Il neo-ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è arrivato a Bruxelles per partecipare alla sua prima riunione dell’Eurogruppo. Inutile dire che i “falchi” del rigorismo sono andati subito alla carica. Il primo è stato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, che ha puntato il dito contro l’Italia per la necessità di “aver conti solidi e finanze responsabili per affrontare l’inflazione e mantenere l’approccio europeo tracciato dalla Bce”.
“C’è stato un forte impegno su come verranno gestite le finanze pubbliche dell’Italia e il ministro Giorgetti ha anche evidenziato la necessità di mettere in campo politiche che possano sostenere lo sviluppo della crescita per l’Italia e l’Europa”, ha sottolineato il presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Donohoe.
Ma la “resistenza” dell’Italia di Giorgia Meloni ai diktat di Bruxelles è durata meno di un minuto. Giorgetti ha infatti fornito garanzie anche su uno dei dossier più spinosi per l’Italia: la ratifica della riforma del MES che la destra ha osteggiato negli scorsi anni e che oggi sembra invece trovare semaforo verde.
È bene ricordare che ad oggi l’Italia e la Germania non hanno sottoscritto il MES. La Germania perché è in attesa di un pronunciamento sulla sua legittimità da parte della Corte Costituzionale. “Mi attengo alla posizione del precedente governo di cui facevo parte, in attesa della decisione della Corte tedesca”, ha spiegato Giorgetti ai giornalisti che gli chiedevano che posizione avrebbe assunto in merito. Il precedente Governo aveva dato l’impegno politico a ratificare in Parlamento la riforma. “Appunto, esattamente la stessa cosa”, ha confermato.
Sulla riforma del Patto di stabilità (la Commissione presenterà una comunicazione con la propria proposta mercoledì) Giorgetti ha evidenziato “la necessità che una nuova governance europea tenga conto delle caratteristiche economiche e finanziarie specifiche dei diversi Paesi dell’Unione, e riconosca il valore centrale della crescita nel garantire la sostenibilità”. Con alcuni criteri: semplicità, fattibilità e flessibilità. Questioni che Giorgetti ha affrontato anche a cena con l’omologo francese, Bruno Le Maire.
La Commissione europea presenterà domani le prime proposte di riforma del Patto di Stabilità. Il commissario al mercato unico Thierry Breton ha sottolineato l’urgenza di facilitare gli investimenti in beni pubblici europei, pur continuando a ridurre il debito. “Le proposte preparate dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni cercano un giusto equilibrio tra due necessità: la virtù di bilancio e nuovi investimenti in beni pubblici europei – ha spiegato al “Sole 24 Ore” il commissario Breton –. Il debito pubblico non può più essere l’unica bussola del comune progetto europeo. È importante assicurare che la riduzione del debito non vada a scapito dei necessari investimenti”.
Le proposte in circolazione a Bruxelles evocano la semplificazione delle regole di bilancio. Ciascun Paese negozierà con la Commissione europea specifici piani, tutti volti alla sostenibilità del debito pubblico, e della durata di quattro anni, estendibile fino a un massimo di sette. Il paese membro potrà ottenere flessibilità nel percorso di aggiustamento, se nel contempo effettuerà investimenti e riforme.
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