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22/12/2018

“Si è tolta sovranità al Parlamento e al popolo italiano”. La denuncia di Vasapollo a “Linea Notte”

“Non contro l’Europa, bensì contro questa Unione Europea”. Si può riassumere così la posizione di Luciano Vasapollo, professore di Politica Economica presso La Sapienza di Roma ed esponente autorevole della sinistra sindacale e politica, ospite della trasmissione TG3 Linea Notte.

Interrogato relativamente alla questione legge di Bilancio di questi giorni il professore ha affermato: “è anomalo che si tolga sovranità al parlamento italiano, e quindi al popolo italiano”. Di ieri la decisione della Commissione Europea di non avviare la procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia. Nei giorni scorsi l’esecutivo aveva presentato a Bruxelles una modifica alla finanziaria, tagli per 10 miliardi e deficit giù al 2,04% dal 2,4% inizialmente avanzato. Più che i decimali, per Vasapollo, la decurtazione dettata da Bruxelles riguarda la sovranità popolare.

“Dietro alle manovre finanziarie ci sono i bisogni delle persone. Bisogna ripristinare un’Europa in cui le politiche economiche si rivolgano ai bisogni dei cittadini. La politica deve dettare tempi e modalità dell’economia, non viceversa”, ha denunciato il professore.

Nel corso della trasmissione, Vasapollo ha presentato il suo libro “PIGS la vendetta dei maiali. Per un programma di alternativa di sistema: uscire dalla UE e dall’Euro, costruire l’Area Euromediterranea”. Al di là del titolo provocatorio (PIGS come acronimo di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), ha spiegato il professore, questo libro nasce sulla base del movimento di una minoranza composta da accademici, intellettuali, sindacati e movimenti sociali che, negli scorsi anni, si è mossa in Europa per contrastare la “dittatura dell’Euro”, cioè del denaro e del profitto, e il “vuoto di democrazia” attuale.

“Dietro le manovre economiche – ha affermato Vasapollo – c’è un vero e proprio massacro sociale, dai precari alla classe media, per il bene della finanza”. “Pensiamo che i Paesi dell’area mediterranea, che sono i più complementari tra di loro e che subiscono maggiormente questa crisi, possano mettere in moto cittadini e movimenti sociali e dei lavoratori per una spinta al cambiamento e, perché no, un’alternativa all’Unione Europea”.

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