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13/12/2018

Salvini attacca Hezbollah, allarme al comando italiano Unifil

di Michele Giorgio – il Manifesto

Giacca scura, camicia azzurra, atteggiamento sobrio. Matteo Salvini si è presentato alla conferenza stampa al King David Hotel di Gerusalemme con un look diverso da quello abituale da autista di ruspa. Solo apparenza, la sostanza è stata quella solita. Il vicepremier e ministro dell’interno in visita ufficiale in Israele ieri ha inferto picconate a situazioni delicatissime per la stabilità del Medio Oriente di cui, evidentemente, non capisce un bel niente: la tensione ai confini tra Israele e Libano e la soluzione a Due Stati, Israele e Palestina, sostenuta dall’Unione europea, quindi anche dall’Italia.

Salvini appena ha messo piede a Tel Aviv ha fatto pochi passi ed è salito a bordo di un elicottero per dirigersi al Nord dove è andato a dare uno sguardo ai tunnel sotterranei costruiti dal movimento sciita libanese Hezbollah e di cui Israele ha annunciato la scoperta nei giorni scorsi. Una storia che rischia di scatenare una nuova guerra. Proprio ieri il premier israeliano Netanyahu ha lanciato nuovi e più pesanti avvertimenti a Hezbollah affermando che Israele reagirà ad un eventuale attacco con una forza mai usata in passato. Il capo leghista, forse pensando che lo scontro tra Israele e Hezbollah per importanza non sia molto diverso dalla demolizione delle ville dei Casamonica, si è lasciato andare a dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia i militari dell’Unifil – i caschi blu dell’Onu attualmente sotto comando italiano che dal 2006 vigilano sulla tregua tra il movimento sciita e lo Stato ebraico – e i responsabili del ministero della difesa italiano. «Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza ed alla sicurezza di Israele – ha scritto Salvini in un post su Facebook – Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione».

Il riferimento agli Hezbollah come «terroristi islamici» ha fatto sudare freddo non pochi al ministero della difesa e al comando Unifil che hanno fatto trapelare «preoccupazione» e «imbarazzo» per quelle parole. «Non vogliamo alzare nessuna polemica – hanno fatto sapere fonti anonime – ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a sud (del Libano) nella missione Unifil, lungo la “Linea blu” (il confine). Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area. Tra l’altro l’Onu la sua parte la sta già facendo, c’è una missione, si chiama Unifil, da oltre 12 anni, e il comando è oggi sotto la guida italiana per la quarta volta». Queste cose Salvini non le sa, non comprende che in questa regione dagli equilibri fragili, martoriata da conflitti continui, dichiarazioni incoscienti possono innescare reazioni violente, anche contro i soldati italiani. Perciò, non contento del danno già causato, Salvini rivolgendosi ai giornalisti italiani a Gerusalemme, ha commentato «Mi stupisco per lo stupore che ho letto per la definizione di Hezbollah come terroristi islamici. Se si scavano tunnel sotterranei che sconfinano nel territorio israeliano, non penso venga fatto per andare a fare la spesa».

Salvini ha fatto uso dell’ascia anche contro le politiche portate avanti dall’Ue in Medio Oriente e nella questione palestinese. Solo sullo status di Gerusalemme ha evitato di esprimersi. Rispondendo a una domanda del manifesto sul sostegno europeo alla soluzione a Due Stati, ossia alla creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele, ha sferrato un duro attacco alla linea che Bruxelles porta avanti dalla firma degli Accordi di Oslo nel 1993. «Io sono favorevole a una soluzione che nasca dai territori. L’Unione europea negli anni scorsi è stata assolutamente sbilanciata condannando e sanzionando Israele ogni quarto d’ora...Temo che parti degli ingenti aiuti (ai palestinesi) non siano arrivate alle destinazioni auspicate» ha risposto, concedendo solo a proposito di Gaza che «una situazione come quella non può essere sostenuta a lungo».

Il resto della giornata sono state segnate da posizioni abbastanza scontate. Salvini ha dato il suo pieno appoggio a Israele che, sotto lo sguardo compiaciuto di funzionari e rappresentanti del governo Netanyahu, ha descritto come un «baluardo» della civiltà occidentale. Ha quindi esortato chi ama la pace a stare dalla parte dello Stato ebraico e a lottare contro l’estremismo islamico. Ha spiegato di essere venuto per rinsaldare i rapporti tra italiani e israeliani anche attraverso relazioni più strette tra scuole ed università e nella ricerca scientifica. Oggi vedrà Netanyahu e dovrebbero conoscersi più nel dettaglio le intese strette nel campo della sicurezza di cui ha discusso con il ministro israeliano Ghilan Erdan.

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