di Francesco Dall'Aglio
La prevista invasione di Gaza è al momento sospesa per le cattive condizioni atmosferiche. Chiaramente non ci crede nessuno - allego una carta meteo della BBC con le previsioni per questi giorni. Il motivo dell'arresto con tutta probabilità sta nelle pressioni che Israele sta ricevendo da amici e avversari, che siano il tweet di Biden di ieri o gli "avvertimenti" iraniani.
Sul fronte diplomatico si muovono parecchie cose. Blinken domani tornerà in Israele dopo una visita lampo a cinque paesi della regione (Giordania, Qatar, Bahrain, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti): ignoriamo cosa si siano detti, ma è abbastanza improbabile che si siano detti d'accordo con un'operazione via terra.
Il presidente egiziano al-Sisi propone un summit regionale per discutere della questione palestinese, e la bozza di risoluzione che la Russia sta facendo circolare da venerdì verrà votata domani dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Come ho già scritto è un'imboscata diplomatica agli USA, che certamente non potranno votarla e vanificheranno così tutti gli sforzi di presentarsi come possibile mediatore nel conflitto: ruolo che, manco a dirlo, Erdoğan sarebbe felicissimo di assumersi con l'appoggio della Russia e della Cina.
Hezbollah, intanto, alza le bandiere di guerra ai confini nord di Israele, che non è mai una buona notizia.
Infine, oggi si vota in Polonia, nel disinteresse generale. Il morale a Kiev non è altissimo.
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