Sembra che sia stato raggiunto l’accordo per un corridoio umanitario in uscita da Mariupol, la città portuale da giorni sotto il tiro delle forze armate russe e delle milizia delle Repubbliche indipendenti del Donbass. Grazie ad un cessate il fuoco temporaneo sono stati riaperti i corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili anche dalle città ucraine di Kiev, Chernihiv, Sumy e Kharkiv.
I colloqui di Roma tra Cina e Stati Uniti sono durati otto ore
Una cosa è certa: i colloqui tra Cina e Stati Uniti tenutisi ieri a Roma non sono stati una formalità. Infatti si sono conclusi dopo una discussione durata otto ore. Da una parte c’era il consigliere alla Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, dall’altra il responsabile esteri del Partito comunista cinese, Yang Jiechi. I colloqui si sono tenuti in una sala sotterranea dell’hotel Cavalieri Waldorf Astoria.
Il vertice bilaterale tra Usa e Cina ha palesato la preoccupazione di Washington per un eventuale sostegno della Cina alla Russia nel quadro della guerra in Ucraina. Per gli Usa il sostegno della Cina alla Russia sulla scia dell’invasione dell’Ucraina avrebbe “implicazioni per le relazioni della Cina in tutto il mondo, comprese quelle con gli alleati e i partner degli Stati Uniti in Europa e nella regione indo-pacifica”.
Secondo un alto funzionario della Difesa Usa citato dal Financial Times, il Pentagono sta monitorando l’azione di Pechino per vedere se la Cina stia fornendo armi alla Russia o se l’ha già fatto.
Secondo il resoconto del Financial Times il governo Usa ha visto la Cina “dare sostanzialmente tacita approvazione” all’azione russa “rifiutando di aderire alle sanzioni, incolpando l’Occidente e gli Stati Uniti per l’assistenza che abbiamo fornito all’Ucraina e affermando di voler vedere un risultato pacifico ma essenzialmente non facendo nulla per raggiungerlo”.
Il fronte militare
Dopo il bombardamento della base militare ucraina di Yavoriv, vicino al confine con la Polonia, le forze armate russe hanno fatto sapere che continueranno a colpire i “mercenari stranieri” che si trovano in Ucraina, come avvenuto con la “distruzione dei centri di addestramento nelle aree di Starichi e alla base militare di Yavoriv”. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russa, Igor Konashenkov.
“Vi avverto di nuovo, non ci sarà indulgenza per i mercenari, non importa dove si trovino in Ucraina”, ha aggiunto, sostenendo che “alcuni Paesi occidentali incoraggiano il coinvolgimento dei loro cittadini in azioni militari contro unità russe”. “Tutte le responsabilità per la morte di questi cittadini stranieri ricadrà esclusivamente sulle amministrazioni di questi Paesi”.
Si sono intensificati i raid russi contro la città di Mykolaiv, a circa sessanta chilometri a nord-ovest di Kherson, già conquistata dalle forze armate russe. La città portuale si trova sulla strada per Odessa, che da giorni è al centro dell’avanzata strategica di Mosca, la quale punta a saldare le Repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, con la Crimea, bloccando così completamente all’Ucraina l’accesso al Mar d’Azov.
Almeno nove persone sono morte e altre nove sono rimaste ferite nel bombardamento di una torre della televisione nella regione settentrionale di Rivne. Ne ha dato notizia il governatore Vitaly Koval, precisando che “ci sono ancora persone sotto le macerie”.
Sono 636 i civili ucraini uccisi dall’inizio dell’invasione russa, secondo un bilancio fornito dall’Ufficio per gli affari umanitari dell’Onu (Ohchr) alla CNN. Tra le vittime figurano 46 minorenni, bambini o adolescenti. Altri 1.125 risultano feriti.
Donetsk, la capitale di una delle repubbliche indipendenti del Donbass è stata colpita lunedì da diversi missili e colpi di mortaio sparati dai soldati ucraini che hanno provocato 23 vittime e decine di feriti tra i civili.
La notizia ha stentato a venire alla luce perché stavolta i civili uccisi sono quelli sull’altro lato del fronte. Ma alla fine è venuta fuori, anche grazie alla denuncia dei rappresentanti della Repubblica di Donetsk, presentata al Centro di controllo e coordinamento del cessate-il-fuoco. Il bombardamento ucraino ha preso di mira Donetsk e le città di Dokuchayevsk, Oktyabr, Sosnovskoye, Aleksandrovka e Spartak.
L’agenzia di stampa Reuters conferma che nella notte si sono sentite varie forti esplosioni nel centro di Donetsk, ma l’agenzia sottolinea che l’origine delle esplosioni “non è affatto chiara”.
In realtà, le esplosioni letali sono avvenute di giorno mentre la gente era in strada. Le autorità di Kiev negano ma i rappresentanti del Donbass hanno esibito agli osservatori i frammenti di un missile Tochka-U in dotazione alle forze armate ucraine.
Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha invece addirittura negato il fatto continuando a parlare di disinformazione russa. Il suo portavoce Ned Price ha twittato che “Vediamo ulteriori prove della disinformazione russa utilizzata per creare pretesti a un possibile attacco all’Ucraina”, le cosiddette “false flag”. Insomma un ulteriore agnello sacrificale alla propaganda di guerra che sta dilagando a est ed ovest.
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