca”, godendo della complicità assoluta degli apparati politici rispetto al loro operato.

Un clima pesante di militarizzazione del conflitto sociale, quindi, come mostrano foto e video sui socials e che i media mainstream e la carta stampata si guarda bene dal far girare.

E mentre circa di un centinaio di fermi sono stati prolungati dopo la manifestazione parigina, coloro che cominciano ad apparire di fronte “alla giustizia” in tribunale appaiono per quello che sono: manifestanti, talvolta alla loro primissima esperienza, che hanno avuto la colpa di munirsi di elementari dispositivi di protezione, dopo ciò che avevano vissuto direttamente, o visto, il sabato precedente.

Il processo a cinque di questi, di cui ha dato notizie il quotidiano comunista francese, riguarda operai che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, come hanno dichiarato. Uno di loro ha detto di essere andato a Parigi per “difendere i miei diritti”. Un profilo molto distante dalla rappresentazione mediatica che ancora parla di “professionisti” degli scontri.

(Continua)

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