Alla chiamata degli apparati di Israele si sono presentati tutti. Ieri alla manifestazione filo-israeliana convocata a Roma erano presenti il leader della Lega Matteo Salvini, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, una delegazione di FdI guidata da Lollobrigida, il segretario del Pd Enrico Letta insieme ad altri esponenti del partito, i rappresentanti di Italia Viva tra cui Maria Elena Boschi e Gennaro Migliore, il leader di Azione Carlo Calenda, i Radicali, una rappresentanza del M5s, ma c’erano anche Toti e la sindaca di Roma Virginia Raggi.
Per fortuna a questa ammucchiata, finora, non si è accodato nessun esponente di Sinistra Italiana o di LeU.
Mentre Salvini ha concionato come al solito, alternando servilismo verso Israele e vittimismo aggressivo per gli insulti ricevuti sui social, Enrico Letta ha confermato il livello di inaccettabile ipocrisia che caratterizza la politica italiana sulla questione israelo-palestinese.
Già il fatto di aver scelto di andare di persona ad una manifestazione filo-israeliana e di essersi limitato ad una telefonata all’ambasciatrice palestinese, la dice lunga. Crediamo che Letta difficilmente sentirà l’esigenza di essere presente di persona anche alle manifestazioni a difesa dei palestinesi che ci saranno sabato prossimo in tante città italiane.
Ma anche sul piano del posizionamento, quando Letta afferma che: “La soluzione dei due stati è quella su cui lavorare. Smettiamola di dare per scontato che sia una vicenda senza soluzione. Siamo qui per dire che la pace è possibile”, conferma pienamente come la impossibile simmetria tra diritti dei palestinesi e quelli israeliani, nei fatti si riveli un sostegno unilaterale e complice a questi ultimi e alla loro politica dei fatti compiuti che ha impedito fino ad oggi la nascita di uno Stato Palestinese.
Per i fascisti di Fratelli d’Italia poi la contraddizione è totale. Da un lato da tempo i fascisti hanno subito la fascinazione di uno modello politico militarista ed escludente come Israele, dall’altro devono combattere culturalmente con i loro scheletri nell’armadio.
Pilatesca ma ipocrita anche la posizione espressa dal ministro degli Esteri Di Maio. “L’Italia ribadisce profonda preoccupazione per la spirale di attacchi e violenze che si sta generando nei Territori Occupati Palestinesi e in Israele”, ha affermato in una nota Di Maio, secondo cui adesso “è prioritario evitare la perdita di ulteriori vite umane e per questo chiediamo con forza a tutte le parti di intraprendere subito misure di de-escalation e di attenersi alla massima moderazione”. “Condanniamo con fermezza – ha aggiunto – i lanci di razzi da Gaza. Voglio dirlo con grande chiarezza: il lancio indiscriminato di razzi è inaccettabile in ogni circostanza e deve pertanto cessare”.
Dalla dichiarazione di Di Maio non si rileva alcun riferimento ai raid israeliani su Gaza. In pratica per Di Maio solo i palestinesi dovrebbero rinunciare a difendersi e cessare le ostilità, e quindi consentire alle autorità israeliane di riprendere la brutale repressione della popolazione palestinese alla quale abbiamo assistito per settimane sia a Gerusalemme sia in Cisgiordania.
Nel totale e complice silenzio della politica italiana, dal Pd fino ai fascisti di Fratelli d’Italia.
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