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18/03/2022

La maggioranza del paese contraria al coinvolgimento dell’Italia nella guerra

Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Ipsos, la maggioranza dell’opinione pubblica in Italia si conferma essere fortemente contraria all’intervento militare italiano nella guerra in Ucraina. È il terzo sondaggio che rileva questa tendenza prevalente nella società.

Il 78% degli intervistati da Ipsos ritiene che dovremmo evitare ad ogni costo l’entrata in guerra dell’Italia, mentre soltanto il 9% sostiene che dovremmo intervenire militarmente a fianco dell’Ucraina e della NATO. Il 13% non si esprime al riguardo.

La conferma di questo orientamento spiega, almeno in parte, l’escalation della propaganda interventista a reti unificate sui mass media italiani. Il governo e il partito trasversale della guerra stanno agendo su tutte le leve per imporre un consenso alle proprie scelte che stenta, finora, a manifestarsi. È un dato importante per il movimento popolare che si oppone alla guerra.

Tanto è vero che, nonostante il martellamento interventista, solo il 35% degli italiani è d’accordo con la posizione del governo per intervenire indirettamente a fianco dell’Ucraina inviando armi, ritenendo questa decisione rispettosa dell’articolo 11 della Costituzione Italiana. Al contrario secondo il 36% che non lo sarebbe affatto. Su tale quesito ben il 29% degli intervistati non si esprime.

Quasi della metà degli intervistati da Ipsos ritiene che il conflitto in Ucraina sia destinato ad allargarsi, sia all’Europa che a livello mondiale. Solo il 26% degli intervistati ritiene che il conflitto resterà limitato tra Russia e Ucraina, mentre per il 25% si estenderà ma nei limiti dell’Europa orientale, per il 24% degenererà in una guerra mondiale e un altro 25% non si esprime al riguardo.

In merito al ricorso ad armi nucleari: il 24% degli italiani lo ritiene abbastanza probabile e per il 7% è molto probabile, ma la maggioranza degli intervistati (32%) lo considera poco probabile con un 13% che ne sostiene la completa improbabilità. Il 24% non si esprime al riguardo.

Tra le principali preoccupazioni inerenti alla guerra Russia-Ucraina, prevalgono le preoccupazioni di natura economica sia a livello personale sia per il Paese. Il 46% degli italiani teme le conseguenze economiche della guerra, sia a livello personale (es. rincari di beni/servizi, rischi per i risparmi) sia a livello nazionale (es. peggioramento dei conti pubblici, rallentamento dell’export e della produzione industriale).

Nonostante la preoccupazione elevata per le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, in linea di principio, una maggioranza relativa si sente disposta a sostenere rincari per supportare le sanzioni alla Russia: il 26% è molto d’accordo e il 31% abbastanza d’accordo nel mantenere le sanzioni alla Russia anche a fronte dell’aumento dei prezzi, invece, il 16% è poco d’accordo e il 14% per niente. Il 13% non si esprime al riguardo.

Al contempo, il 35% esprime preoccupazione per la possibile entrata in guerra dell’Italia e l’11% teme le conseguenze umanitarie, sia a livello personale (es. arrivo di numerosi profughi) sia a livello nazionale (es. gestione dell’accoglienza dei profughi in Italia).

Il monitoraggio Ipsos evidenzia come sia una sensazione di incertezza a dominare tra gli italiani. Infatti, è diminuita “la speranza” (scesa al 42%, -12) – che aveva bilanciato lo spaesamento della prima fase del conflitto – mentre cresce l’incertezza (78%, +10), la rabbia (33%, +6) e il disgusto (24%, +8). L’incertezza si estende anche alle sorti della guerra e al possibile ricorso alle armi nucleari.

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