Il fronte militare
Leopoli, principale città dell’area nord occidentale dell’Ucraina, è stata colpita da almeno sei missili lanciati da un sottomarino russo nel Mar Nero. È la prima volta che le forze armate russe colpiscono così in prossimità la città, diventata sede delle principali missioni diplomatiche internazionali – fra cui anche quella italiana – dopo che queste hanno lasciato la capitale ucraina Kiev pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione. L’attacco contro l’aeroporto di Leopoli più che un segnale nei confronti dei paesi occidentali visti i nuclei di “consiglieri militari e diplomatici della Nato” presenti in città, potrebbe essere piuttosto un tentativo di interrompere la catena di fornitura di armamenti.
Obiettivo dell’attacco l’aeroporto internazionale Danylo Halytskyi, situato nell’area sud occidentale della città. L’obiettivo centrato dal raid russo sarebbe un palazzo adiacente allo scalo aereo che, secondo quanto emerge da fonti ancora non confermate, sarebbe un centro di manutenzione aeronautica. Inizialmente l’attacco è stato identificato come frutto di un raid aereo, ma solo successivamente il Comando occidentale dell’aeronautica ucraina ha fatto sapere che si è trattato di sei missili lanciati da un sottomarino, di cui due probabilmente degli X-555, sono stati distrutti in aria dal sistema antiaereo.
Materiali e documenti di tre istruttori militari statunitensi sono stati rinvenuti a Marynka
La milizia della Repubblica popolare di Donetsk ha reso noto che “Durante la liberazione di Maryinka dagli uomini armati ucraini, un caposaldo della 54a Brigata 1° Battaglione Meccanizzato è stato distrutto ed hanno trovato armi straniere”, ha detto il vice comandante della milizia popolare della DPR Eduard Basurin.
Le armi includevano lanciagranate NLAW e SMAW, un radar contro mortaio AN / TPQ-48 e oggetti personali di istruttori statunitensi. I miliziani della DPR hanno trovato una bandiera dello Stato del Tennessee sulla scena e altri oggetti apparentemente appartenenti al capitano statunitense Michael Hawker, al tenente Logan Shrum e al tenente Cruz Tomblin venuti nel Donbass già nel 2018. Maryinka è un centro distrettuale che si collega a Donetsk nel sud-ovest.
Ci sono combattimenti in corso nel centro di Mariupol fa sapere il portavoce del ministero della Difesa russo. Secondo Igor Konashenkov, “le unità della Repubblica popolare di Donetsk, con il sostegno delle forze armate russe, stanno rafforzando l’accerchiamento e stanno combattendo contro i nazionalisti nel centro di Mariupol”.
Relativamente ai corridoi umanitari, circa un migliaio di civili evacuati da Mariupol sono stati ospitati nei villaggi di Bezymennoye e Kachkarskoye nella Repubblica Popolare di Donetsk. Il quartier generale della difesa territoriale della DPR ha riferito che 295 persone, tra cui 66 bambini, sono state evacuate da Mariupol e dai suoi sobborghi nelle ultime 24 ore. Un migliaio di civili sono stati fatti evacuare anche da Kiev verso occidente.
Sono almeno 30, invece, gli incendi scoppiati nella regione di Kharkiv nelle ultime 24 ore dovuti agli attacchi aerei russi, come riporta il Servizio di emergenza statale ucraino (Ses), aggiungendo che un vigile del fuoco è deceduto durante le operazioni di soccorso ed un altro è ricoverato in ospedale con ferite gravi. Situazione tesa anche a Zaporizhzhia, area centro-orientale dell’Ucraina, dove l’esercito russo avrebbe aperto il fuoco contro una struttura militare, stando a quanto riporta il governatore regionale, Oleksandr Starukh. La struttura militare è stata colpita da due ordigni, probabilmente sganciati da un aereo, ci cui uno rimasto inesploso. “Le conseguenze dell’attacco sono in via di chiarimento, non ci sono vittime”, ha affermato Starukh.
Nella città di Merefa, nella regione di Kharkiv, nel Nord-Ovest, 21 persone sono rimaste uccise e 25 sono rimaste ferite da un bombardamento avvenuto nella notte.
Arriva intanto una inquietante affermazione dalle autorità militari USA. “C’è il rischio che il presidente Vladimir Putin minacci il ricorso alle armi nucleari contro l’Occidente se la dura resistenza ucraina all’invasione russa continuerà”. È questa la valutazione contenuta in un nuovo dossier della Defense Intelligence Agency del Pentagono, citata dall’agenzia Bloomberg. “L’occupazione prolungata di parti del territorio ucraino minaccia di prosciugare le attrezzature convenzionali e di ridurre l’arsenale di armi russo, mentre le conseguenti sanzioni economiche probabilmente getteranno la Russia in una prolungata depressione economica e isolamento diplomatico”, afferma il tenente generale Scott Berrier, direttore della Defense Intelligence Agency in una audizione ad una commissione del Congresso Usa.
Lo stato dei negoziati
Il presidente della Turchia Erdogan, ha ribadito la disponibilità ad ospitare un colloquio tra i capi di Stato di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, per tentare di porre fine al conflitto militare in atto tra i due Paesi.
Secondo quanto riferito dalla presidenza turca dopo il colloquio telefonico di ieri tra Erdogan e Putin, i colloqui tra i presidenti russo e ucraino potrebbero svolgersi ad Ankara o a Istanbul. Secondo la nota, Erdogan ha auspicato che un cessate il fuoco duraturo “possa aprire la strada a una soluzione a lungo termine” al conflitto militare in Ucraina, ed ha ribadito la necessita di far fronte alla crisi tramite la diplomazia. Il presidente turco ha aggiunto che i corridoi umanitari per i cittadini ucraini dovrebbero funzionare “in entrambe le direzioni”.
Ma a questa aspettativa ha risposto piuttosto freddamente il governo ucraino. “Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è pronto a incontrare Putin “anche oggi” ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba, il quale ha osservato che negli incontri delle delegazioni di Ucraina e Russia si è posta una serie di questioni che i negoziatori non possono risolvere da soli. “Possono sedersi per altre 25 ore al giorno, guardarsi, raccontarsi qualcosa, ma semplicemente non hanno un mandato per risolvere tutti i problemi. Pertanto, ora sarebbe utile solo un’altra logica”, riferisce l’agenzia ucraina Unian.
C’è attesa per la telefonata tra il presidente statunitense Biden, e quello cinese, Xi Jinping. Biden intende far sapere alla Cina che qualsiasi sostegno alla Russia alla guerra “avrà un costo”. La Russia è tornata a chiedere la convocazione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu sui biolaboratori Usa in territorio ucraino.
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