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01/03/2024

Gaza - Strage di civili palestinesi. Agghiacciante dichiarazione di Ben Gvir

Decine di palestinesi sono stati uccisi in quello che l’Ufficio stampa del governo di Gaza descrive come un “orribile massacro” dopo che le truppe israeliane hanno sparato contro centinaia di palestinesi in attesa di aiuti umanitari, a sud di Gaza City.

Almeno 104 palestinesi (112 secondo altre fonti) sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco e nella calca generata dal panico. Più di 250 sono rimasti feriti dopo che le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro centinaia di palestinesi in attesa di aiuti umanitari a sud di Gaza City e che, secondo le autorità israeliane, si erano avvicinati troppo ai soldati.

Le squadre mediche “non sono in grado di far fronte” al volume e alla gravità delle ferite che arrivano all’ospedale “a causa della mancanza di risorse mediche e umane”.

Fonti palestinesi hanno accusato Israele di “intenzione premeditata di commettere questo orribile massacro, giustiziando le vittime deliberatamente”. L’esercito “era consapevole che le vittime erano venute in quest’area per ottenere cibo e aiuti, eppure le ha uccise a sangue freddo”.

Un testimone ha raccontato ad Al Jazeera: “Siamo andati a prendere della farina. L’esercito israeliano ci ha sparato”.

Ahmad, un 31enne che ha fornito solo il suo nome di battesimo, ha raccontato a Middle East Eye che i camion degli aiuti hanno raggiunto la strada alle 4 del mattino e che le forze israeliane hanno sparato contro le persone che cercavano di raggiungere il convoglio. Ahmad è stato colpito al braccio e alla gamba. “La sparatoria è stata indiscriminata, la gente è stata colpita alla testa, ai piedi, allo stomaco”, ha detto. “Un uomo è stato martirizzato e poi investito dal carro armato”.

In un video che circola online, si vede un camion che avrebbe dovuto trasportare aiuti umanitari e che invece trasporta morti e feriti. È stato chiesto alla comunità internazionale di fornire un corridoio umanitario sicuro per consentire la consegna di aiuti medici e umanitari, nonché di carburante, al nord di Gaza.

Sulla strage di civili palestinesi si registra una agghiacciante dichiarazione fornita dalle autorità israeliane. “La fornitura di aiuti umanitari ai palestinesi mette in pericolo i soldati israeliani nella Striscia di Gaza”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir, secondo quanto riporta il Times of Israel, dopo che decine di palestinesi sono stati uccisi mentre sciamavano sui camion degli aiuti alimentari a Gaza City.

“Oggi è stato dimostrato che il trasferimento di aiuti umanitari a Gaza non solo è una follia mentre i nostri ostaggi sono trattenuti nella Striscia... ma mette anche in pericolo i soldati dell’IDF”, ha dichiarato Ben Gvir, definendo l’incidente “un’altra chiara ragione per cui dobbiamo fermare il trasferimento di questi aiuti”.

“I nostri carri armati – ha spiegato il portavoce militare israeliano Hagan – erano lì per proteggere il corridoio umanitario. I nostri droni erano in aria per dare alle nostre forze un’immagine dall’alto. Alle 4.45 una folla ha assaltato i camion di aiuti, fermando il convoglio”.

Mostrando un video Hagari ha continuato affermando che : “I carri hanno visto la calca e con cautela hanno cercato di disperdere la folla con alcuni colpi di avvertimento. Quando le centinaia di persone sono diventate migliaia e la situazione è sfuggita di mano, il comandante del carro ha deciso di ritirarsi per evitare danni”.

A conferma di come i crimini di guerra israeliani godano ancora di forti complicità, gli Stati Uniti hanno bloccato una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che condannava Israele per la strage di palestinesi in coda per ricevere aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. La risoluzione presentata dall’Algeria, accusava le forze israeliane di aver aperto il fuoco contro i civili in attesa della consegna di cibo e altri aiuti umanitari vicino a Gaza City.

Ieri 116 camion di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia – 92 dei quali attraverso il valico di Kerem Shalom, al confine con Israele, e 24 attraverso il valico di Rafah, che collega la striscia con il Sinai egiziano – una quantità insufficiente date le urgenti necessità della Striscia.

Secondo l’Unrwa, nel mese di febbraio sono entrati a Gaza circa 2.300 camion, il 50% in meno rispetto a gennaio. Vista la difficoltà di introdurre aiuti umanitari via terra, diversi Paesi – tra cui Giordania, Egitto, Qatar, Francia ed Emirati Arabi Uniti – hanno lanciato pacchi con cibo e rifornimenti per via aerea paracadutandoli su Gaza, soprattutto nel nord.

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