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13/05/2021

Non si ferma l’escalation in Palestina e Israele

Non si ferma l’escalation tra organizzazioni palestinesi e forze armate israeliane. Bombardamenti aerei e lancio di razzi sono proseguiti nella notte ed anche nelle prime ore di questa mattina.

I razzi palestinesi lanciati dalla striscia di Gaza hanno raggiunto per la prima volta anche il Nord di Israele, nella valle di Jezreel, dove hanno suonato le sirene. La compagnia petrolifera statunitense Chevron ha annunciato la chiusura per ragioni di sicurezza della piattaforma di gas naturale di Tamar, sulla costa israeliana. Le autorità israeliane hanno chiuso l’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv, dirottando i voli verso lo scalo di Ramon, nel sud del Paese.

Secondo il Times of Israel il comando delle forze armate israeliane presenterà nelle prossime ore al governo un piano per l’invasione da terra della Striscia di Gaza. Carri armati e truppe si stanno concentrando al confine. Ma i vertici militari sanno benissimo che una offensiva terrestre su Gaza comporta per loro un costo assai più alto che i raid aerei.

Secondo quanto riferito dal ministero della Salute palestinese, il bilancio delle vittime dei raid aerei israeliani su Gaza è salito 69 morti, tra cui 17 minori e sei donne, i feriti sono invece 388, tra cui 115 minori e 50 donne. Le vittime israeliane sono sette, tra cui un militare.

Ma l’escalation non riguarda solo Gaza. Ormai sono coinvolti anche i centri urbani in Israele dove dal 1948 convivono comunità ebraiche e palestinesi. Violenti scontri sono divampati anche questa notte tra ebrei e arabi israeliani nelle città di Lod, Acri, Gerusalemme, Haifa, Bat Yam e Tiberiade. Gli apparati militari di Israele hanno effettuato più di 400 arresti tra i palestinesi di cittadinanza israeliana. A Lod, teatro la notte scorsa di forti proteste della popolazione araba, le violenze sono proseguite nonostante le autorità avessero imposto un coprifuoco notturno tra le 20:00 e le 4:00.

A Gerusalemme, un palestinese è stato accoltellato e gravemente ferito in un mercato da alcuni ebrei, mentre ad Acri un cittadino ebreo è stato picchiato dai palestinesi. A Bat Yam, centinaia di estremisti ebrei hanno vandalizzato proprietà di cittadini arabi e attaccato un uomo a bordo di un’automobile.

In Cisgiordania secondo quanto riportato dall’agenzia stampa palestinese Wafa, sarebbero circa 40 i palestinesi arrestati nella notte dall’esercito israeliano in diversi raid nelle comunità locali. Dopo l’uccisione di Hussein Atiyyeh Titi nel campo profughi di al-Fawwar, a Hebron, i militari hanno ucciso un 16enne, Rashid Muhammad Abu Arreh, a Tubas.

L’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), in un incontro d’urgenza tenutosi ieri sera a Ramallah, ha deciso di proseguire la “mobilitazione” araba e internazionale per “fermare i criminali attacchi di Israele” a Gerusalemme e a Gaza riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa. I partecipanti alla riunione, hanno sottolineato che “l’obiettivo strategico resta la fine dell’occupazione israeliana”, ed hanno ribadito la necessità di “sostenere la popolazione a Gaza nella resistenza ai barbarici attacchi israeliani”. È stato inoltre deciso di formare una commissione per “studiare le opzioni da adottare a tutti i livelli”, oltre a una strategia operativa unitaria per il popolo palestinese.

Sul piano diplomatico, ogni tentativo di raggiungere una tregua viene ostacolato dalle autorità israeliane ma anche dagli Stati Uniti.

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha informato il gabinetto di sicurezza che Israele ha respinto proposte di cessate il fuoco arrivate da Hamas, scrive l’agenzia israeliana Ynet News.

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU invece ha tenuto un’altra riunione d’emergenza sul peggioramento delle ostilità tra Israele e Palestinesi, ma non è arrivato a concordare una dichiarazione congiunta a causa dell’opposizione degli USA, alleato chiave di Israele, hanno riferito i diplomatici del Palazzo di Vetro. Secondo diverse fonti, 14 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza erano a favore dell’adozione di una dichiarazione congiunta volta a ridurre la tensione ma gli Stati Uniti si sono opposti.

Dal canto suo il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che “Israele ha il diritto di difendersi” dagli attacchi in corso da parte dell’organizzazione islamica palestinese Hamas e da altri gruppi attivi nella striscia di Gaza. Con questi presupposti sarà difficile arrivare non solo ad una soluzione politica ma anche ad una tregua.

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