Una dichiarazione rilasciata dal Comitato dei Prigionieri Palestinesi in risposta al crimine di Beit Lahia che ha rivelato i corpi di martiri ammanettati e bendati.
Nuova conferma delle esecuzioni sul campo effettuate dall’esercito di occupazione contro i detenuti di Gaza.
Il Comitato dei Prigionieri Palestinesi ha dichiarato che, alla luce del crimine accertato ieri a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, ossia il ritrovamento dei corpi di 30 martiri all’interno di una delle scuole assediate dall’occupazione, e considerando che è stato osservato dai presenti sul luogo che i martiri erano ammanettati e bendati, cioè erano in stato di arresto, se ne deduce chiaramente che l’occupazione ha eseguito un crimine di esecuzione sul campo contro di loro.
Il Comitato dei Prigionieri ha aggiunto che i dati riguardanti l’esecuzione di detenuti di Gaza stanno aumentando alla luce del genocidio in corso a Gaza, insieme alla continuazione del crimine di sparizione forzata contro i detenuti di Gaza dopo 117 giorni di aggressione, oltre all’aumentare delle testimonianze dei detenuti rilasciati nell’ultimo periodo riguardo a torture, abusi e umiliazioni, comprese le testimonianze da parte di donne e bambini.
Il Comitato dei Prigionieri riafferma che l’insistenza dell’occupazione nel mantenere i detenuti di Gaza sotto sparizione forzata porta ad un’interpretazione, cioè che vi sia la decisione di isolarli, con l’obiettivo di commettere ulteriori crimini contro di loro in segreto, laddove l’occupazione si rifiuta di fornire assistenza da parte delle istituzioni per i diritti umani, comprese quelle internazionali e palestinesi specializzate, oltre a tutti i dati riguardanti il loro destino e i luoghi di detenzione fino ad oggi, compresi il numero e l’identità dei martiri tra i detenuti di Gaza.
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